Ma non sempre si preleva abbastanza, anche quando si potrebbe. Mediamente la copertura forestale è cresciuta di circa mezzo punto percentuale negli ultimi anni. Attualmente “nell’Ue solo il 60-70% dell’incremento annuo viene abbattuto, pertanto la provvigione è in aumento”, anche se “in base alle proiezioni degli Stati membri in materia di attività di uso del suolo, cambiamento di uso del suolo e silvicoltura (il cosiddetto Lulucf), si prevede un incremento approssimativo del 30% dei tassi di prelievo entro il 2020 rispetto al 2010”.
Un prelievo da riconsiderare anche in Italia, soprattutto nell’ottica del rischio naturale. Ne ha parlato Emanuele Orsini, presidente di FederlegnoArredo, nel corso del dibattito “A un anno dal terremoto: prevenire e mettere in sicurezza il territorio” promosso al Meeting di Cl. Per l’imprenditore è necessario un patto tra imprese e politica per ricostruire l’Italia: “la materia legno può essere fondamentale sia nella ricostruzione dell’emergenza che nella vera e propria ricostruzione di quello che verrà” perché “il legno si presta tantissimo all’utilizzo per antisismica e per il modo di pensare al futuro”. Per operare in questa direzione bisogna far crescere il prelievo e puntare su un piano nazionale che ancora non esiste.
I vantaggi sarebbero innumerevoli. Orsini ha ricordato che l’Italia resta ancora uno dei più grandi importatori di legno, anche se appena il 20% del territorio boschivo è di fatto utilizzato per il prelievo. Secondo il presidente dell’associazione di categoria, il legno utilizzato per costruire una casa in legno di 100 m2 viene ripristinato in 15 secondi dal bosco. In ballo c’è un potenziale mercato da due milioni di case di legno all’anno.
E se in Italia si è ancora indietro, la Sicilia non è un certo un modello. Il prelievo (conifere e latifoglie) da lavoro, secondo dati Istat, è pari a circa 15 mila m3 e a 20 mila per uso energetico, un dato che, pur essendo in crescita, resta lontanissimo anche dalle altre regioni del Sud come Molise (60 mila per uso energetico), Abruzzo (233 mila per uso energetico), Sardegna (110 mila per uso energetico) o del Centro come la Toscana (90 mila da lavoro e 539 mila per uso energetico) e il Lazio (274 mila per uso energetico).