Ersu, Micari si difende: "Cobas/Codir hanno sbagliato" - QdS

Ersu, Micari si difende: “Cobas/Codir hanno sbagliato”

Valeria Arena

Ersu, Micari si difende: “Cobas/Codir hanno sbagliato”

giovedì 13 Luglio 2017

Il rettore dell’Ateneo palermitano: “Versate risorse con largo anticipo all’Ersu”. La Regione in sei anni ha dimezzato i fondi (da 8,7 a 4,1 mln)

PALERMO – Botta e risposta tra Cobas/Codir e Università di Palermo, nella figura del rettore Fabrizio Micari, in merito alle accuse lanciate dal sindacato alla Regione siciliana, al Miur e allo stesso Ateneo sul ridimensionamento dei servizi Ersu e sul ritardato versamento per il funzionamento e l’erogazione delle borse di studio. Il sindacato Cobas/Codir aveva infatti denunciato in una nota i continui ritardi e rinvii dei trasferimenti delle risorse destinate all’Ente (che dovrebbero sostenere e aiutare studenti in difficili e precarie condizoni economiche) e puntato il dito sulla cattiva gestione dei fondi indirizzati ai servizi.
Ieri, invece, è toccato al rettore dell’Università di Palermo rispondere alle accuse e difendere l’operato delle istituzioni chiamate in causa: “I Cobas hanno sbagliato, partono dal presupposto che i famosi 140 euro a studente li introitiamo tutti quanti a ottobre, ma non è vero. Gli studenti si iscrivono a partire da settembre, addirittura quest’anno dal primo agosto, ma possono iscriversi fino al 30 aprile, per cui questo gettito non è che arriva tutto a settembre ottobre e noi ci teniamo i soldi conservati ma arriva diluito nel tempo”. “Oltretutto, da quando ci sono io – ha aggiunto Micari – abbiamo iniziato a dare soldi anticipatamente all’Ersu, perché prima i soldi venivano dati fra marzo e giugno, con me abbiamo cominciato a dare soldi a dicembre, un milione nel 2015 e un milione e mezzo nel 2016, e poi abbiamo saldato tutto entro giugno. Anzi abbiamo fatto lo sforzo di anticipare le somme venendo incontro alle esigenze del presidente dell’Ersu, onestamente i Cobas hanno sbagliato”. Nessuna replica si registra, nel momento in cui scriviamo, né dalla Regione né dal Miur. .

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