Tumori, guariscono 6 pazienti su 10 "ma la prevenzione è ancora scarsa" - QdS

Tumori, guariscono 6 pazienti su 10 “ma la prevenzione è ancora scarsa”

redazione

Tumori, guariscono 6 pazienti su 10 “ma la prevenzione è ancora scarsa”

sabato 26 Agosto 2017

Francesco Cognetti, presidente Fondazione Insieme contro il cancro: “Nel 20% dei casi malattia in stato avanzato”. L’ultima frontiera è l’immunoterapia: “Ci sono già farmaci per rene e polmone”

ROMA – Ogni anno oltre 365mila italiani sono colpiti da un tumore (circa 1.000 nuovi casi al giorno). Sei pazienti su dieci riescono però a sconfiggere la malattia. Sono in totale un milione e 900mila persone che si possono considerare guarite perché hanno superato la soglia dei cinque anni dalla diagnosi. Ciò nonostante il 46% dei cittadini considera ancora il tumore una patologia incurabile.
“Grazie alle nuove cure e alle diagnosi precoci anche quello che è stato definito come ‘il male del secolo’ sta diventando una malattia sempre più cronica – afferma Francesco Cognetti presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro -. Questo comporta tutta una serie di nuove sfide che l’intera collettività deve saper affrontare. Ritorno al lavoro, desiderio di diventare genitori, possibilità di accedere ai servizi fondamentali come tutti gli altri cittadini sono solo alcune delle esigenze di una persona che lotta (o che ha lottato) contro una neoplasia”.
“Oltre a questi risultati incoraggianti  – aggiunge Cognetti – dobbiamo però anche constatare che in Italia manca una vera e propria cultura della prevenzione oncologica. Alcuni comportamenti scorretti sono infatti ancora troppo diffusi e interessano anche i giovani. Per esempio, fuma regolarmente il 22% della popolazione e le donne con questo vizio sono aumentate di oltre 1 milione nell’ultimo anno”.
“Anche l’adesione ai programmi di screening è insufficiente – continua – La ricerca del sangue occulto nelle feci è in grado di individuare precocemente il tumore del colon-retto, il più diffuso tra gli italiani. Il 20% dei pazienti colpiti però presenta, al momento della diagnosi, la malattia già in stadio avanzato. Servono quindi più campagne informative per aumentare il livello di consapevolezza tra i cittadini su questo delicato tema".
"L’ultima frontiera dell’oncologia è l’immunoterapia – sostiene Michele Maio, direttore Uoc immunoterapia oncologica e del Centro di immuno-oncologia dell’Azienda ospedaliera universitaria senese -. Si basa sul principio che il nostro sistema immunitario se opportunamente stimolato può contrastare l’avanzata di un tumore. Il melanoma è stata la prima neoplasia trattata efficacemente e adesso esistono farmaci immunoterapici anche per il tumore del polmone, rene e nuovi incoraggianti risultati si sono registrati anche contro i tumori della testa e del collo, del rene, della vescica, mielomi e alcuni linfomi. Questa tipologia di trattamento anti-cancro è stata la protagonista indiscussa dell’ultimo congresso internazionale degli oncologi statunitensi a Chicago. Sono stati presentati molti studi interessanti su diverse patologie. Si associa alla chemioterapia, alle terapie target e alla radioterapia con risultati davvero insperati fino a pochissimi anni fa".
"A livello di ricerca medica, resta ancora molta strada da percorre soprattutto per quanto riguarda certe forme di cancro particolarmente insidiose – conclude Cognetti -. Ed esiste infine l’annoso problema della sostenibilità del sistema sanitario nazionale. Attualmente, in Italia registriamo percentuali di sopravvivenza più alte rispetto alla media europea per molte neoplasie. Se vogliamo continuare ad avere questo importante primato a livello continentale e a garantire un buon livello di assistenza ai pazienti servono nuovi investimenti soprattutto per quanto riguarda la prevenzione. Il numero di nuovi casi di tumore è destinato a salire a causa dell’invecchiamento generale della popolazione. Dobbiamo riuscire il più possibile ad aumentare i comportamenti salutari tra i cittadini e anche il numero delle diagnosi precoci".

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