Rifiuti: niente piano? Niente fondi. "Gravi responsabilità del passato" - QdS

Rifiuti: niente piano? Niente fondi. “Gravi responsabilità del passato”

Rosario Battiato

Rifiuti: niente piano? Niente fondi. “Gravi responsabilità del passato”

martedì 20 Marzo 2018

L’Ue ha bloccato 179 mln destinati all’Isola per l’assenza del Programma regionale, atteso da 10 anni. Musumeci fissa la data: “Lo presenteremo a dicembre. Già c’è un gruppo di lavoro” 

PALERMO – Adesso ci sono 179 milioni di buone ragioni per correre e aggiornare in tempi brevi il piano di gestione dei rifiuti. La scorsa settimana la Commissione Ue ha bloccato i fondi destinati a fronteggiare l’emergenza ambientale in Sicilia perché la Regione non si è ancora dotata dello strumento previsto da una direttiva comunitaria risalente a dieci anni fa (direttiva 2008/98/Ce).
La notizia, rimbalzata su tutti i media in seguito al Comitato di sorveglianza del Po-Fesr Sicilia 2014-2020 (il Programma operativo prevede una dotazione complessiva di oltre 4,5 miliardi di euro) che si era svolto a Palermo, deriva appunto da un passaggio contenuto nel documento sullo stato di attuazione all’interno del quale si precisa che “la Commissione ha comunicato il mancato soddisfacimento della Cexa (condizionalità ex ante settoriale, ndr) a causa della carenza di un piano regionale di gestione dei rifiuti coerente con le previsioni della direttiva 2008/98/CE. Pertanto i pagamenti risultano sospesi”. Un passaggio raccolto da Franco Garufi e pubblicato sul portale del Centro Pio La Torre di Palermo.


La corsa è cominciata, ma speriamo che non sia soltanto una falsa partenza. Anche la giunta Crocetta aveva promesso un aggiornamento del piano in tempi brevi, salvo poi restare impantanata nei meandri delle autorizzazioni ambientali della macchina burocratica regionale. Nello Musumeci, invece, ha una data: “a dicembre presenteremo il ‘Piano regionale dei rifiuti’, già abbiamo istituito il gruppo di lavoro, stiamo pubblicando l’avviso per creare lo staff perché non abbiamo tecnici e utilizzeremo i fondi che l’Unione Europea ci ha messo a disposizione”. Un riferimento che rispecchia il cronoprogramma presentato all’Ars e “come ho detto in aula, entro dicembre, finalmente dopo otto anni, la Sicilia avrà il Piano regionale dei rifiuti”.
 
Per il brevissimo periodo la strategia concordata con l’assessore Pierobon e con il consulente Angelini prevede l’approvazione di “un Piano stralcio, che ci consentirà di liberare le prime risorse per gli interventi nel settore”.
 
Proprio quest’ultimo potrebbe far emergere una situazione particolarmente complicata. “Abbiamo già costituito l’ufficio speciale per la bonifica delle discariche”, ha spiegato Musumeci, un impegno che è indirizzato al contenimento di nuove procedure di infrazione, dal momento che la Sicilia è già nel mirino dell’Ue per una decina di discariche non bonificate. “Sono 511 le discariche in Sicilia: non sappiamo quante siano inquinanti e quante dormienti – ha aggiunto –. Tante cose potevano essere fatte, cinque, dieci, 15 anni fa e purtroppo non sono state fatte”.
 
Per il governatore la responsabilità va rintracciata anche nel passato più recente: “La mancata adozione del Piano rifiuti è una responsabilità gravissima – ha scritto in una nota – del precedente governo alla quale stiamo ponendo riparo” .
I ritardi sul piano non sono una novità. La Sicilia era tra le regioni segnalate nella procedura di infrazione 2015/2165, relativa appunto all’aggiornamento dei Piani regionali di gestione dei rifiuti. Nel febbraio scorso, Bruxelles aveva rilevato che diverse regioni italiane, tra cui appunto la Sicilia, erano in ritardo con l’aggiornamento dei loro piani di gestione dei rifiuti, previsto dalla direttiva quadro sui rifiuti del 2008. Le Regioni coinvolte hanno poi adottato i rispettivi piani e l’Italia lo ha notificato alla Commissione, che ha chiuso il caso. Ma per la Sicilia, dopo quest’ultimo aggiornamento, è ancora tutto ancora da vedere.

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