Claudio Barone, Uil Sicilia: "Collegato, il governo non ripeta stessi errori" - QdS

Claudio Barone, Uil Sicilia: “Collegato, il governo non ripeta stessi errori”

Raffaella Pessina

Claudio Barone, Uil Sicilia: “Collegato, il governo non ripeta stessi errori”

martedì 08 Maggio 2018

Claudio Barone, segretario generale Uil Sicilia al XII congresso regionale. “Possiamo dare contributo alla definizione delle riforme” 

PALERMO – Riprendono domani pomeriggio i lavori dell’Assemblea regionale siciliana.
L’appuntamento pomeridiano vedrà i parlamentari impegnati nell’approvazione delle norme stralciate dalla Finanziaria ed inserite in un altro documento che, a buona ragione, è stato definito una mini finanziaria, per la quantità degli articoli e l’impegno che ne deriverà per il Governo regionale.
 
In attesa di esaminare il collegato, continua a far discutere la Finanziaria appena approvata che, assieme al bilancio di previsione 2018, ha messo la parola fine all’esercizio provvisorio durato ben quattro mesi. Sulla Finanziaria Rossana Cannata, del gruppo di Forza Italia all’Ars ha detto di essersi concentrata “sulle risorse da trasferire ai Comuni che purtroppo negli ultimi anni hanno subito enormi tagli con conseguenze per i servizi alle comunità. Oltre ad avere supportato gli articoli a sostegno di tutti i Comuni – ha aggiunto – in particolare ho proposto un emendamento che è stato approvato nel corso dei lavori della finanziaria per i Centri che hanno piani di riequilibrio economico-finanziario approvati dalla Corte dei Conti e che abbiano posto in essere tutti gli obiettivi intermedi previsti nei rispettivi piani. Tale operato garantisce a questi Enti l’assegnazione dei trasferimenti regionali pari almeno alla quota che hanno ricevuto nell’anno 2015, anno in cui i trasferimenti della Regione sono stati maggiori rispetto agli anni a seguire, potendo così garantire gli obbiettivi intermedi approvati dalla Corte dei Conti e i servizi per i cittadini. Nel 2017 vi è stato un taglio del 30% dei trasferimenti regionali. Con questo emendamento si elimina il taglio subito che altrimenti sarebbe stato riproposto nel 2018”.
 
In Sicilia gli Enti in predissesto sono circa 35 e in assenza di uno specifico intervento normativo della Regione gli stessi rischiavano, nel corso del 2018, di dover dichiarare il dissesto, facendo ricadere sui propri cittadini la mancata erogazione dei servizi locali. “I Comuni ed i Sindaci rappresentano l’avamposto della politica – conclude Cannata – il primo punto di riferimento per la risoluzione dei problemi dei cittadini ma anche il primo bersaglio del mancato funzionamento della pubblica amministrazione, anche quando i poteri di intervento sono di altri.
 
Ieri intanto si sono aperti i lavori del XII congresso regionale del sindacato della Uil a cui hanno partecipato diversi rappresentanti politici regionali, tra cui il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè e il vice presidente dell’Ars e assessore all’Economia Gaetano Armao. Il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone è intervenuto sulla situazione politica isolana. “La Finanziaria è stata approvata, ma è un dato di fatto che l’attuale Governo Musumeci non ha una maggioranza. Alcune norme sono condivisibili, ma è stato inquietante il mercato, il suk degli emendamenti per acquisire il consenso dei parlamentari”. “Si rischia – ha detto Barone – che anche nei prossimi passaggi d’aula si replichi il copione. Per evitarlo, serve avviare una grande stagione di concertazione. Cgil, Cisl e Uil, unitariamente, possono dare un contributo per definire le riforme, insieme al Governo, alle forze parlamentari e alle altre parti sociali. Avviamo questa concertazione senza ostracismo nei confronti di nessuno ed evitando inutili assemblee pletoriche”.
 
Il parlamentare regionale Giuseppe Gennuso, arrestato il 17 aprile scorso dai carabinieri per voto di scambio aggravata dal metodo mafioso, è stato rimesso in libertà dal Tribunale del Riesame. L’imprenditore di Rosolini, 65 anni, eletto nella lista di centrodestra Popolari ed Autonomisti, era stato posto ai domiciliari. Ha sempre respinto le accuse sostenendo di non avere mai avuto un accordo con il clan e di non aver mai pagato per ottenere le preferenze. Nell’operazione coordinata dalla Dda di Catania, i carabinieri avevano arrestato anche Francesco Giamblanco, 31 anni, cognato del boss di Avola Michele Crapula, e posto ai domiciliari Massimo Rubino, 45 anni, presunto l’intermediario tra la cosca e Gennuso. Entrambi sono stati pure rimessi in libertà dal tribunale.

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