Incendi, fragili scuse di Crocetta - QdS

Incendi, fragili scuse di Crocetta

Rosario Battiato

Incendi, fragili scuse di Crocetta

giovedì 27 Luglio 2017

Il presidente accolla la colpa al Governo durante un’audizione alla commissione Ambiente del Senato. La legge dà ragione alla Protezione civile, ma il governatore “non comprende”

PALERMO – Niente di nuovo sotto al fuoco. L’audizione di Rosario Crocetta alla commissione Ambiente del Senato, in merito all’emergenza incendi, conferma la linea difensiva approntata già nelle scorse settimane: responsabilità dello Stato e innocenza della macchina regionale. Una posizione che ha dovuto subire l’ennesimo richiamo nazionale in riferimento alla Legge n. 353/2000 in materia di incendi boschivi che inchioda la Regione alle sue responsabilità.

Crocetta non cambia disco
, le dichiarazioni rilasciate in commissione ricalcano quanto sostenuto nel corso delle ultime settimane: “La responsabilità è legata all’aver smantellato il Corpo forestale dello Stato (riforma Madia della Pa, ndr), smembrando i mezzi e questo ha fatto venire meno la flotta”. Eppure non è stata una novità, in quanto la decisione di far confluire il Corpo nell’Arma dei Carabinieri era contenuta in un provvedimento dello scorso anno ed è stata operativa sin da gennaio. Pertanto, data l’assenza riconosciuta della flotta regionale e l’impossibilità di firmare un’altra convenzione con il Corpo forestale, sarebbe stato abbastanza semplice ipotizzare il buco nel sistema antincendio dell’Isola e correre ai ripari.
Tempi che non convincono nemmeno il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio: “Immagino che le convenzioni cui si riferisce il presidente Crocetta degli anni passati siano scadute da mesi: il decreto legislativo 177 del 2016 (quello che scioglie il Corpo forestale, ndr) è in vigore da tempo per tutti, non solo per la Regione, un tempo adeguato per prendere delle decisioni su come attrezzare le strutture regionali, cosa fatta, del resto, da altre Regioni”.
Ma anche su questo Crocetta ha la sua tesi: “A marzo, quando si sarebbero potute fare le gare (per i mezzi aerei ndr), ci era stato comunicato che avrebbero siglato la convenzione per darci i mezzi, poi a maggio non è avvenuto e non c’erano i tempi tecnici per le gare”.
Il vuoto relativo alla flotta regionale è stato risolto soltanto nelle scorse settimane, quindi nel pieno della stagione degli incendi, tramite la sottoscrizione di una convenzione tra Regione e Corpo nazionale del Vigili del fuoco per “impiegare assetti ad ala rotante dedicati alla Regione stessa ad uso esclusivo Aib – si legge nel comunicato del ministero dell’Ambiente – , a partire già dalla metà del mese di luglio fino a fine esigenze”.

Per Roma la Regione resta, pertanto, colpevole
e c’è anche una legge a dimostrarlo. Il capo della Protezione civile nazionale, che già in altre occasioni si era scagliato contro l’immobilismo regionale, si è dichiarato “stupefatto” dalle ultime parole del governatore in quanto “continua a non comprendere” il contenuto della legge 353 in materia di incendi boschivi “che esiste da 17 anni” che di fatto mette le Regioni al centro delle azioni di prevenzione e spegnimento.
Intanto resta il caos del fuoco. Per le prossime settimane il governatore vuole chiedere l’invio dell’esercito perché “quello degli incendi non è un problema di mezzi o di uomini, ma di ordine pubblico”, mentre per i prossimi anni ha previsto di dotare la Sicilia dei “mezzi necessari”, in quanto “li acquisteremo noi e li daremo in comodato ai vigili del fuoco”. Peccato non averci pensato prima di vedere andare in fumo migliaia di ettari di bosco.
Nel mirino resta comunque la gestione regionale. Per Francesco Campanella, senatore di Mdp – Articolo 1, le responsabilità sono precise: “Avvio tardivo della manutenzione; prevenzione praticamente inesistente, avvio tardivo della formazione del personale antincendio; dotazione insufficiente di veicoli tecnici per obsolescenza dei mezzi, peraltro accelerata dalla mancata manutenzione”.

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