Esperti riuniti per salvare l'agrumicultura isolana - QdS

Esperti riuniti per salvare l’agrumicultura isolana

Chiara Borzi

Esperti riuniti per salvare l’agrumicultura isolana

mercoledì 14 Febbraio 2018

Insediato a Palazzo D’Orleans il “Tavolo degli agrumi” alla presenza dei vertici istituzionali e dei rappresentanti di categoria. Stato e Regione collaboreranno perché ci sono le risorse (10 milioni) provenienti dal fondo agrumicolo

PALERMO – Ottimismo e voglia di lavorare per rilanciare l’agrumicoltura siciliana. Questa l’aria che tira intorno al “tavolo agrumi”, costola regionale della stessa assemblea riservata al tema istituita più di un anno fa dal Ministero dell’Agricoltura (Mipaaf). Giorno 6 febbraio si è insediato a Palazzo d’Orleans il tavolo alla presenza del presidente della regione Nello Musumeci, il sottosegretario Giuseppe Castiglione, il capo dipartimento del Mipaaf Luca Bianchi, il capo gabinetto dell’assessorato regionale all’Agricoltura Marcello Maisano e i principali attori del primo settore siciliano.
 
Stato centrale e Regione Sicilia collaboreranno perché ci sono fondi disponibili da impiegare a favore del rilancio dell’agrumicoltura. Ci sono 10 milioni di euro (fondo agrumicolo) da investire per innestare nuove colture resistenti al virus Tristeza, creare un catasto agrumicolo, rafforzare le esportazioni, collegare il comparto alla grande distribuzione.
 
“Una volta tanto – ha spiegato il presidente regionale di Confagricoltura Ettore Pottino – la Sicilia non è più periferia ma centro dei meccanismi decisionali a favore di un settore per se stesso vitale. Inoltre, c’è un’assunzione di responsabilità da parte del governo regionale che è inedita e abbiamo molto apprezzato la scelta del presidente Musumeci di muoversi in prima persona per questa battaglia. Il tavolo convocato a Palermo era completo, mancava solo l’industria – ha spiegato Pottino – ma guardiamo con ottimismo ad un loro presenza futura. Sarà determinante perché non serve solo produrre arance, ma inserire il prodotto in un sistema di trasformazione e vendita che accresca la resa economica”.
 
Al tavolo Agrumi siciliano è stata presente Alessandra Gentile, docente del Dipartimento di Agricoltura, esperta di Scienza della piante agricole e orticoltura, e vice presidente del Crea. “Sembra essere arrivato il momento di un’azione efficace – ha dichiarato la docente – non ci sono alibi che possano farci credere che l’azione del tavolo agrumi serva ad ottenere consensi. Il governo centrale ha fatto il suo corso, non c’è campagna elettorale in Sicilia e la stessa Sicilia ha ora il compito di lavorare in sinergia con il ministero per far sì che i finanziamenti a disposizione servano per due compiti innanzi tutto: sostituire le aranceti malati di Tristeza con innesti sani e avviare un’azione informativa sulla possibilità di consumare un arancia anche di dimensione più piccola, ma di una qualità non inferiore. Sembra sia arrivata la possibilità di comprendere la centralità dell’agricoltura siciliana anche nel contesto nazionale e non solo in quello regionale. Tra qualche settimana ci ritroveremo per proseguire i lavori”.
 
A metà gennaio si è espresso così il sottosegretario Castiglione all’annuncio della disponibilità dei 10 milioni di euro: “Dobbiamo restituire competitività al comparto agrumicolo attraverso un approccio realmente integrato e capace di utilizzare tutte le risorse a disposizione per gli imprenditori agrumicoli, ciò deve passare principalmente attraverso il ripristino del potenziale produttivo e un rinnovo varietale e attraverso il Fondo agrumicolo di 10 milioni di euro previsto in Legge stabilità 2018”. Secondo quanto comunicato dal Mipaaf la somma del fondo agrumicolo sarà così ripartita, 2 per il 2018 e 4 per gli anni 2019 e 2020.

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