Il petrolio e la chimica reggono il valore dell'export della Sicilia - QdS

Il petrolio e la chimica reggono il valore dell’export della Sicilia

Giovanna Naccari

Il petrolio e la chimica reggono il valore dell’export della Sicilia

martedì 22 Agosto 2017

L’Unione europea si è confermata come la principale area di sbocco delle esportazioni dall’Isola. Report Ice: numeri in crescita e netta inversione di tendenza rispetto al 2015

PALERMO – La Sicilia, dopo l’andamento negativo delle esportazioni ed importazioni nel 2016 rispetto al 2015, segna una inversione di tendenza nel primo trimestre del 2017, facendo registrare variazioni tendenziali positive del +37,6% e +62,7%. È quanto emerge dal XXXI Rapporto Ice 2016-2017 “L’Italia nell’economia internazionale”.

Il contributo alla crescita dell’export è pervenuto dal comparto derivati del petrolio
(+60,5%), dai prodotti chimici di base (+94,2%) e dagli altri prodotti chimici (+35,9%). Nei primi mesi del 2017 risultano negative, invece, le vendite di componenti elettronici (-16,9%) e prodotti di colture permanenti (-10,5%).
Nell’anno precedente il quadro siciliano non era incoraggiante rispetto al 2015.

Osserva l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane
: “Nel 2016 le esportazioni italiane di merci sono cresciute dell’1,2 per cento rispetto all’anno precedente”, con una crescita trainata dal mercato europeo (+3,1%), ma “le esportazioni della Sicilia, pari a 7,0 miliardi di euro, sono diminuite drasticamente (-17,3%)” rispetto al 2015. Un dato “in netto contrasto rispetto alla media nazionale (+1,2%)”, con la quota della regione sull’export nazionale passata dal 2,1% nel 2015 all’1,7% nel 2016”. Anche sul fronte delle importazioni la dinamica fortemente negativa della Sicilia (-14,6%) è risultata in contrasto con la media nazionale (-1,3%).
Sempre nel 2016, con riferimento ai principali mercati di sbocco, l’Ue si è confermata la principale area di destinazione delle esportazioni siciliane, nonostante un leggero calo dei flussi (-3,5%). E’ avvenuta anche una contrazione degli scambi con tutti i principali partner commerciali: Francia (-9,0%), Turchia (-53,6%) e nel mercato statunitense (-1,1%), mentre sono aumentate le vendite in Spagna (+19,5%) e Germania (+1,3%)”.

A livello settoriale, nel 2016 le vendite di derivati del petrolio
, che predominano sulle esportazioni siciliane afferendo circa 3,8 miliardi dei 7 complessivi, sono risultate in netto calo rispetto al 2015 (-25,7%). In flessione anche i prodotti chimici (-26,1%) e il comparto dei componenti elettronici (-45,9%). Buona, invece, la vendita di medicinali e preparati farmaceutici (+33,9%), prodotti della siderurgia (+40,3%) e prodotti di colture permanenti (+13,2%).
Per quanto concerne i servizi, in calo anche il valore delle vendite all’estero realizzate dalla Sicilia nel 2016, attestato intorno agli 1,4 miliardi di euro, (-14,4% rispetto al 2015).
Gli operatori all’esportazione residenti in Sicilia nel 2016 sono stati pari a 4.492 unità (il 2,1% del totale nazionale), con un valore medio esportato per operatore di poco superiore a 1,5 milioni di euro.

Guardando alle singole province
, si è osservato un andamento disomogeneo nella dinamica delle vendite all’estero con aumenti dei valori importati per le province di Palermo, Agrigento ed Enna. Per le altre province, invece, le esportazioni hanno subito una contrazione rispetto al 2015. Nel corso del 2016, la provincia di Siracusa, che da sola rappresenta il 56% delle esportazioni complessive regionali, ha visto diminuire le vendite nei mercati esteri del 25,0% nel corso del 2016.

Tornando alla fotografia dell’Italia nel 2017
, in cui la Sicilia mostra segnali di ripresa, nei primi sei mesi dell’anno si registra un forte incremento delle esportazioni (+8% rispetto al 2016), aumento che interessa sia il mercato comunitario (+7,2%), che quello extra Ue (+9,1%). Nello stesso periodo in Italia si riscontra anche il consistente incremento delle importazioni (+11,3%), segnala l’Ice.

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