La Pa irresponsabile uccide la ripresa - QdS

La Pa irresponsabile uccide la ripresa

Carlo Alberto Tregua

La Pa irresponsabile uccide la ripresa

sabato 28 Aprile 2018

Istituire il reato di disservizio 

I quotidiani di inchiesta, non allineati al Governo, cominciano a fare uscire la verità e cioè che la burocrazia, ovvero la malaburocrazia, sta uccidendo la ripresa.
Qual è la causa di questa diagnosi? Risiede nel ruolo centrale che ha il sistema dei servizi pubblici nel nostro Paese, e la sua maggiore importanza e rilevanza in tutto il Sud, ove vi è una diffusa povertà, senza del quale l’intero sistema Italia (economico e sociale) non può funzionare.
Già vi sono segnali di rallentamento della pur modesta crescita: il Governo in carica per gli affari correnti ha pubblicato il Documento economico e finanziario prevedendo una crescita uguale a quella del 2017, in ribasso di un decimale rispetto all’altra prevista col precedente Def.
È arrivata la stangata di Eurostat, che ha determinato nel 2,3% il deficit del 2017, anziché l’1,7 ipotizzato dal Governo; l’esportazione rallenta, i consumi sono inchiodati, il Mezzogiorno rantola, insomma l’aria è diventata irrespirabile.
 
Quando un cittadino o un’impresa si rivolgono alle Pubbliche amministrazioni, che ancora funzionano come ai tempi della diligenza perché usano la carta e non si sono modernizzate col digitale, ricevono più no che sì. I tanti no delle Pubbliche amministrazioni di tutti i livelli significano rinviare iniziative, spostarle nel tempo e contribuire a rallentare i processi economici.
Nella sanità la qualità media si abbassa continuamente perché i vertici delle aziende non sempre sono scelti sulla base del merito, ma per affiliazione politica. Questi ultimi, a loro volta, nominano dirigenti sanitari, amministrativi e primari non sempre in base al loro merito e alle loro qualità professionali, ma anche in questo caso in base ad affiliazione politica.
Si potrebbe dire, per conseguenza, che è la politica che ha rovinato la burocrazia: è vero, però quest’ultima ci ha messo del suo.
Eppure, lo ripetiamo sovente, ci sono tantissimi dirigenti di valore professionale, con grandi capacità, che però hanno difficoltà a gestire i dipendenti loro affidati, tra i quali anche moltissimi bravi e coscienziosi. Quindi non è la burocrazia nel suo complesso da deprecare, ma la politica che non sa separare il grano dal loglio.
 
In Sicilia, la conseguenza più tremenda della malaburocrazia è l’incapacità di spendere fondi europei e nazionali, pronti agli sportelli dell’Unione e del Cipe, ma che rimangono in stand-by perché non arrivano progetti qualificati, redatti con puntualità in base alle norme.
L’Assessorato regionale si lamenta che non riceve i progetti dai Comuni; i sindaci si lamentano che non possono redigere i progetti perché non hanno risorse. Vi sono due obiezioni a queste lamentazioni. La prima riguarda la Regione, che potrebbe motu proprio attivare il processo di progettazione delle infrastrutture di propria competenza. La seconda riguarda l’istituzione di un fondo di rotazione per le progettazioni dei Comuni di qualche centinaio di milioni. Essi potrebbero attingervi. Non appena l’Unione deliberasse i finanziamenti, il Fondo si rimpinguerebbe.
Vi sono poi imprese che chiedono finanziamenti europei, ma essi rimangono all’assessorato per qualche cavillo procedurale.
 
Questa non è un’accusa alla burocrazia nel suo complesso, ma la fotografia di una situazione reale della quale bisogna prendere atto per trovarvi i rimedi necessari. I quali non sono impossibili, ma attuabili con una forte semplificazione di norme e procedure, inserendo innovazioni nelle quali dovrebbero essere presenti i requisiti di responsabilità e merito.
Inoltre, occorrerebbe una innovazione di fondo per fare funzionare le Pubbliche amministrazioni: approvare un nuovo reato di disservizio o disfunzione del pubblico servizio.
In altri termini, tutti i dirigenti cui sono affidati dipendenti che hanno lo scopo di produrre servizi a favore di cittadini, imprese o altre Pa, dovrebbero rispondere penalmente quando non raggiungono gli obiettivi prefissati, in base a cronoprogrammi rigorosi.
È noioso ripetere quanto precede. Tuttavia è necessario perché non si può nascondere una grave malattia come quella del nostro Paese, e in particolare del Meridione, diversamente il malato muore.

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