Pd, scongiurato l'abbraccio mortale del M5s - QdS

Pd, scongiurato l’abbraccio mortale del M5s

Carlo Alberto Tregua

Pd, scongiurato l’abbraccio mortale del M5s

venerdì 04 Maggio 2018

Basta con i “balletti”

La sceneggiata cui stiamo assistendo dal 4 marzo, precisa responsabilità di tutto il Parlamento che ha votato il Rosatellum, una legge elettorale vergognosa, forse è arrivata all’ultimo atto. Finalmente, domenica sera Matteo Renzi ha messo un punto fermo sul balletto delle illazioni relative ad un Partito democratico in cui si era individuata una parte dialogante.
Non si è mai capita la materia dell’eventuale dialogo. Quando due persone hanno intenzione di andare una a Nord e l’altra a Sud, come possono fare un viaggio insieme?
È vero che vi sono alcuni punti che uniscono M5s e Pd ma la maggior parte di essi e piuttosto pesanti, negano qualunque possibilità di convergenza: quindi, ognuno per la propria strada.
Ma un punto, invece, dovrebbe esser chiaro ai tre poli: riformare la legge elettorale con due turni alla francese e andare a votare perché finalmente i cittadini esprimano direttamente una maggioranza ed un governo in ventiquattro ore, senza assistere più a queste orride danze che sanno di costante presa in giro.
 
Il Centrodestra dovrebbe essere favorevole ad una legge elettorale a due turni, perché il vento popolare in questa fase è a suo favore. Anche Di Maio potrebbe essere favorevole allo stesso tipo di legge, in quanto il popolo pentastellato si mantiene su un livello che potrebbe assicurargli il ballottaggio.
Probabilmente sarebbe il Pd a non avere convenienza da una siffatta legge. E tuttavia, Renzi l’ha auspicata con ciò dimostrando di avere più interesse per il bene comune che per il proprio partito.
Quest’ultimo riparte dal 18%, ma per risalire la corrente deve proporre a tutto l’elettorato italiano riforme vere e mostrare un pentimento riconosciuto nell’avere trascurato il Meridione nei cinque anni dei suoi due governi.
Ciò vuol dire che Renzi deve riprendere la strada della rottamazione, almeno in via propositiva ed anche nel Parlamento per snidare tutti i conservatori che vogliono mantenere lo status quo.
I principali obiettivi della comunità nazionale e del governo che la rappresenterà riguardano la lotta alla corruzione e alla disfunzione dei servizi pubblici.
 
È impensabile che la prima possa essere combattuta dall’Anac (Autorità nazionale anti-corruzione) e, quando i reati si sono verificati, dall’azione repressiva di procure e Forze dell’ordine.
Si rende indispensabile, ecco una delle principali riforme, una legge che preveda l’istituzione obbligatoria, in qualunque ente pubblico, di un nucleo anti-corruzione (Nac) con il compito di snidarla in qualunque ganglo della stessa e agendo in via preventiva, andando a scoprire quegli angoli ove si annida il disservizio che è l’atto che precede la corruzione.
Quando un’impresa o un cittadino ha necessità di ottenere un qualunque provvedimento dalla Pubblica amministrazione, e questa ritarda per indolenza, incompetenza o malafede, deve poter denunziare il fatto al Nac di quell’ente, affinché investighi sulle cause del disservizio stesso.
Non sembri che stiamo divagando rispetto all’analisi politica prima effettuata, perché è proprio la politica che deve combattere corruzione e disservizi.
 
Il governo in carica per gli affari correnti ha preannunciato che nella legge di Bilancio 2019 debbano essere previste spese ulteriori di sette miliardi per soddisfare l’aumento dei contratti dei dipendenti pubblici: una vera aberrazione perché in questo modo maggioranza e governo in carica in ottobre alimenteranno i disservizi pubblici e la corruzione.
Non si possono infatti foraggiare persone non responsabilizzate, perché non viene loro chiesto conto e ragione del mancato raggiungimento degli obiettivi, anche per la semplice ragione che gli obiettivi non sono posti da nessuno.
Quando Renzi iniziò la strada della rottamazione, nel 2010, mise in testa alla sua azione il riordino di questo stato: fu così che ebbe il successo culminato alle Europee del 2014 nelle quali conseguì il famoso 40%.
Difficilmente bisserà tale risultato l’anno prossimo a meno che non ricominci a rottamare: bisognerà vedere se gli elettori gli crederanno.

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