Centrosinistra in pezzi, la poltrona si allontana - QdS

Centrosinistra in pezzi, la poltrona si allontana

Raffaella Pessina

Centrosinistra in pezzi, la poltrona si allontana

martedì 12 Settembre 2017

Musumeci (Centrodestra) e Cancelleri (M5S) in testa ai sondaggi. Renzi: “Ma la Sicilia non sarà il banco di prova delle Nazionali”

PALERMO – A Palazzo dei Normanni tutto tace, l’Assemblea regionale non si riunirà fino al prossimo 19 settembre e le Commissioni, tranne una seduta prevista per l’Antimafia, sono in stand by. Al contrario ferve l’attività politica in preparazionedelle Regionali previste per il 5 novembre. Oggi è attesa una riunione a Roma tra Si e Mdp per definire il processo costituente di questa forza di sinistra che si pone come alternativa al Pd e alla sua compagine. Massimo D’Alema, uno dei rappresentanti più significativi di Art. 1-Mdp, ha spiegato che “c’era stata una dichiarazione congiunta di Pisapia e Speranza che indicava l’obiettivo di un’assemblea costituente programmatica”. D’Alema ha escluso la possibilità che vi possa essere un’alleanza con Ap di Angelino Alfano.

Precisazioni sono arrivate dal Psi
su quello che sarà il simbolo che verrà presentato alle regionali siciliane. Il presidente nazionale Carlo Vizzini e il deputato regionale Nino Oddo in una nota congiunta hanno ribadito che “il Partito socialista presenterà alle prossime regionali una lista insieme a Sicilia Futura con l’indicazione esplicita del simbolo Psi. Altri ex socialisti, privi di tessera di partito da molti anni hanno deciso di sostenere altra lista priva peraltro di alcun riferimento alla nostra storia e ai nostri valori. Scelta legittima questa, ma personale e utile solo ad innescare confusione nell’elettorato”.
Le pessime condizioni meteo hanno impedito che si tenesse la conferenza stampa del Pd, con il candidato presidente Fabrizio Micari e il ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, che non ha potuto raggiungere il capoluogo in aereo dalla Capitale. La partecipazione da parte di esponenti di rilievo nazionale alla campagna elettorale siciliana è particolarmente attiva, poiché tali elezioni rappresentano un banco di prova delle alleanze che potranno essere consolidate alle Nazionali previste per il 2018. Non è d’accordo con questa tesi, però, il segretario nazionale del Pd, Matteo Renzi: “Le elezioni in Sicilia sono importantissime perché disegneranno i prossimi 5 anni di una regione che deve crescere perché se riparte sarà un grande fattore di crescita per tutto il Paese”. Ma ha poi aggiunto: “Non credo che si possano utilizzare come una sorta di giro di prova per le elezioni nazionali. Chi sostiene questo nesso fisiologico nega la storia degli ultimi 60 anni”.

Gaetano Armao, leader del Movimento dei SicilianIndignati
e candidato alla vice presidenza della Regione siciliana per il Centrodestra ha ribadito in una nota che l’attuale situazione economica della Sicilia si deve addebitare al Pd e non all’attuale presidente della Regione, Rosario Crocetta: “Crocetta non ha neanche tutte le responsabilità – ha aggiunto Armao – è stata la foglia di fico dietro la quale si è manifestata una brutale operazione di potere da parte del Pd e dei suoi aggregati che si sono divisi la Regione in feudi personali: ognuno ne ha voluto uno (agricoltura, turismo, formazione…), con annesse disfunzioni e clientele note a tutti”. Armao ha sottolineato come tutto ciò sia accaduto solo con “il concorso dell’esecutivo statale che ha tagliato investimenti, finanziamenti e opportunità”.
“Il Governo regionale – ha detto inoltre Armao – ha chiuso accordi finanziari al ribasso e in perdita per la Sicilia, rinunciando a contenziosi vittoriosi e determinando un bilancio disastroso, con la perdita di 10/12 miliardi di euro e con pesanti effetti anche sui prossimi bilanci. Una delle prime iniziative da assumere è la disdetta di questi accordi rovinosi. Il Partito democratico prima di dirci cosa vorranno proporre devono spiegare ai Siciliani come è stato possibile ridurre la Regione in queste pessime condizioni economiche, come ha potuto firmare un ‘Patto’ che ha finto di dare alla Sicilia soldi che già le appartenevano; come è riuscito a raddoppiare il debito pubblico regionale, facendolo passare da 4 a 8 miliardi di euro”.
Intanto i sondaggi cominciano a snocciolare i primi numeri: il candidato del centrosinistra Micari è dato al 19%, quello del Centrodestra, Nello Musumeci, sarebbe in vantaggio al 38%, a poca distanza dal Cinquestelle, Giancarlo Cancelleri al 32%. Ma si tratta di una situazione destinata a modificarsi nel corso di questi due mesi di campagna elettorale.

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