Siglato protocollo d'intesa a tutela delle risorse irrigue - QdS

Siglato protocollo d’intesa a tutela delle risorse irrigue

Rosario Battiato

Siglato protocollo d’intesa a tutela delle risorse irrigue

venerdì 22 Dicembre 2017

Firmato protocollo tra Anbi, Coldiretti e Terna per strategia comune sull’utilizzo sostenibile delle acque. Nell’Isola tra le energie alternative è netto il predominio di solare ed eolico

PALERMO – Un impegno per mettere assieme tre grandi risorse che, soprattutto in Sicilia, rischiano di diventare emergenze: acqua, rinnovabili e territorio. L’obiettivo ambizioso arriva da Coldiretti, Terna e Anbi (associazione dei Consorzi di bonifica, le autorità di diritto pubblico che gestiscono i bacini idrici) che nei giorni scorsi hanno firmato un Protocollo d’Intesa per impegnarsi nell’identificazione di una strategia comune per ottimizzare le risorse irrigue e, allo stesso tempo, puntare sull’efficientamento energetico e la protezione del territorio.
 
Gli ambiti di collaborazione, si legge nella nota congiunta, mettono assieme due punti essenziali: il disegno di una “strategia volta a massimizzare i benefici derivanti dall’impiego della risorsa irrigua attraverso una gestione polivalente” e l’impegno a “identificare le azioni finalizzate all’utilizzo ottimale ed efficiente delle reti idriche e degli invasi per usi idro-potabili, irrigui ed energetici”.
 
Particolare attenzione sarà dedicata da Anbi e Terna, che a tal proposito istituiranno un gruppo di lavoro, all’individuazione di “ipotesi di gestione di risorse idriche che consentano l’uso idroelettrico di impianti già esistenti che debbano essere adeguati o ammodernati per garantirne una migliore efficienza”. In una seconda fase si valuterà anche l’avvio di “possibili iniziative volte ad attivare la produzione di energia idroelettrica sufficiente a consentire l’autonomia energetica dei Consorzi di bonifica”.
 
Coldiretti, in prima linea nell’uso più efficiente delle risorse naturali, si impegna a “collaborare perché tutte le azioni intraprese dai diversi attori istituzionali rispettino i principi di sostenibilità ambientale, per preservare il patrimonio rurale italiano e favorire la conservazione della biodiversità, tipica della nostra agricoltura”.
 
Una declinazione siciliana del protocollo potrebbe rappresentare una grande opportunità. Nell’Isola il predominio di solare ed eolico è evidente: gli ultimi dati del Gse hanno mappato 44.683 impianti (3.287,2 MW di potenza), ma minima è stata la porzione idraulica (17 impianti, 147,4 MW). Il contributo dell’idroelettrico al bilancio energetico isolano non è ancora all’altezza: appena 474,9 GWh prodotti, pari al 2% del totale regionale.
 
Decisamente negativa anche la gestione dell’acqua. Da una parte si spreca – alcuni centri perdono fino alla metà dell’acqua immessa in rete a causa delle condutture fatiscenti – e dall’altra mancano le infrastrutture adeguate per utilizzare quella piovana. Stando all’ultimo aggiornamento dell’Anbi, in Italia sono state censite 31 grandi opere incomplete per un totale di oltre mezzo miliardo di investimenti e altri 620 milioni necessari per il completamento.
 
In Sicilia i progetti congelati, almeno tra quelli censiti dall’Anbi, sono quattro per 120 milioni di euro già investiti (un quinto del totale) e necessitano di un centinaio di milioni per il completamento, ma potrebbero essere ancora di più, considerando le opere incomplete o gli invasi che non utilizzano la piena capacità. Serve un impegno adeguato a livello nazionale: nelle scorse settimane il ministro Galletti aveva ammesso che l’Italia riesce a riutilizzare soltanto l’11% dell’acqua piovana (dati Ispra) e che ci vorrebbero più invasi.

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