Corruzione all'Ispettorato di Catania: Forzese, Nicotra e le elezioni comunali - QdS

Corruzione all’Ispettorato di Catania: Forzese, Nicotra e le elezioni comunali

redazione

Corruzione all’Ispettorato di Catania: Forzese, Nicotra e le elezioni comunali

giovedì 03 Maggio 2018

Secondo il Gip Giuliana Sammartino l'ex deputato e l'ex consigliere comunale di centrodestra erano "Attivi nel coltivare clientele e crediti politici anche in previsione delle imminenti elezioni Comunali di Catania". I domiciliari "per interrompere i collegamenti ... con i rispettivi contesti politici e clientelari"

L’ex deputato regionale Marco Forzese e l’ex consigliere comunale di Catania Antonino Nicotra "a prescindere dal fatto che rivestano o meno cariche attuali, sono risultati attivi nel coltivare clientele e crediti politici anche in previsione delle imminenti elezioni Comunali di Catania".
 
Lo scrive il Gip Giuliana Sammartino nell’ordinanza in cui, accogliendo la ricostruzione dell’accusa, dispone gli arresti domiciliari per i due politici nell’ambito dell’inchiesta ‘Black job’.
 
La Procura aveva chiesto la custodia cautelare in carcere per entrambi, ma il Gip ritiene che la misura meno afflittiva e di divieti conseguenti "appaia sufficiente per interrompere i collegamenti illeciti e lo scambio di utilità con i rispettivi contesti politici e clientelari".
 
Nel disporre gli arresti domiciliari del direttore dell’ispettorato del lavoro di Catania (anche per lui e la responsabile dell’ufficio legale, Rosa Maria Trovato, i Pm avevano chiesto il carcere), il Gip considera "la posizione apicale" di Domenico Tito Amich, e "il mercimonio sistematico e privo di remore delle sue funzioni perpetuato con abitualità, la spregiudicatezza dimostrata nel fare sparire un fascicolo dal suo archivio dentro la giacca del privato corruttore, nonché la totale disponibilità a strumentalizzare le sue funzioni a beneficio dei politici in vista di un’utilità".
 
A questo proposito il Gip cita il passaggio di ringraziamento all’ex presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, grazie al quale aveva avuto la conferma del suo incarico a Catania, contenuto nell’inchiesta: "lei può contare su di me a qualunque livello, lei lo sa benissimo. Soltanto questo ci tenevo a dirle…".
 
Per i cinque indagati per cui il Gip ha disposto l’interdizione dai pubblico ufficio, professionale o imprenditoriale la Procura aveva chiesto gli arresti domiciliari.
 

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