Un'altra giornata di fuoco paura a Sciacca e Giardini - QdS

Un’altra giornata di fuoco paura a Sciacca e Giardini

redazione

Un’altra giornata di fuoco paura a Sciacca e Giardini

sabato 15 Luglio 2017

Nell’agrigentino quaranta famiglie costrette a lasciare casa

PALERMO – Sebbene le temperature siano in lieve diminuzione in molte parti dell’Isola, l’emergenza incendi in Sicilia non si è del tutto esaurita, come dimostrano le notizie arrivate anche nel corso della giornata di ieri. La situazione più critica, nelle ultime ore, è stata senza dubbio quella di Sciacca, in provincia di Agrigento, dove tre palazzi sono stati evacuati a causa di un incendio che ha interessato il centro abitato. In tutto sono state fatte sgomberare una quarantina di famiglie e per fortuna non ci sono stati feriti (anche se alcune persone, soprattutto anziane, sono state intossicate dal fumo. Il rogo si è esteso fino in via Ravasio, all’ingresso della città, e ha reso necessario l’intervento dei canadair.
Fiamme anche nel messinese, in particolare a Giardini Naxos, dove vari focolai si sono propagati nelle prime ore del mattino nella zona del casello autostradale di Calacarone dell’A 18 Messina-Catania. Nella tarda mattinata di ieri, poi, le fiamme hanno interessato un tratto di terreno che corre lungo il percorso della ferrovia che attraversa il cuore della cittadina turistica. Squadre dei vigili del fuoco sono intervenute per spegnere i roghi ed evitare danni alle vicine abitazioni.
Queste soltanto le situazioni più gravi, per un’Isola che ha vissuto una vera e propria settimana d’inferno (e il termine non è casuale). Anche per questo, il segretario nazionale del Codacons Francesco Tanasi ha chiesto al Governo nazionale di inviare urgentemente l’esercito per fronteggiare l’emergenza. “La Sicilia – ha detto – continua a bruciare e se non si interviene in tempo, resterà solo cenere”. L’associazione dei consumatori ha inoltre annunciato una serie di esposti alle Procure della Repubblica, poiché “la situazione è drammatica e si profilano non solo reati ambientali, ma anche di salute pubblica per la popolazione costretta a respirare il fumo sprigionato dai roghi”.
Per Nino Marino, segretario generale di Uila-Uil Sicilia, le responsabilità di quanto sta accadendo sono soprattutto di Comuni e Regione. “È stucchevole – ha detto – che qualcuno oggi si stracci le vesti e invochi chissà quali aiuti, per coprire le proprie colpe. La cultura dell’emergenza, l’incapacità di gestire l’ordinaria amministrazione per fare buona prevenzione, la mancanza di una pur ovvia cabina di regia tra istituzioni preposte all’Antincendio sono tra le cause di questo disastro senza precedenti”.
“I Comuni – ha precisato – hanno il diritto-dovere di intervenire nei terreni abbandonati, non solo pubblici. Per quelli privati, non basta qualche generica ordinanza senza conseguenze concrete. Anche a costo di perdere qualche elettore, gli amministratori locali ricordino che hanno obbligo di procedere con le diffide per la bonifica dei terreni e, nel caso di inadempimento dei proprietari, con gli interventi in via sostitutiva e successiva rivalsa sui proprietari per le spese sostenute dall’Ente”. “Per quanto riguarda la Regione – ha concluso Marino – non possiamo non notare amaramente come la legislatura si stia chiudendo, mentre la nostra Isola va in fumo. Chi semina vento di scirocco, raccoglie roghi. Non poteva che essere così”.
A difendere l’operato del Governo Crocetta ci ha pensato l’assessore regionale al Turismo Anthony Barbagallo, il quale ha definito “assolutamente inaccettabile che qualcuno pensi che non ci sia dolo dietro gli incendi che stanno gravemente danneggiando tutta la Sicilia, non solo dal punto vista ambientale ma anche d’immagine, perché i turisti sono stati travolti dalla paura di trovarsi davanti scenari terribili e soprattutto pericolosi per la propria sicurezza”.
“Non possiamo più perdere tempo – ha aggiunto – occorre l’intervento urgente non solo di chi ha la responsabilità del controllo sui boschi, ma anche degli organi competenti che hanno il dovere di individuare e punire gli eventuali responsabili con pene severissime”.

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