Elezioni, nessuno ci spiega come far risorgere la Sicilia - QdS

Elezioni, nessuno ci spiega come far risorgere la Sicilia

Raffaella Pessina

Elezioni, nessuno ci spiega come far risorgere la Sicilia

mercoledì 23 Agosto 2017

Continue le liti interne, ma poca concretezza sui programmi per l’Isola. Campagna elettorale al veleno: le spaccature giovano al M5s

PALERMO – Si è rivelata una campagna elettorale al veleno quella per le prossime elezioni regionali del 5 novembre per il rinnovo del Parlamento siciliano. Giochi ancora aperti sulle alleanze tra i partiti, molti i nomi che circolano come candidati papabili o sicuri per conquistare la poltrona di presidente della Regione.
Un solo dato è certo: la mancanza di programmi chiari su come far uscire la Sicilia dalla crisi, e le elezioni sono alle porte. O meglio qualche indicazione sugli obiettivi da perseguire è stata fatta, e allo stesso tempo è stata sepolta dalle polemiche interne ed esterne ai partiti. Anche il centrodestra ha ceduto, con l’ultima polemica sollevata per le critiche del deputato regionale di Forza Italia nei confronti del commissario del partito in Sicilia, Gianfranco Micciché. A prendere le difese di quest’ultimo intervengono ora Marco Falcone, capogruppo di Fi all’Ars e il senatore Francesco Scoma. Falcone ha voluto precisare che la conferenza stampa di Figuccia non era stata organizzata né dal partito né dal gruppo parlamentare. Scoma addirittura parla di brutti scherzi del caldo agostano: “un esponente politico, mai eletto in Forza Italia, accreditando anche la presenza, del tutto improbabile, del coordinatore regionale Gianfranco Miccichè, si arroga, da un giorno all’altro, il potere di indire una conferenza per discutere di programmi e obiettivi di un partito che non è il suo. Confidiamo in un abbassamento della temperatura”. Effettivamente, Micciché non si è presentato e Figuccia ha riferito che parlerà con Berlusconi per risolvere la querelle.
Ma di fatto la spaccatura in Forza Italia è una realtà. Figuccia ha sottolineato riferendosi proprio a Scoma: “C’è una spaccatura tra il vecchio centrodestra che ha governato la Sicilia, che vive di nostalgie legate a un passato che non c’è più, e quello nuovo, dinamico, che ha tante idee”.
Tutti i candidati schiacciano l’acceleratore sulla necessità di essere uniti per non consegnare la Sicilia in mano al Movimento Cinquestelle e non si preoccupano invece di spiegare dettagliatamente i programmi da mettere in atto subito dopo le elezioni, argomenti questi che potrebbero, se credibili,  riportare il cittadino di nuovo alle urne.
Il dato più allarmante infatti è proprio l’assenteismo, non si può dimenticare infatti che l’ultimo presidente della Regione, Rosario Crocetta, è stato eletto praticamente con il 15% degli aventi diritto, perché ha preso il 30 per cento dei votanti, di cui solo la metà è andata a votare. Presente con Figuccia Ester Bonafede ex vicesegretario dell’Udc ed ex assessore del Governo Crocetta che ha chiarito come l’unione sia necessaria ma “La coerenza interna non può prescindere dalla concertazione. Il centrodestra per sua natura è portato all’accordo che nasce dalla trasparenza degli intenti. Il centro vuole unire e moderare. Vogliamo fare il nostro lavoro in questo senso”. Purtroppo ci si aspettano sviluppi non positivi  a seguito di quanto ha dichiarato Figuccia in conferenza stampa “Chi coordina il partito deve ascoltare cosa dice la gente. Se Micciché vuole fare questo bagno d’umiltà, ben venga. Altrimenti Berlusconi lo tolga dalle strade della politica siciliana e crei le condizioni, con gli altri partiti, per vincere. Musumeci è un candidato credibile, ma continuiamo a confrontarci nelle prossime ore per trovare la necessaria sintesi”.

Il senatore di Fi Vincenzo Gibiino, ha attaccato Gianfranco Micciché senza mezzi termini
: “Il partito è allo sbando e lo è perché non si sa mai cosa passa per la testa di Gianfranco Miccichè. In questi due anni in cui ha tenuto la rotta del partito in Sicilia nemmeno i deputati hanno capito se intende puntare sul turismo, piuttosto che sulle infrastrutture oppure sull’industria. Non c’é stato un indirizzo, una linea, é normale che ora parlamentari come Assenza o Figuccia si sentano disorientati”.
Si consolida così un’altra spaccatura che non farà altro che dividere e frammentare voti e consensi. Gibiino conclude dicendo: “Penso che Berlusconi abbia sbagliato commissario, questo approccio di Micciche’ vent’anni fa poteva andare bene perché il partito era al 50% e nessuno se ne accorgeva, oggi che il partito ha perso molti numeri evidenzia tutti i suoi limiti”.
Continua il confronto nel centrosinistra che appare lontano dal trovare un accordo. Il responsabile nazionale enti locali di Sinistra Italiana Paolo Cento afferma che Renzi va fermato: “Mentre in Sicilia Sinistra Italiana, in accordo con Mdp, sta conducendo una faticosa verifica per costruire una proposta di governo per la Regione, Renzi e il Pd stanno usando le elezioni regionali per riproporre vecchi schemi di centrosinistra addirittura con un ruolo centrale di Alfano in vista anche delle prossime elezioni politiche”. E prosegue:  “Questo tentativo di Renzi va fermato ed è del tutto evidente – prosegue l’esponente della sinistra – che la sinistra siciliana dovrà valutare la necessità di una proposta autonoma e alternativa da mettere in campo per la Regione”.

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