Formazione professionale in crisi, al via il "piano per il rilancio" - QdS

Formazione professionale in crisi, al via il “piano per il rilancio”

Michele Giuliano

Formazione professionale in crisi, al via il “piano per il rilancio”

mercoledì 21 Giugno 2017

Istituito un tavolo tra il governo regionale e i sindacati per arrivare ad un’intesa utile per tutti. Accordo Stato-Regione per prepensionamenti e non solo: partono i confronti

PALERMO – Via al confronto per rilanciare la formazione professionale siciliana. Il primo tassello in questi giorni con l’apertura del confronto tra il governo regionale e i sindacati di categoria per discutere dell’intesa già raggiunta con il ministero del Lavoro sul “Piano di rilancio del settore”.
“Al tavolo – afferma l’assessore regionale alla Formazione Bruno Marizano – ho riportato i contenuti del confronto avuto con il ministero del Lavoro, unitamente all’assessore al Lavoro Carmencita Mangano. Il Piano di interventi prevede l’avvio delle attività dell’Avviso 8, dell’obbligo formativo e del piano di interventi su politiche del lavoro, politiche sociali e dell’inclusione rivolto ai lavoratori ex sportelli multifunzionali a cura dell’assessorato regionale del Lavoro”.
Ad oggi infatti l’Avviso 8 non è ancora partito, vale a dire i corsi tradizionali, nonostante da tempo la Regione abbia stanziato i suoi 136 milioni di euro che comunque lasceranno fuori almeno 4 mila lavoratori sugli 8 mila del settore dal momento che i loro enti non sono stati finanziati. In questa prima fase si parla soprattutto dei prepensionamenti : a goderne i lavoratori nati dal 1951 al 1956.
L’assessorato regionale alla Formazione ha predisposto il prepensionamento, una agevolazione per uscire dal settore e sfruttare comunque gli anni di anzianità acquisita. Proprio in questi giorni gli uffici preposti hanno richiesto agli iscritti all’elenco unico degli operatori della formazione professionale nella sezione sportellisti e formatori di attivarsi per verificare la loro posizione contributiva, rivolgendosi sia alle strutture messe a disposizione dalle organizzazioni sindacali sia ai servizi competenti dell’Inps.
In tal modo, l’amministrazione regionale potrà avere un quadro più chiaro di quanti e quali operatori potranno, nei prossimi quattro anni, acquisire il primo requisito utile alla pensione. Ma nel “Piano di rilancio” questo è solo il punto di partenza. Infatti a questo si aggiunge un piano di gestione di interventi in favore dei lavoratori che potrebbero risultare in esubero rispetto alle azioni congiunte in capo ai due assessorati: “Su questo aspetto – aggiunge Marziano – ho presentato alle parti sociali un piano che vedrà l’utilizzo dell’Ape sociale, come misura di sostegno in vista della pensione, misure di riqualificazione e la possibilità che la Regione intervenga, con risorse proprie, per garantire tale misura anche ai soggetti non in possesso dei requisiti richiesti dalla norma nazionale”.
A tal proposito l’articolo 1, comma 179 e seguenti, legge di bilancio 2017 prevede un’indennità di natura assistenziale a carico dello Stato erogata dall’Inps a soggetti in stato di bisogno che abbiano compiuto almeno 63 anni di età e che non siano già titolari di pensione diretta. L’indennità è corrisposta, a domanda, fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia o dei requisiti per la pensione anticipata. Si tratta di una misura sperimentale in vigore dal 1° maggio 2017 al 31 dicembre 2018 intesa ad agevolare la transizione verso il pensionamento per soggetti svantaggiati o in condizioni di disagio ed è soggetta a limiti di spesa. Il beneficio è riconosciuto nel limite 300 milioni di euro per il 2017, 609 milioni di euro per il 2018, 647 milioni di euro per il 2019, 462 milioni di euro per il 2020, 280 milioni di euro per il 2021, 83 milioni di euro per il 2022 e 8 milioni di euro per il 2023.

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