L'Ars è ancora deserta ennesimo nulla di fatto - QdS

L’Ars è ancora deserta ennesimo nulla di fatto

Raffaella Pessina

L’Ars è ancora deserta ennesimo nulla di fatto

mercoledì 09 Agosto 2017

Seduta d’Aula sofferta e continue richieste di controllo numero legale. Il collegato alla finanziaria resta ancora in alto mare

PALERMO – Una seduta d’Aula, quella dell’Ars, sofferta  ieri e che ricalca ormai l’andamento depresso che ha caratterizzato tutta la sedicesima legislatura. Nella mattinata la seduta è durata appena un’ora e subito rinviata al pomeriggio per mancanza del numero legale.
Nessun provvedimento votato, e con la continua richiesta di verifica del numero legale, di Giovanni Greco (Pds) che si era reso conto dell’Aula deserta. Nel corso della seduta sono intervenuti i rappresentanti dei vari gruppi parlamentari che hanno chiarito le posizioni contrastanti nei confronti del ddl di modifica del regolamento interno dell’Ars.
Contrasti dovuti soprattutto al comma che avrebbe stabilito l’abolizione del voto segreto per tutti gli atti legislativi, tranne i casi personali, così come avviene alla Camera dei deputati. Ad un certo punto il presidente della commissione Bilancio, Vincenzo Vinciullo, ha rivolto all’Aula un appello e Fi e Pds hanno dichiarato che avrebbero garantito il numero dei presenti in Aula solo per il voto alle norme contabili, lo stesso ha fatto intendere il Pd. Un vero e proprio braccio di ferro tra Ardizzone e i partiti della maggioranza.
Ardizzone, dopo oltre un mese di inattività legislativa dovuta all’assenza dei parlamentari dall’Aula, aveva stigmatizzato le pressioni di diversi deputati che condizionano il numero legale per ottenere l’esame di emendamenti alle norme contabili.
Nel pomeriggio finalmente la legge sulla modifica del regolamento è passata, ma senza l’articolo 6, quello appunto sul voto segreto: il ddl è stato approvato con 59 voti favorevoli, ma solo dopo una lunga trattativa che ha visto ritornare in commissione per il regolamento il famigerato articolo 6. Resta in alto mare il collegato alla finanziaria che sembra una operazione che difficilmente potrà arrivare in porto.
Dopo il ddl sulle modifiche del regolamento, l’Ars ha approvato anche i disegni di legge sul rendiconto generale per il 2016 e quello sui debiti fuori bilancio. Il primo è passato con 42 voti favorevoli, 21 contrari e 4 astenuti, il secondo con 39 voti a favore, 12 contrari e 6 astenuti.
Si è passati quindi all’assestamento di bilancio. "La serie di emendamenti presentati a questo testo, non ne fanno più un assestamento tecnico come dovrebbe essere" ha detto il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, bacchettando in Aula i parlamentari per gli emendamenti presentati, molti dei quali rappresentavano norme che non era stato possibile inserire in finanziaria o nel collegato. Ardizzone ha così evitato il rischio che l’assestamento si trasformasse in una legge carrozzone, precisando che "nessun emendamento che non sia passato dalle commisisoni sarà ammesso in aula". Sul documento ha svolto la propria relazione l’assessore regionale all’Economia Alessandro Baccei, che ha spiegato che il documento ha delle caratteristiche prettamente tecniche perché tiene conto dei risultati tra il bilancio di previsione e il rendiconto.  Baccei ha spiegato come a seguito delle richieste da parte della Corte dei Conti si siano liberati di fatto 35 milioni di euro dopo che sono state fatte in bilancio le modifiche richieste.
Di questi, 23 milioni sono stati allocati per le Province e il resto, ben 13 milioni, per svolgere le elezioni regionali. Per le province Baccei ha spiegato che il criterio di ripartizione di questi 23 milioni sarà non quello della virtuosità, ma quello che premia le Province in maggiore difficoltà, criterio che ha scatenato le ire dell’opposizione. Baccei ha anche dichiarato che con questo assestamento si prevede per il 2018 e 2019 uno stanziamento per gli enti locali pari a 340 milioni di euro per ogni anno così come già previsto per il 2017. Maggiori somme per rinnovi contrattuali per il 2018 e 2019 e anche per la Sas, la partecipata dei beni culturali per tenere aperti i musei nei giorni festivi e nelle ore serali. Presente al dibattito il Governatore Crocetta, che spesso è andato in contrasto con l’opposizione, difendendo a spada tratta il documento predisposto dal Governo. Crocetta è andato in contrasto anche con il presidente della commissione Bilancio Vincenzo Vinciullo, sulla destinazione delle risorse. Mentre scriviamo l’Aula è ancora riunita.

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