Carceri, arrestati senza posto - QdS

Carceri, arrestati senza posto

Lucia Russo

Carceri, arrestati senza posto

martedì 19 Gennaio 2010

L’ipotesi del Garante dei detenuti, Salvo Fleres, sulla revisione del percorso di legalità. La Sicilia ha il primato della fatiscenza delle strutture e delle condizioni detentive

PALERMO – “Le carceri siciliane stanno scoppiando, i detenuti vengono continuamente tradotti da una struttura all’altra spesso disattendendo l’art. 42 dell’Ordinamento penitenziario che prevede la territorialità della pena ed è impossibile gestire nuovi accessi, come è accaduto nei giorni scorsi a Catania nel corso della retata che ha portato all’arresto di 79 soggetti” Questo l’allarme lanciato dal Garante dei diritti dei detenuti, il senatore Salvo Fleres.
“Le otto le strutture penitenziarie interessate hanno sede nella Sicilia orientale e ciò comporterà anche problematiche nella conduzione degli interrogatori, viste le distanze che separano gli istituti. Quello che auspico – ha proseguito Fleres – è l’adozione di misure utili per affrontare l’emergenza carceri nel più breve tempo possibile ed è quello che ho sempre sostenuto prospettando diverse ipotesi di soluzione, fino ad ora rimaste nel silenzio. “I due istituti penitenziari di Catania ‘scoppiano’, sono troppo pieni, e noi non possiamo più arrestare le persone indagate perché non sappiamo dove metterle” ha detto il sostituto procuratore della Repubblica della Direzione distrettuale antimafia di Catania, Francesco  Testa, a margine della conferenza sull’operazione antidroga Ouverture.
“Nella casa circondariale di piazza Lanza, già sovradimensionata di 200 unità, – ha spiegato il magistrato – abbiamo potuto portare soltanto quattro dei 51 arrestati, e altri sei nel carcere di Bicocca, che 160 detenuto in più rispetto alla capienza prevista. Gli altri 40 sono stati distribuiti tra Siracusa, Augusta, Ragusa, Caltagirone, Enna, Caltanissetta e Messina. In quest’ultimo ne abbiamo mandati pochi perché un’ala è chiusa per il crollo di un controsoffitto”.
Il Garante Fleres ha avanzato l’ipotesi di una rivisitazione delle norme in materia di liberazione anticipata, collegata ad un accertato avvio di un percorso di legalità da parte dei reclusi. “Questa ipotesi – ha detto Fleres – è già contenuta in un disegno di legge che ho depositato presso il Senato della Repubblica lo scorso 16 dicembre (S 1938) di cui auspico una rapida trattazione in quanto il suo contenuto potrebbe rientrare tra le iniziative utili per affrontare lo “stato di emergenza” recentemente proclamato dal Ministro della Giustizia”.
Nel comunicato diffuso dal Garante la scorsa settimana è scritto che “la Sicilia, in quanto a sovraffollamento, è la seconda Regione d’Italia subito dopo la Lombardia ma ha il primato rispetto alla fatiscenza delle strutture e dunque, rispetto alle condizioni detentive in cui sono costretti a vivere i detenuti. In queste condizioni a poco valgono gli interventi dei pochi e volenterosi agenti di Polizia penitenziaria o del personale, di ruolo e non, presente negli istituti, oggi è necessario un intervento del Governo, in grado di colmare le diverse criticità presenti negli istituti di pena siciliani a tutela dei diritti dei detenuti”.
 


A Gela esiste un penitenziario enorme, nuovissimo e mai aperto
 
Mentre il sovraffollamento carcerario ha raggiunto livelli di emergenza, nel nostro Paese ci sono 40 istituti penitenziari già costruiti, spesso ultimati, a volte anche arredati e vigilati, che però sono inutilizzati e versano in uno stato d’abbandono totale. I casi più clamorosi sono al Sud: a Gela esiste un penitenziario enorme, nuovissimo e mai aperto; a Morcone  (Benevento) un istituto è stato costruito, abbandonato, ristrutturato, arredato e poi nuovamente lasciato a se stesso dopo un periodo di costante vigilanza. Ad Arghilla (Reggio Calabria) è inutilizzato un carcere dotato persino di accorgimenti tecnici d’avanguardia, e che sarebbe pronto se venisse completato con la strada di accesso, le fogne e l’allacciamento idrico. Eppure “l’Italia stanzia 500 milioni in finanziaria per costruirne di nuovi e chiede ulteriori fondi all’Unione Europea”, nonostante la “notevolmente meno onerosa ristrutturazione degli edifici già presenti sul territorio risulterebbe attuabile sicuramente in tempi brevissimi”
A segnalare il caso è il sito GrNet.it, portale di informazione indipendente  per il comparto sicurezza e difesa che attribuisce al partito per gli Operatori della Sicurezza e della Difesa (Psd) “la scandalosa lista dello spreco di denaro pubblico”.

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