MESSINA – Si è svolta a Roma la presentazione del dossier “Ecosistema Rischio 2009”, l’indagine curata annualmente da Legambiente e dal dipartimento della Protezione civile, sul dissesto idrogeologico del nostro Paese. Dai dati del dossier emerge che la Sicilia è una regione ad alto rischio idrogeologico. I parametri presi in considerazione, in merito all’attività dei comuni che hanno compilato il questionario ecosistema, riguardano: la gestione del territorio, i piani di emergenza e le campagne di informazione alla popolazione. Rispetto al primo punto sono poi state prese in considerazione quattro diverse tipologie di attività, considerate fondamentali per un buon lavoro di mitigazione del rischio, come: manutenzione ordinaria degli alvei e delle opere idrauliche e rispetto delle norme dettate dai Piani di bacino; presenza di sistemi di monitoraggio e allerta della popolazione in caso di emergenza; presenza, validità e aggiornamento del piano di emergenza comunale; iniziative di formazione e informazione dei cittadini, e realizzazione di esercitazioni di protezione civile. Alla fine è stato dato un giudizio complessivo che è variato dall’ottimo all’insufficiente. Ben il 70% dei comuni siciliani sono stati classificati a rischio idrogeologico e la provincia più colpita da questo problema è risultata essere quella di Messina. In quest’ultima provincia l’84% dei comuni è a rischio idrogeologico per un totale di ben 91 centri urbani: di questi 79 sono soggetti a rischio frana, 1 a rischio alluvione ed 11 sia a rischio frana che alluvione. Sono dei dati che suscitano notevole preoccupazione specialmente se riletti alla luce di quanto successo lo scorso primo ottobre, a sud di Messina, tra le colline e le intercapedini della vallata di Giampilieri, Molino e Altolia, tra le acque dei torrenti di Briga, Scaletta, Itala, nel giro di una notte diventate portatrici di morte e distruzione. Tra i comuni del messinese che hanno risposto al questionario di Legambiente i “migliori” sono risultati quelli di Tripi e Roccavaldina (punteggio 5,5 -voto scarso), Antillo (5-scarso), S.Agata di Militello, Tusa e Sinagra (4,5-scarso), Monforte S.Giorgio (4 – scarso), Motta Calastra (3,5 – insufficiente), Capizzi, Furnari e San Piero Patti (3 – insufficiente), Santo Stefano di Camastra e Frazzanò (2,5 – insufficiente) ed ultima Rometta (1,5 – insufficiente). Nel corso della presentazione del dossier il capo della protezione civile, Guido Bertolaso, ha dichiarato che: “Quanto verificatosi a Messina e Giampilieri è l’esempio lampante di come la questione della prevenzione e della tutela del territorio non venga affrontata nel modo corretto, spesso in modo superficiale. Alla mano dell’uomo si aggiungono poi cambiamenti climatici che aumentano il pericolo di disastri”.