Tra Bilancio, Ddl Stabilità e un nuovo Sgarbi show - QdS

Tra Bilancio, Ddl Stabilità e un nuovo Sgarbi show

Raffaella Pessina

Tra Bilancio, Ddl Stabilità e un nuovo Sgarbi show

martedì 20 Marzo 2018

C’è l’impegno per approvare i documenti finanziari entro il 31 marzo. L’ormai ex assessore ai Beni culturali Vittorio Sgarbi ha ufficializzato l’addio 

PALERMO – Il Governo e Parlamento si impegnano si ad approvare il Bilancio e il Ddl di Stabilità regionale entro il 31 marzo. È quanto è stato stabilito nell’ultima conferenza dei capigruppo riunitasi a Palazzo dei Normanni, alla presenza del presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè. Il Governo regionale, rappresentato dall’assessore al Territorio e all’Ambiente, Toto Cordaro, si è impegnato a trasmettere i documenti finanziari entro domani.
 

 
L’indomani, il 22 marzo, il presidente Miccichè assegnerà alle Commissioni legislative di merito Bilancio e Finanziaria, il cui iter dovrebbe essere completato entro 5 giorni. Il 26 marzo una conferenza dei capigruppo verificherà se ci sono le condizioni per approvare i documenti finanziari entro la fine del mese quando scade l’esercizio provvisorio. Una vera e propria corsa contro il tempo e soprattutto contro i ritardi.
 
“Il ritardo – ha detto il presidente Miccichè – non è addebitabile al Parlamento, ma non è neanche responsabilità del governo che ha dovuto attendere oltre misura i dati necessari per varare il Bilancio consolidato”. Il calendario dei lavori parlamentari prevede, dunque, che oggi la commissione Bilancio approvi il Rendiconto e il Bilancio consolidato.
 
Giovedì 22, il documento di Programmazione di economia e finanza regionale (Defr) dovrebbe avere il via libera in commissione Bilancio, dopo la relazione della Sezione di controllo della Corte dei Conti, presieduta da Maurizio Graffeo, per arrivare in Aula il 27 marzo. Se non ci saranno intoppi entro il 31 marzo l’Ars potrebbe varare sia il Bilancio che il disegno di legge di Stabilità. Tutto dipenderà dallo stato dei lavori che avrà compiuto la commissione Bilancio, presieduta da Riccardo Savona, che invita il governo “a presentare una Finanziaria più snella possibile con qualche riforma per lo sviluppo della Sicilia”.
 
È polemica, intanto, attorno alla vicenda che ha visto le dimissioni di Vittorio Sgarbi dalla carica di assessore regionale ai Beni culturali. “Me ne vado – ha detto – ma non di mia iniziativa, sono stato cacciato fuori. C’era un patto in base al quale sarei rimasto assessore in Sicilia, anche se eletto al Parlamento, e che me ne sarei andato solo se fossi diventato ministro. Ora chiedo almeno di avere il tempo di firmare gli ultimi provvedimenti, non si tratta più di scegliere, me ne vado”.


Sgarbi ha detto che di essere deluso perché il presidente Nello Musumeci non sarebbe stato “affatto cortese”. Questa settimana si dovrebbe concludere una trattativa per ottenere 39 milioni di euro per Selinunte da parte di un mecenate. Sgarbi ha detto che i soldi “non li dà a me, ma tratterà con me. Se me ne vado con chi tratterà? Se fossi Musumeci chiederei a me di restare almeno fino a quando l’operazione non sia conclusa”.
 
Inoltre, il neo deputato alla Camera ha chiarito di non essere andato al ritiro del Governo di Castelbuono perché nessuno lo ha mai invitato. “Sebbene qualcuno dica che mi sia stato notificato l’invito – ha precisato – non ho ricevuto nulla”.
 
Sgarbi ha anche parlato della situazione politica regionale: “Perché noi vinciamo le regionali e perdiamo le politiche? Perché probabilmente la struttura che ha vinto le regionali non si è mossa durante le politiche”.
 
Sgarbi ha poi ribadito di essere stato l’unico a manifestarsi quale oppositore del Movimento 5 stelle. “Ho fatto dei numeri – ha evidenziato – che per alcuni sono stati molto volgari. Tutto questo ha creato in Italia e anche qui una situazione di scontro frontale che può darsi abbia determinato anche in Assemblea il malumore del M5s, però non capisco perché ha sortito lo stesso effetto nel centrodestra. C’è dietro una situazione politica molto conflittuale, non so con chi voglia conciliarsi il centrodestra”.

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