Cittadini che non votano non sono cittadini - QdS

Cittadini che non votano non sono cittadini

Carlo Alberto Tregua

Cittadini che non votano non sono cittadini

sabato 04 Novembre 2017

Il dovere di scegliere il Ceto politico

Se la Sicilia perde il treno della ripresa, l’Isola fallisce e con essa precipitano all’Inferno tutti i siciliani, soprattutto quelli meno abbienti, col conseguente aumento del numero dei poveri, dei giovani disoccupati e il crollo di una miriade di piccole e medie imprese che in Sicilia costituscono il 96% del tessuto economico.
Dunque, la ripresa va presa per i capelli, afferrati con tutta la forza possibile e con la ferrea volontà di parteciparvi anche per recuperare nei prossimi cinque anni una parte dell’enorme differenza con le regioni ricche del Nord.
La nuova Classe politica che dirigerà la Sicilia dovrà tentare di acquisire prestigio e reputazione per esercitare la doverosa pressione sul prossimo governo, affinché decida di trasferire al Sud adeguate risorse, in modo da diminuire l’enorme gap infrastrutturale e creare le condizioni perché arrivino investimenti nazionali ed esteri.
Un’impresa improba che la nuova dirigenza politica dovrà affrontare, se avrà capacità e competenze.
 
Un’altra montagna di problemi dovranno affrontare Presidente e maggioranza (se vi sarà) e cioè riformare da cima a fondo la Pubblica amministrazione regionale, tagliando sprechi e privilegi e trasformandola da continuo ostacolo a tutte le attività economiche dell’Isola in motore propulsivo per il sostegno delle stesse.
Forse questo è il compito più arduo perché burocrati e dipendenti regionali non sono abituati alle regole del Piano aziendale, cioè avere fissati obiettivi che devono (ripetiamo, devono) essere raggiunti secondo un rigorosissimo cronoprogramma.
E non sono abituati ai controlli ferrei e rigorosi che terzi debbono effettuare al fine di confrontare i risultati raggiunti con gli obiettivi prefissati.
Né sono abituati a ricevere sanzioni concrete, o meglio premi, in relazione al rapporto fra risultati e obiettivi.
Per fare quanto precede, i siciliani dovranno eleggere una Classe politica onesta e capace, onesta e capace. Ecco perché è fondamentale che si vada a votare in massa per partecipare a tale scelta con consapevolezza. I cittadini che non vanno a votare non sono cittadini, ma semplici pupazzi che subiscono la volontà di chi è andato a votare.
 
 
Le italiane hanno acquisito il diritto al voto solo nel 1947, settant’anni fa, ma poi via via, hanno perso la voglia di votare, cioè di esercitare un diritto che è anche un dovere: il diritto e il dovere di scegliere una Classe dirigente politica che poi governerà per cinque anni.
I siciliani hanno dimostrato pochezza e incapacità nelle ultime tre legislature quando hanno eletto Cuffro, Lombardo e Crocetta: tre presidenti che hanno rovinato la Sicilia, facendola precipitare verso i parametri socio-economici più bassi della sua storia economica post-guerra.
Ora è tempo di ribaltare il modo di comportarsi e scegliere fra le quattro compagini in competizione (la quinta è solo di bandiera), quella che si ritiene più idonea ad agganciare il treno della ripresa.
Esaminiamole brevemente sotto il profilo della probabilità a divenire dirigenza regionale.
 
Claudio Fava, persona integerrima, bravo ed intelligente giornalista oltre che plurideputato, sarebbe un ottimo Presidente e farebbe pulizia all’interno della Regione, ma ragionevolmente non ha i numeri. Il 10% sarebbe un successo.
Fabrizio Micari, eccellente professore, sarebbe anch’egli un ottimo Presidente. Il suo mentore, Leoluca Orlando, ha rimesso a posto l’amministrazione comunale di Palermo e gli darebbe il necessario supporto per tentare di rianimare l’esausta Regione, ma il Pd l’ha di fatto abbandonato. Renzi è andato a tenere una lezione all’Obama Foundation e si capisce perché: qui comandano ancora bersaniani e dalemiani, suoi acerrimi nemici.
Giancarlo Cancelleri è una brava persona, non è nuovo alla politica perché già ha un’esperienza quinquennale come deputato. Non ha credenziali che dimostrino le competenze necessarie per amministrare un’azienda come la Regione che ha un bilancio di 16 miliardi, oltre a 17, 6 miliardi di fondi diversi da spendere. E infine, Nello Musumeci, incensurato e buon amministratore come ha dimostrato alla Provincia di Catania. Ha la zavorra degli impresentabili. Ma essi sono venti su 200 candidati del centrodestra.
Questo è il quadro. Siciliani, tocca a voi votare e scegliere bene, sbagliare sarebbe disastroso!

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