Crisi siriana: Sigonella al centro dell'attenzione internazionale - QdS

Crisi siriana: Sigonella al centro dell’attenzione internazionale

redazione

Crisi siriana: Sigonella al centro dell’attenzione internazionale

giovedì 12 Aprile 2018

Dalla base catanese sono partiti, per ora soltanto in missione di ricognizione, aerei che già da martedì hanno sorvolato lo spazio aereo della Siria in vista di un possibile attacco missilistico Usa. Preoccupazione in Sicilia. Fava chiede risposte a Musumeci e Alfano
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E’ polemica politica dopo che si è diffusa la notizia degli aerei partiti da Sigonella per la Siria.
 
"La cosa più imbarazzante di questa corsa alla guerra è il fatto che l’Italia non dica una parola. Nel senso tecnico del termine. Voglio dire, nessuno ha notizie del nostro ministro degli Esteri in carica, l’onorevole Alfano. Nessuno ha intercettato un suo pensiero, una preoccupazione, una dichiarazione. Volatilizzato! Come se la sua funzione di ministro fosse stata solo un abbellimento di palazzo rispetto alla sua vera vocazione e professione: fare il segretario del suo partitino. C’è una guerra? Ma in Siria, mica ad Agrigento…".
Lo ha scritto Claudio Fava, deputato del Movimento #100passi in un post su Facebook.
 
Il deputato aveva in precedenza già chiesto al Presidente della Regione Musumeci di "non restare in silenzio mentre la Sicilia si appresta ad essere usata come base di partenza per le operazioni militari".
 
Per ora si tratta soltanto di missioni di ricognizione, ma in Sicilia c’è una diffusa preoccupazione per gli aerei che già da martedì hanno sorvolato la Siria per preparare il terreno a un eventuale attacco dei missili americani.
E che sono decollati da Sigonella, a dieci chilometri da Catania.
 
Trump ha infatti dichiarato che farà pagare “a caro prezzo” al regime siriano – e a Russia e Iran che lo appoggiano – l’attacco chimico a Duma.
 
Sono stati impiegati sofisticati velivoli, i Poseidon Marina militare statunitenze, noti anche come "killer dei sottomarini" in particolare per pattugliare il porto siriano di Latakia vicino al quale si trova una base militare russa. Sempre da Sigonella sarebbero partiti anche i Boeing E-3 che hanno pattugliato l’area al confine tra Turchia e Siria.
 
GUARDA IL VIDEO DELLE FORZE ARMATE USA SULL’IMPIEGO DEI POSEIDON 
  
 

Le fonti ufficiali parlano di una ordinaria attività di pattugliamento, ma intanto il cacciatorpediniere americano Donald Cook naviga a poca distanza dalla costa siriana, vicino a un’altra base della marina militare russa.
 
Sigonella torna insomma al centro dell’attenzione internazionale dopo la crisi diplomatica dell’Achille Lauro scoppiata tra Stati Uniti quando era presidente del Consiglio Bettino Craxi.
 
Il 7 ottobre 1985 la nave da crociera italiana Achille Lauro, con a bordo 545 passeggeri, fu abbordata da un commando di quattro terroristi dell’Olp che uccise Leon Klinghoffer, un ebreo americano sulla sedia a rotelle.
 
Dopo esser stata respinta dalla Siria, la nave dirottata giunse a Porto Said, in Egitto, dove i terroristi ricevettero il permesso di entrare al termine di una complicata. Il governo di Mubarak li aiutò a fuggire su Boeing 737 dove si trovava anche il leader dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina, Abu Abbas.
 
 

 
L’aereo fu intercettato dai caccia americani F-24, inviati da Ronald Reagan, che lo costrinsero ad atterrare nella base aerea di Sigonella, ma l’Italia rifiutò di consegnare il commando.
 
Il presidente del Consiglio Craxi rivendicò il diritto di giudicare i terroristi che avevano commesso delitti a bordo di una nave italiana e chiese ai carabinieri di rispondere con le armi a un eventuale tentativo americano di prelevarli. Il commando fu processato in Italia e i quattro, nel 1986, furono condannati all’ergastolo.
Abu Abbas, fuggito a Belgrado fu condannato come mandante della strage.

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