Un anno da Capitale della Cultura, per Palermo un 2018 nel segno dell'arte - QdS

Un anno da Capitale della Cultura, per Palermo un 2018 nel segno dell’arte

redazione

Un anno da Capitale della Cultura, per Palermo un 2018 nel segno dell’arte

martedì 30 Gennaio 2018

Ieri il via ufficiale all’evento, celebrato alla presenza del presidente del Consiglio Gentiloni

PALERMO – Mostre, retrospettive, restauri, progetti di riqualificazione, spettacoli teatrali, esibizioni, installazioni, concerti e iniziative culturali per tutti i gusti, per un totale di circa 780 eventi che da qui alla fine dell’anno potrebbero anche raddoppiare. Senza dimenticare le circa 600 iniziative collaterali alla biennale di arte contemporanea “Manifesta 12”. Insomma, per Palermo sarà un anno stracolmo di bellezza e di arte.
 
Il via ufficiale ieri con una sobria cerimonia al Teatro Massimo che ha inaugurato l’anno da Capitale italiana della Cultura. Presenti il premier Paolo Gentiloni, il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, il governatore Nello Musumeci, il presidente dell’Ars Gianfranco Micciché, l’assessore regionale Vittorio Sgarbi, il sindaco Leoluca Orlando, l’assessore comunale Andrea Cusumano, sindaci da tutta l’Isola, autorità civili, militari e religiose. Presentato il logo, realizzato da Sabrina Ciprí, 22enne allieva palermitana dell’Accademia di Belle arti e della cattedra di Design grafico guidata da Fausto Gristina: quattro P declinate in arabo, greco, ebraico e fenicio, simbolo dei popoli che hanno fondato il capoluogo siciliano. Da mezzanotte è operativo il sito web.
 
Musumeci ha annunciato “un contributo di un milione di euro per Palermo Capitale e per tutti quei Comuni che dovessero conquistare dei titoli per delle caratteristiche specifiche. Penso ai borghi o ai premi che riguardano i paesaggi, le specialità culinarie e così via”. Somma che si aggiunge al milione di finanziamento dal Mibact per il prestigioso riconoscimento. Un altro stanziamento dovrebbe arrivare, sempre dal Mibact via Cipe, per costruire a Palermo, così come anticipato dal premier Gentiloni, “una grandissima biblioteca di studi islamici dedicata a Giorgio La Pira”.
 
“Siamo qui – ha detto il presidente del Consiglio – non perché siamo impazziti, ma per celebrare Palermo. Non è che non ci rendiamo conto dei disagi e delle difficoltà che questa città affronta, ma questo è anche un modo per rispondere alle difficoltà e per rilanciare la città e la Sicilia intera. Questa è la città del dialogo col Mediterraneo e io voglio ringraziarla perché gli italiani ne sono orgogliosi. Guai a rinunciare a questa storia, a queste radici, e guai a immaginare che le radici possano essere utilizzate per chiuderci, per alzare muri: è la forza delle nostre radici che ci consente di dialogare senza chiusure e protezionismi. Ed è una lezione di questa città, che ha sofferto e che certamente non ha del tutto superato difficoltà sociali, che è stata anche al centro di lutti e minacce, che è stata in qualche modo costretta a convivere con stereotipi a livello nazionale e internazionale. Ma è una città che sta cambiando, proiettata nel futuro”.
 
Sorte che potrebbe toccare presto anche a un’altra realtà isolana: il ministro Franceschini ha infatti ricordato che il 16 febbraio sarà annunciata la Capitale italiana della Cultura 2020 e fra le città candidate c’è anche Agrigento.
 
Sterminato, come detto, l’elenco degli eventi: un fiume destinato a ingrossarsi nei prossimi mesi. Ci sono anche 24 progetti speciali da avviare entro il 2020. Ed ecco i principali: la presentazione, in anteprima mondiale, del progetto di Aga Khan “Trust for Culture” per la ricostruzione del suq, della moschea degli Omayyadi e del minareto di Aleppo, patrimonio Unesco, distrutti nel 2013 durante il conflitto siriano; il ritorno del ritratto di donna Franca Florio del pittore Giovanni Boldini, acquistato dai marchesi Berlingieri per oltre un milione di euro e messo a disposizione per un’esposizione di due mesi a Villa Zito; una retrospettiva all’Albergo dei Poveri sul fotoreporter Robert Capa; la nuova Gipsoteca a Palazzo Fernandez; il restauro di Palazzo Butera grazie al contributo di Massimo Valsecchi e della moglie Francesca Frua de Angeli; un’installazione a Castello Utveggio; la Festa Europea della Musica; l’Opera Paese nel quartiere Danisinni; il “Rigoletto” dell’attore hollywoodiano John Turturro; una mostra su Antonello da Messina.
 
Tra i 24 progetti speciali di messa a sistema e riqualificazione, il parco culturale della Zisa con la creazione di un’unica cabina di regia per i Cantieri Culturali, i Giardini e il Castello; la nascita del parco Casina Cinese-Pitrè che racchiuderà la Casina Cinese, il Museo etnografico Giuseppe Pitrè e la Città dei Ragazzi; la nascita di una sinagoga nell’oratorio di S. Maria del Sabato concesso dall’arcivescovo Corrado Lorefice; come visto, la Biblioteca La Pira; la collocazione dell’altare Gagini nella cappella dedicata allo Spasimo; un memorial sulla mafia; nuovi musei, come quello sulla Maschera Palermitana o quello della Vespa in via Maqueda; un portale unico dell’offerta culturale e turistica della città e unificazione integrata delle biglietterie; due call internazionali per rispolverare i vecchi progetti del centro congressi e dell’acquario.

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