Un Piano per proteggere le riserve - QdS

Un Piano per proteggere le riserve

Rosario Battiato

Un Piano per proteggere le riserve

sabato 09 Settembre 2017

Ok dalla Giunta regionale alla sottoscrizione di un protocollo d’intesa con la Capitaneria di Porto. L’obiettivo è potenziare l’attività di sorveglianza nelle Riserve dell’Isola

PALERMO – Un accordo per vigilare e proteggere i tesori ambientali dell’Isola. L’assessorato al Territorio ha ricevuto, alla fine di agosto, la benedizione della Giunta regionale per mettere nero su bianco un Protocollo col Corpo delle Capitanerie di Porto per avviare un sistema in grado di garantire una maggiore copertura delle aree verdi più a rischio che, proprio in questi mesi, hanno pagato il pesantissimo costo degli incendi.
Per ripercorrere contenuti e tempi, bisogna rifarsi al documento presentato dall’assessore alla Giunta che riporta la proposta avanzata dal Comando generale del Corpo delle Capitanerie di Porto del ministero dell’Ambiente per promuovere una collaborazione istituzionale con la Regione siciliana. L’obiettivo è quello di “potenziare l’attività di sorveglianza nei tratti di mare e lungo le fasce costiere delle Riserve regionali terrestri siciliane nonché dei siti d’importanza comunitaria (Sic) marini della Rete Natura 2000, presenti nelle zone di mare che circondando la Sicilia, situati al di fuori delle sei Aree marine protette siciliane, integrandola con servizi di vigilanza via terra sul pubblico demanio marittimo e allo scopo di prevenire e reprimere ogni attività in contrasto con i regolamenti e le norme di salvaguardia regionali, nazionali e comunitari vigenti in materia”.
L’apprezzamento è stato espresso lo scorso 31 agosto dalla Giunta isolana per quello che sarà il “Protocollo d’Intesa tra la Regione siciliana ed il Comando generale del Corpo delle Capitanerie di Porto per il potenziamento delle attività di vigilanza nelle aree marine prospicienti le riserve regionali terrestri e nei Siti di Importanza Comunitaria (Sic) marini ricadenti nel territorio della Regione siciliana”. Via libera, in altri termini, all’assessore regionale per il Territorio e l’ambiente, Maurizio Croce, per la sottoscrizione del Protocollo.
In questo modo la Regione si potrà assicurare la tutela dei Sic istituiti lungo le coste e fuori dalle Aree marine Protette, e pertanto non affidati, allo stato dei fatti, ad alcun ente gestore. Per i dettagli bisognerà attendere la convenzione attuativa che definirà attività, tempi, personale impiegato e le risorse che si renderanno disponibili. La proposta dell’assessorato è di renderlo operativo per almeno un triennio, salvo successiva proroga.
Sono numerosi i pericoli che incombono sulle diverse tipologie di aree protette isolane, ma di certo l’emergenza incendi, almeno in questo periodo, è quella che si è fatta sentire con maggiore insistenza. Legambiente ha monitorato il numero degli incendi della prima metà del 2017, specificando che ci sono stati 87 siti di importanza comunitaria colpiti dai roghi in tutta Italia e che un terzo di questi si trova in Sicilia. Altri 35, sempre a livello nazionale, hanno riguardato le zone di protezione speciale e uno su tre è stato, ancora una volta, nell’Isola.
Ci sono stati quasi 12 mila ettari bruciati nei Sic e 8.610 negli Zps siciliani. Un bel numero anche se i due dati non risultano cumulabili dal momento che in alcuni casi si tratta ettari condivisi.
L’impegno della Regione arriva dopo l’accusa dell’associazione del Cigno, che proprio in quella direzione aveva puntato l’indice in quanto “istituzioni che hanno la principale responsabilità per l’efficace ed efficiente gestione della rete Natura 2000”.

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