Rating legalità, incidenza bassa in Sicilia - QdS

Rating legalità, incidenza bassa in Sicilia

Rosario Battiato

Rating legalità, incidenza bassa in Sicilia

giovedì 08 Giugno 2017

Agcm e Infocamere: nell’Isola “promosse” soltanto 25 imprese ogni 100 mila (la media nazionale è di 57). La regione si trova al nono posto in Italia con 116 aziende registrate

PALERMO – Un nuovo elemento per rendere ancora più riconoscibile e dettagliato il profilo delle aziende italiane. A partire da ottobre, infatti, il rating di legalità, rilasciato dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato sulla base di un’intesa con Infocamere, sarà inserito nelle visure estratte dal Registro delle imprese delle Camere di Commercio per le aziende che ne hanno fatto richiesta e che hanno superato la selezione dell’Autorità. In Sicilia oltre un centinaio di imprese l’hanno ottenuto, ma il dato vale appena il 3,3% del totale nazionale.
Il rating di legalità è uno strumento introdotto nel 2012 e volto alla promozione e all’introduzione di principi di comportamento etico in ambito aziendale, tramite l’assegnazione, riportiamo da una nota di Uniocamere-Infocamere, di “un riconoscimento – misurato in stellette – indicativo del rispetto della legalità da parte delle imprese che ne abbiano fatto richiesta e, più in generale, del grado di attenzione riposto nella corretta gestione del proprio business”.
L’elenco completo delle aziende che hanno aderito al progetto e che hanno ottenuto il rating è già disponibile sul sito dell’Autorità (agcm.it) e dal prossimo autunno sarà integrato anche nelle visure del Registro delle Imprese (registroimprese.it).
La distribuzione regionale premia il Nord. nella fascia settentrionale del Paese, infatti, si trova il 55,6% delle 3.460 imprese con le stellette della legalità, un dato che è superiore alla somma del Centro (22%) e del Mezzogiorno (31,7%). Più del 60% si concentra in appena cinque regioni: Emilia Romagna (15,3), seguita dalla Lombardia (14,7), dal Veneto (12,1), dalla Puglia (11) e dal Lazio (8,7).
La Sicilia si colloca al nono posto nella graduatoria regionale, registrando 116 imprese con rating, un quinto in meno delle prime due, Emilia-Romagna e Lombardia, che hanno superato quota 500 a testa. Il dato isolano, infatti, è uno dei più bassi d’Italia se si considera l’incidenza del rating ogni 100 mila imprese: soltanto 25 contro una media nazionale di 57, cioè più del doppio. Nella distribuzione delle stellette soltanto 14 imprese hanno ottenuto il massimo, 57 il valore intermedio e 45 il minimo necessario per ottenere il rating.
A livello nazionale, sono le Pmi a dominare il settore, considerando che il 90% delle imprese rientra proprio in questa definizione, avendo un volume d’affari uguale o inferiore a 50 milioni di euro e meno di 250 addetti. Andando ancora più in dettaglio, scopriamo che la maggior parte (52,1%) è una piccola impresa, occupa meno di 50 addetti e ha un fatturato non superiore ai 10 milioni di euro. Nell’analisi per tipo di attività, si rileva che il 40% delle imprese opera nel settore nell’industria manifatturiera e circa il 20% nel settore notoriamente “sensibile” come quello dell’edilizia. La quota maggiore è costituita da Società a responsabilità limitata (54,7%), seguite dalle Spa (19,5).
Il rating di legalità è un riconoscimento che viene rilasciato su base volontaria alle imprese che hanno una sede operativa nel territorio nazionale con un fatturato minimo di due milioni di euro nell’ultimo esercizio e che risultano iscritte nel Registro delle Imprese da almeno due anni.
Il riconoscimento può variare tra un valore minimo, che corrisponde a un stelletta, e uno massimo, che vale tre stellette, attribuito dall’Autorità stessa sulla base delle dichiarazioni delle aziende, verificate grazie a controlli incrociati con i dati in possesso delle pubbliche amministrazioni. Dura due anni ed è rinnovabili su richiesta, anche se è revocabile se si perdono i requisiti di base.

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