A livello nazionale, peggio di noi soltanto Lazio (3,2 mliliardi), Campania e Lombardia (entrambe con 2,3 miliardi)
PALERMO – Si attesta a 1,7 miliardi di euro l’ammontare dei debiti maturati dal sistema sanitario siciliano nei confronti dei fornitori nel 2016 (pari all’8,5% dei debiti complessivi rilevati a livello nazionale pari a 20,5 miliardi di euro), ovvero 339 euro pro capite.
A livello nazionale, si tratta del quarto valore maggiormente sostenuto: infatti, è possibile osservare somme superiori solo nel Lazio (3,2 miliardi di euro, 550 euro pro capite) e Campania e Lombardia (entrambe con 2,3 miliardi di euro, rispettivamente pari a 407 e 237 euro pro capite).
Nel quinquennio compreso tra il 2012 e il 2016, i debiti accumulati dalla Sicilia sono diminuiti del 10,75%, si tratta del quinto tasso di riduzione più contenuto a livello nazionale: infatti, in Lombardia si assiste ad un tasso di riduzione pari al 7,69%, mentre Sardegna, Marche e Provincia autonoma di Bolzano hanno addirittura fatto rilevare l’incremento del debito (rispettivamente +5,67%, +7,50% e +9,01%).
Questi sono solo alcuni dei dati emersi dal “Referto al Parlamento sulla gestione finanziaria dei servizi sanitari regionali – Esercizio 2016”, diffuso lo scorso 20 marzo dalla Corte dei Conti. Allo stato delle informazioni disponibili non è possibile distinguere tra debiti scaduti e non pagati alla scadenza, che costituiscono la massa critica delle passività, e i debiti derivanti da obbligazioni perfezionate ma non ancora esigibili, che devono comunque essere iscritti nei documenti contabili a fine esercizio ma rientrano nella fisiologia della gestione.
Nel 2016 la Sicilia ha speso 3,8 miliardi di euro per l’acquisto di servizi sanitari (il 2,36% in meno rispetto al 2012). Anche in questo caso si tratta del quarto valore maggiormente elevato a livello nazionale: infatti, spendono di più solo la Lombardia (9,2 miliardi di euro), Lazio (5,5 miliardi di euro) e Campania (4,6 miliardi di euro). I servizi sanitari riguardano servizi sanitari per medicina di base, farmaceutica, assistenza specialistica ambulatoriale, assistenza riabilitativa, assistenza integrativa, assistenza protesica, assistenza ospedaliera, prestazioni di psichiatria residenziale e semiresidenziale, distribuzione farmaci File F, prestazioni termali in convenzioni, prestazioni di trasporto sanitario, prestazioni Socio-Sanitarie a rilevanza sanitaria e compartecipazione al personale per attività libero-professionali.
Relativamente al costo per il personale, in Sicilia si spendono 2,7 miliardi di euro (il 3,89% in meno rispetto al 2012), pari quasi all’8% del costo complessivamente sostenuto a livello nazionale (33,8 miliardi di euro). Secondo i dati forniti dalla Corte dei Conti, nella nostra regione la spesa sostenuta per il personale incide per il 29,6% sul valore totale della produzione.
Infine, in Sicilia l’esame dei conti 2016, come già le verifiche relative agli anni 2014 e 2015, ha permesso di rilevare il mancato rispetto delle disposizioni regolate dall’articolo 3, al comma 7, del decreto Legge numero 35/2013: la Regione, infatti, ha erogato al proprio Servizio sanitario regionale entro il 31 marzo 2017 solo il 94% delle risorse incassate nell’anno 2016, anziché il previsto 100%. Per fronteggiare i problemi di liquidità del bilancio regionale, inoltre, la Regione ha anche avuto accesso alle anticipazioni di liquidità (l’ultima nel corso dell’anno 2015 per 1.776 mln), al fine di superare il problema dei ritardati pagamenti. Tuttavia, il mancato integrale trasferimento nei tempi previsti della liquidità spettante al servizio sanitario ha inciso negativamente sulla finalità dell’operazione.