CATANIA – Alcune cose fatte e tante altre ancora da realizzare. Un fitto programma, con tanto di emergenze evidenziate, è stato stilato dalla commissione consiliare permanente al Patrimonio che, negli ultimi anni, ha lavorato intensamente per effettuare ricognizione delle proprietà comunali da riqualificare o destinare a nuova vita. Una serie di luoghi, edifici e immobili del Comune di Catania che, con la dovuta attenzione, potrebbero rappresentare una vera e propria fonte di ricchezza per le casse comunali o essere utilizzati in modo utile, a sostegno ad esempio, delle realtà associative o delle esigenze abitative.
“Nel corso di decine e decine di sopralluoghi, sedute itineranti e conferenze dei servizi in tutta la città – afferma la vice presidente della Commissione, Ersilia Saverino. Questo ci ha permesso di fare il punto della situazione sui beni immobili comunali e di stilare un elenco consegnato all’attenzione dei tecnici e degli esperti di Palazzo degli Elefanti con la precisa intenzione di rivalutarli e recuperarli”.
Un lavoro certosino, cui hanno contribuito tutti i membri della commissione, che ha permesso di evidenziare alcune priorità: come ad esempio l’ex centro commerciale di Vulcania, più volte oggetto di segnalazioni da parte dei cittadini e dei consiglieri della terza municipalità per via del profondo stato di abbandono – e di degrado – in cui si trova.
“Il nostro lavoro è durato 4 anni – spiega Salvo Tomarchio, presidente della commissione – e ci ha permesso non solo di venire a conoscenza dell’immenso patrimonio posseduto dal Comune, ma anche di redigere una sorta di scheda tecnica per ogni sito. Abbiamo in programma un nuovo sopralluogo – continua – sia nell’ex centro commerciale che in altre zone della città”.
Alcune delle segnalazioni della commissione sono state raccolte dall’amministrazione, come ad esempio quelle relative all’ex Mercato ittico di via Domenico Tempio e all’ex scuola “Giovanni XXIII” di Nesima che presto, dovrebbero diventare sedi di uffici comunali. O la riqualificazione del Monumento di caduti di piazza del Tricolore, strappato al degrado e dato in gestione a privati che lo hanno trasformato in uno spazio espositivo.
Altre, invece, sono rimaste lettera morta. Come quelle relative a Vulcania, appunto, o altre, come la villa abbandonata di via Merlino, il Parco Monte Po, l’edificio e il parcheggio di via Ala, l’ex scuola Padre Santo di Guardo a San Giovanni Galermo (quest’ultima destinataria di parte dei finanziamenti del Bando periferie, illustrato poco prima di Natale) e l’ex scuola di via Toledo. O la zona industriale, che dovrebbe cambiare volto con l’arrivo dei fondi stanziati con il Patto per Catania.
“Per queste ragioni – concludono i due consiglieri – continueremo a lavorare intensamente in questo nuovo anno, per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissi, dando priorità a luoghi che necessitano di essere recuperati”. Tra questi, anche l’ex raffineria del viale Africa e il teatro Moncada di Librino.