PALERMO – Lunga visita istituzionale a Palermo, ieri, del ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, nelle doppie vesti di esponente del governo e del Pd. Prima ha visitato il cantiere del passante ferroviario alla Stazione Notarbartolo, insieme all’amministratore delegato di Rfi Maurizio Gentile, per fare il punto sulla “cura del ferro” in Sicilia e sull’altra grande opera in fase di realizzazione nel capoluogo: l’anello ferroviario. Poi ha indossato i panni di uomo di vertice del Partito democratico per spingere la candidatura di Leoluca Orlando a Palazzo delle Aquile e incontrare alcuni dei candidati al Consiglio e alle circoscrizioni.
Dopo le polemiche sul simbolo e la scelta del Pd, è la prima volta che un esponente di spicco del mondo dem si espone a favore del Professore. Per il leader di Cantiere Popolare, Saverio Romano, che sostiene con una lista Fabrizio Ferrandelli, l’endorsement di Delrio è “una vergogna istituzionale” perché il governo nazionale “è schierato in modo fazioso in favore di un candidato alle amministrative” ed è altrettanto vergognoso “che tale candidato si faccia sponsorizzare dal governo”.
“Non è affatto una vergogna se un ministro sostiene un candidato sindaco – la replica di Delrio – e non è una vergogna se ognuno di noi ha delle simpatie politiche. Credo che anche Romano abbia un candidato da appoggiare”. Del resto il rapporto di amicizia tra Delrio e Orlando “va avanti da vent’anni e la mia stima per lui è grande. Spero che i palermitani lo aiutino a continuare il lavoro”. Il delegato alle Infrastrutture ha ricordato “i nodi che abbiamo portato a risoluzione”, come il tram riacciuffato per i capelli quando l’Ue già si preparava a richiedere indietro i soldi o le prime tre fermate del passante già inaugurate. “Sostengo volentieri la sua candidatura, ha fatto bene e ha la forza per far crescere ulteriormente Palermo. Abbiamo progetti di sviluppo importanti”.
Ma che ne pensa il ministro di questo Pd che si presenta a Palermo senza simbolo e senza un proprio candidato? “Questa città è un grande laboratorio di civismo politico che può espandersi anche ad altri esperimenti. È indiscutibile che Orlando abbia costruito un’immagine di Città metropolitana che non si piange addosso né si lamenta con atteggiamento di meridionalismo vecchio, ma che conosce le sue bellezze e potenzialità e scommette sul futuro”. Anche Orlando ha replicato a Romano: “Ho un ruolo istituzionale e devo avere rapporti con il governo regionale e con quello nazionale, io non ho partito ma ringrazio il Pd per avere capito il senso del mio impegno, che è completare un percorso per diventare da capitale della mafia a capitale della cultura”.
Tornando agli investimenti sulle grandi opere, Delrio ha fatto il punto sullo stato dell’arte nell’Isola: “Dopo il Dpcm di Gentiloni abbiamo nuove risorse per il contratto di programma: 9,8 miliardi per i prossimi anni, che si aggiungono ai 18 già stanziati. Questo consente di finanziare anche pezzi importanti in Sicilia”. Detto che Delrio è un “sostenitore della fusione tra Anas e Cas”, il presente a Palermo si chiama passante e anello. Il primo “è in stato avanzatissimo dei lavori. Entro la fine dell’anno contiamo di riattivare la tratta C, da La Malfa all’aeroporto, e contiamo di risolvere anche il problema della galleria di vicolo Bernava”. A far tremare i polsi, però, è l’anello ferroviario, che ha già accumulato tre anni di ritardo a causa dei guai della Tecnis e soprattutto non dà segnali di una decisa accelerazione.
L’idea di Rfi è di proporre alla Tecnis “una rivisitazione del programma di organizzazione dei cantieri – ha spiegato Gentile – perché quello originario prevedeva l’apertura di diversi fronti, il che ha generato, con la crisi che ha attraversato l’azienda, una serie di problemi per la città”. Adesso si cambierà strategia “concentrando le attività su un singolo cantiere, almeno fino a quando non avremmo contezza che l’impresa ha ripreso in mano la gestione delle proprie forze ed energie finanziarie e umane. Sceglieremo insieme al Comune quale tra tutti i cantieri è prioritario”. In camera caritatis, però, sarebbe venuto fuori il timore che davvero il colosso catanese possa finire gambe all’aria. Girano indiscrezioni sulla possibilità che a giugno il governo possa arrivare alla decisione di applicare alla Tecnis la legge Marzano sull’Amministrazione straordinaria speciale: sempre ieri i sindacati hanno scritto a Delrio chiedendo che il commissario ministeriale venga nominato al più presto “per evitare il fallimento e assicurare che continui l’esercizio d’impresa” altrimenti “il rischio è il degrado del cantiere e una grande incompiuta per la città”. Il ministro ha infine annunciato che “è già stata finanziata con 100 milioni aggiuntivi nel fondo di sviluppo e coesione anche la seconda parte dell’anello ferroviario”, quella che unirà Notarbartolo alla futura stazione Malaspina.