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Tiangong 1: si teme una brutta sorpresa dallo spazio

redazione

Tiangong 1: si teme una brutta sorpresa dallo spazio

sabato 31 Marzo 2018

La Sicilia resta a rischio per l'eventuale caduta di frammenti dalla stazione cinese, che ha rallentato la velocità di rientro e cadrà sulla terra nelle prime ore della Pasquetta. Non cadrà in America e Australia. La possibilità che i frammenti cadano sull'Italia sono molto basse (0,2%) ma Protezione civile e Agenzia spaziale sono riunite in seduta permanente e hanno diffuso una scheda di comportamenti in caso di impatto. Il rischio dell'idrazina nei frammenti

Anche se le possibilità sono davvero molto basse, si teme comunque una brutta sorpresa pasquale in arrivo dallo spazio.
 
Calcoli recentissimi hanno accertato che la stazione spaziale cinese Tiangong 1 non cadrà su America settentrionale e centrale né su gran parte dell’Australia, insieme a parte della Nuova Zelanda e al Madagascar. Lo indicano i calcoli dell’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione Faedo del Cnr.
 
La Sicilia intanto è sempre a rischio per l’eventuale caduta di frammenti della stazione cinese Tiangong 1 in territorio italiano. Secondo la Protezione civile il rischio, oltre alla nostra regione, riguarda anche Toscana, Lazio, Marche,
Abruzzo, Umbria, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sardegna. Il pericolo, invece, non riguarderebbe più Liguria ed Emilia-Romagna.
 

 
L’analisi è stata effettuata "sulla base degli ultimi dati forniti dall’Asi, l’Agenzia spaziale italiana".
Attualmente la Tiangong 1 si avvicina alla Terra a una velocità considerata piuttosto bassa perché sul Sole non stanno avvenendo eruzioni. Quando non c’è attività solare, infatti, l’atmosfera è rarefatta e questo fenomeno rallenta la caduta dei veicoli spaziali.
 
 

L’impatto dei veicolo con l’atmosfera, previsto inizialmente per l’alba di Pasqua, è ormai slittato alle ore comprese fra la sera di Pasqua e il mattino di Pasquetta.
 
Le stime più recenti, sulla base dei dati dell’Asi, indicano come momento più probabile per il rientro le 2.34 del mattino del 2 aprile, nella notte tra Pasqua e Pasquetta, dunque, anche se si parla di una "finestra di incertezza tra le cinque e le dieci ore".
La fascia potenzialmente a rischio continua a essere quella, vastissima, compresa fra 43 gradi di latitudine Sud e 43 gradi di latitudine Nord. Si tratta di una delle aree più popolose della Terra, basti pensare che comprende città come Los Angeles, New York, Rio De Janeiro, Madrid, Roma, Nuova Dehli, Sydney, Hong Kong e Tokyo.
 
La possibilità che frammenti della Tiangong-1 possano cadere sul territorio italiano, come detto è per la verità piuttosto remota (0,2%) ma la Protezione civile è ugualmente in allerta.
 
Il tavolo tecnico di coordinamento con Enac, Enav, Aeronautica Militare e Difesa è riunito in seduta permanente e il capo dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli, valuterà in base agli aggiornamenti la convocazione del Comitato Operativo nazionale, sia per analizzare gli scenari che per prendere le dovute decisioni in tempo reale.
 
Per chi volesse seguirli, gli aggiornamenti saranno pubblicati sul sito istituzionale del Dipartimento www.protezionecivile.gov.it.
 
Intanto l’Asi ha diffuso una scheda sui "Comportamenti di auto protezione": poiché è poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, è più sicuro stare in luoghi chiusi e nei piani bassi, lontano da finestre e porte vetrate, sotto le volte dei piani inferiori e nei vani delle porte inserite nei muri portanti o vicino alle colonne.
 
"Poiché alcuni frammenti di grandi dimensioni potrebbero sopravvivere all’impatto e contenere idrazina, si consiglia di non toccarli, di tenersi alla distanza di almeno venti metri e di segnalarne immediatamente la presenza alle autorità competenti".
 
L’idrazina è un composto chimico altamente tossico e corrosivo utilizzato come propellente nei veicoli spaziali. L’esposizione a breve termine all’idrazina porta a convulsioni, edema polmonare, coma. Le esposizioni a lungo termine, invece, sono state collegate allo sviluppo di tumori.

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