Una guida agli screening sui più piccoli realizzata dai medici del Bambin Gesù - QdS

Una guida agli screening sui più piccoli realizzata dai medici del Bambin Gesù

redazione

Una guida agli screening sui più piccoli realizzata dai medici del Bambin Gesù

mercoledì 27 Settembre 2017

Dai controlli ortopedici a quelli oculistici e dentistici, passano per i controlli neonatali estesi alle malattie metaboliche

in collaborazione con ITALPRESS
 
ROMA – Una guida su quando e come effettuare screening oculistici, ortopedici, dentistici fino allo screening neonatale esteso alle malattie metaboliche. È quella messa a punto dai medici dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù e contenuta nel numero di settembre di “A scuola di salute”, magazine digitale a cura dell’Ibg (Istituto Bambino Gesù per la salute del bambino e dell’adolescente).
“Gli screening oculistici – ricordano gli esperti del Bambino Gesù – hanno lo scopo di individuare patologie oculari in maniera semplice e non invasiva. Il primo screening va effettuato alla nascita attraverso il test del riflesso rosso in campo pupillare e serve a individuare, tra gli altri, il retinoblastoma (tumore oculare che può compromettere non solo lo sviluppo visivo, ma mettere a rischio anche la sopravvivenza del piccolo), la cataratta congenita e la retinopatia del prematuro. Lo screening può essere eseguito dal neonatologo o pediatra presso il punto nascita prima della dimissione del neonato. Entro i tre anni di età è raccomandato uno screening visivo che serve a escludere difetti refrattivi o di vista, presenza di ambliopia (in gergo ‘occhio pigro’), strabismo o anomalie della motilità oculare. Il controllo, eseguito dall’ortottista e dall’oculista pediatra, si basa sull’impiego di test molto semplici e di rapida esecuzione”.
Sono tre, invece, i periodi in cui effettuare controlli ortopedici: il primo alla nascita (si verificano tra gli altri displasie congenite all’anca e altre malformazioni, piede torto congenito, torcicollo, tibia curva congenita); poi alla “seconda infanzia”, una volta acquisita la posizione eretta e la deambulazione su due piedi (in questo periodo si verificano, tra gli altri, eventuali difetti in deambulazione, claudicazione e piede piatto); infine nella fase pre-adolescenziale, in cui si controllano patologie della colonna quali scoliosi e cifosi.
“Il primo controllo odontoiatrico – suggeriscono gli esperti – può avvenire quando si è completata la dentizione “da latte” (circa 3-4 anni). Tuttavia, in presenza di problematiche importanti come ad esempio mancata eruzione dei denti da latte o malformazioni, si può anticipare il controllo odontoiatrico. Per evitare un impatto brusco con la poltrona del dentista è importante che le visite vengano effettuate anche in assenza di condizioni di urgenza o dolore. Durante la prima visita il bambino ha l’opportunità di prendere confidenza con l’ambiente e con il personale odontoiatrico che deve essere adeguatamente preparato all’accoglienza psicologica del piccolo paziente. L’odontoiatra spiegherà ai genitori le regole di igiene orale e alimentare da osservare, valuterà lo stato di salute dei tessuti duri e molli della bocca, nonché delle articolazioni temporo-mandibolari”.
Un capitolo a parte è dedicato alle seicento malattie metaboiche, che costituiscono circa il 10% delle malattie rare. Grazie allo screening neonatale esteso (Sne) è possibile individuare oltre 40 malattie tra loro differenti. Si tratta di malattie in cui la diagnosi precoce e il trattamento tempestivo possono evitare l’insorgenza di sintomi invalidanti e, nei casi più gravi, anche la morte. La positività allo screening rappresenta l’inizio di un percorso ed è per questo che si parla di "sistema screening. L’esito positivo dello Sne non equivale a una diagnosi di malattia: in caso di positività, il neonato viene convocato in tempi rapidi e sottoposto a ulteriori esami. Se esso è confermato viene subito avviata la terapia, basata su modifiche della dieta e sull’impiego di farmaci e vitamine. La terapia è specifica per ciascuna malattia e deve essere seguita in centri altamente specializzati. Oltre alle cure standard, in alcune malattie individuabili con lo Sne il trapianto di fegato si è dimostrato particolarmente efficace”.

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