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Fmi: “L’Italia valuti tassa sugli immobili”

redazione

Fmi: “L’Italia valuti tassa sugli immobili”

martedì 13 Giugno 2017

L’istituzione di Washington suggerisce inoltre taglio alle pensioni

ROMA – Il Fondo monetario internazionale raccomanda all’Italia di accelerare la riforma del Catasto e di “introdurre una forma di tassazione moderna sugli immobili”. Nel rapporto stilato al termine della missione annuale nella Penisola, l’istituzione torna sull’annoso tema dell tassazione sui beni immobiliari che ha attraversato vicende alterne, fino all’abolizione dell’Imu sulla prima casa.
Di fatto quando chiede una tassazione “moderna” sugli immobili il Fmi chiede di reintrodurre questa tassa. E questo allo scopo di trovare quei margini di correzioni dei conti pubblici che servono mentre si deve cercare di ridurre la tassazione sul lavoro e sui fattori di produzione.
L’altro grande capitolo di intervento individuato dagli ispettori del Fmi sui conti pubblici riguarda le pensioni. Posto che l’Italia fatto “più di molti altri” Paesi per garantire la sostenibilità del sistema, secondo Washington “dovrebbe considerare di ridurre l’elevata spesa pensionistica” su cui si potrebbero “rivedere i parametri”.
La graduale ripresa favorisce l’attuazione del risanamento dei conti pubblici che è necessario operare in Italia: il Fondo monetario internazionale, ha giudicato infatti “appropriato”, il percorso di aggiustamento che era stato previsto dal governo nel Def ad aprile, con un deficit di bilancio in calo all’1,2 per cento del Pil nel 2018 e un pareggio sostanziale nel 2019.
Rishi Goyal, capo missione del Fondo monetario in Italia al termine dell’ispezione annuale in base all’articolo IV dello statuto del Fmi, ha detto ieri che con la ripresa che si rafforza ora l’Italia “ha l’opportunità di premere sulle riforme per rilanciare la produttività e i salari” e al tempo stesso portare avanti il risanamento sulla base degli “appropriati” obiettivi delineati nel Def.
“Servono misure e politiche che favoriscano la crescita e che tutelino le fase più povere”, ha proseguito, riferendosi alle raccomandazioni del Fmi che chiedono di ampliare la base imponibile e di considerare tagli alle pensioni, da un lato, e al tempo stesso di ridurre la tassazione sul lavoro e sui fattori di produzione.
“L’Italia  – ha spiegato – si trova in mezzo ad una congiuntura complessa, in cui ha ridotto i gap rispetto ad altri Paesi, la disoccupazione mentre l’occupazione è risalita”. Ma permane anche il problema dell0elevato debito e per questo è importante che i piani di bilancio lo mettano stabilmente su una traiettoria discendente.
Quanto al persistente problema delle banche, Goyal ha ribadito che nell’ultimo anno nella penisola si sono visti “alcuni sviluppi positivi, come sulle ricapitalizzazioni di alcune grandi banche o sulla riduzione dei crediti in sofferenza”. Ora, sulle situazioni di affanno che permangono, il Fmi invita le autorità a trovare soluzioni “tempestive”.
Il Fondo monetario internazionale ha rivisto inoltre al rialzo le previsioni di crescita economica dell’Italia, all’1,3 per cento quest’anno e all’1 per cento circa negli anni del periodo 2018-2020. I dati vanno raffrontati con il più 0,8 per cento previsto per la crescita italiana, sia sul 2017 che sul 2017, nel World Economic Outlook di aprile. Le stime si basano sulle cifre previste nel Def di aprile.
La ripresa in Italia prosegue “ma i rischi sono significativi”, avverte l’istituzione di Washington. Sugli anni a venire, con “i venti destinati a risultare meno favorevoli” (in termini di politiche monetarie e fiscali), la crescita si dovrebbe moderare attorno all’1 per cento.
“Ad ogni modo i rischi sono significativi – afferma il Fmi – e sono legati tra l’altro alle fragilità finanziarie, alle incertezze politiche, a possibili battute d’arresto del processo di riforme e a revisioni sul rischio di credito”.

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