Clima pazzo, Sicilia in ginocchio. In tutta Italia danni per 14 miliardi - QdS

Clima pazzo, Sicilia in ginocchio. In tutta Italia danni per 14 miliardi

Rosario Battiato

Clima pazzo, Sicilia in ginocchio. In tutta Italia danni per 14 miliardi

martedì 01 Agosto 2017

Analisi Coldiretti sulle ricadute negative per la produzione agricola: il 2017 è già l’annus horribilis. Da un eccesso all’altro. Dopo la grande sete, coltivatori spaventati dalla grandine

PALERMO – La pazza estate di questi mesi ha ribadito l’onda lunga dei cambiamenti climatici, confermati anche dagli episodi meteorologici che, senza tregua, sconvolgono intere città, mettono a repentaglio la vita dei cittadini e pesano non poco sull’economia di un Paese. I numeri di questo disagio li ha messi la Coldiretti: gli eventi estremi hanno provocato in Italia danni alla produzione agricola, alle strutture e alle infrastrutture per un totale pari a più di 14 miliardi di euro in appena dieci anni. E in questo quadro preoccupante, è la tendenza generale a essere ancora più inquietante, col 2017 che è stato l’anno peggiore dell’ultimo decennio.
“La siccità – ha spiegato la Coldiretti – rappresenta l’evento avverso più rilevante per l’agricoltura italiana in termini di danni economici a carico soprattutto delle produzioni, con l’ultima calamità grave, prima di quest’anno, nel 2012, quando ha interessato maggiormente le aree del Nord e del Centro Italia”. Anche la Sicilia è nel mirino, infatti risulta tra le aree maggiormente colpite. In particolare, la grandine è “la più temuta dagli agricoltori in questa fase stagionale perché provoca danni irreparabili alle coltivazioni facendo perdere un intero anno di lavoro nei campi”.
In questi due eccessi – siccità e piogge – non mancano responsabilità precise. La siccità, cioè la carenza di piogge, si potrebbe superare, o perlomeno gestire in modo migliore, grazie a un sistema efficiente di raccoglimento e distribuzione delle acque. Nell’Isola, infatti, si spreca fino alla metà dell’acqua immessa nelle reti di distribuzione, mentre gli invasi, sebbene abbiano raccolto meno acqua rispetto agli altri anni per via della riduzione delle piogge (80 milioni di m3 in meno tra giugno 2017 e lo stesso mese dell’anno scorso), restano comunque ancora limitati e non operanti al 100% delle proprie capacità. E serve di più. A livello nazionale, lo ha detto il ministro Gian Luca Galletti alla fine di giugno, si intercetta appena l’11% dell’acqua piovana.
Le conseguenze del clima, in particolare in relazione al rischio idraulico, hanno un conto aperto anche nell’Isola. Secondo dati della Protezione civile, in 15 anni di monitoraggio (dal 2000 al 2015) si sono registrati 168 eventi, 58 vittime e danni per poco meno di 4 miliardi di euro (“Rapporto preliminare sul rischio idraulico in Sicilia e ricadute nel sistema di protezione civile”).
Per la Coldiretti “siamo di fronte agli effetti dei cambiamenti climatici che si stanno manifestando con pesanti conseguenze sull’agricoltura italiana perché si moltiplicano gli sfasamenti stagionali e gli eventi estremi con precipitazioni brevi, ma intense e il repentino passaggio dal maltempo al sereno”. In questo senso “l’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici – ha spiegato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo – ma è anche il settore più impegnato per contrastarli”. Per le aziende è necessario avviare una nuova sfida con “interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque, campagne di informazione ed educazione sull’uso corretto dell’acqua, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico”.
 

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