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Sindrome dell’intestino irritabile forma severa per il 20% degli italiani

redazione

Sindrome dell’intestino irritabile forma severa per il 20% degli italiani

mercoledì 16 Maggio 2018

Una associazione di manifestazioni cliniche come gonfiore addominale, crampi, dolori, stipsi o diarrea 

in collaborazione con ITALPRESS
 
Una nuova visione dell’intestino, non più un organo ma un ecosistema complesso. è quanto emerge da “Noi e il nostro intestino”, il nuovo libro di Enrico Corazziari, presidente dell’Associazione di Neuro gastroenterologia e Motilità Gastrointestinale. “Il libro – spiega Corazziari ad Italpress – è destinato a tutti coloro che vogliono comprendere il significato delle sensazioni che nascono e arrivano al nostro cervello dall’intestino e come queste, se alterate, possono condizionare la nostra vita”.
 
Il libro (Aboca Edizioni, in vendita a 12 euro) consente di avere gli strumenti giusti per poter conoscere meglio il tratto gastro-intestinale, identificando i diversi aspetti e sintomi correlati alla sindrome dell’intestino irritabile e i molteplici fattori che concorrono a causarla.
 
“La sindrome dell’intestino irritabile – illustra il presidente ANEMGI – è un’associazione di manifestazioni cliniche che compaiono insieme: gonfiore addominale, crampi, dolori, a volte associate a diarrea o stipsi, o in alcuni casi diarrea e stipsi in maniera alternata. Si stima che circa 7 milioni di italiani soffrono o soffriranno di questa sindrome in maniera cronica o ricorrente, necessitando dell’aiuto medico”.
 
Fin dalle prime pagine, risulta subito evidente l’esistenza di uno stretto legame tra mente e intestino che non va considerato un sistema isolato ma un ecosistema libero di comunicare con sistema nervoso, sistema immunitario e con tutto il resto dell’organismo.
“L’intestino – ricorda Corazziari, già professore ordinario di Gastroenterologia dell’Università La Sapienza di Roma ed attualmente senior consultant nel dipartimento di Gastroenterologia dell’istituto Clinico Humanitas di Rozzano – determina quotidianamente le nostre attività, a partire dallo stimolo della fame. Il rapporto tra mente e intestino, inoltre, concerne anche lo stress: l’intestino, infatti, è molto innervato, perché in esso sono presenti cellule nervose e non solo fibre nervose come nel caso dei muscoli. Lo stress scatena o peggiora i sintomi della sindrome dell’intestino irritabile (IBS) e viceversa: i disturbi gastro-intestinali alimentano stati di ansia, di depressione e di attesa del disturbo che alterano la mente”.
 
Nella prima parte del libro l’autore ripercorre il vissuto di alcune persone affette da IBS, i quali raccontano come a seguito di stress o di eventi traumatici subiti nel corso della loro vita, hanno modificato la propria attività di evacuazione.
 
“La sindrome dell’intestino irritabile, in forma severa, sconvolge la vita delle persone. In Italia – ricorda il presidente ANEMGI – circa il 20% della popolazione soffre di disturbi severi tali da condizionare la vita. Purtroppo, però, questi problemi non sono sufficientemente riconosciuti dal servizio sanitario nazionale. Anche i medici spesso sottovalutano la sindrome dell’intestino irritabile”.
 
Il cuore del libro affronta il problema della sindrome dell’intestino irritabile (IBS) proprio dal punto di vista patologico. Tutti conosciamo l’intestino come un lungo tubo in cui scorrono cibo, batteri, funghi e virus che vanno a comporre la flora microbica. Ma – scrive Corazziari – è molto più di questo: la sua è una struttura decisamente complessa. Basti pensare che dopo la pelle, la parete di rivestimento dell’intestino è l’entità più esposta agli agenti esterni: ogni volta che la permeabilità di questa barriera intestinale si modifica, perdendo il suo fisiologico equilibrio, i vari agenti offensivi attivano da una parte la risposta immunitaria e dall’altra stimolano le fibre nervose determinando dolore, sintomo dominante e caratteristico dell’IBS che deve determinare uno stato di allarme e ipervigilanza nel paziente.
 
La sindrome dell’intestino irritabile può essere percepita dal paziente come un tunnel senza uscita, facendo nascere un vero e proprio rapporto conflittuale tra la persona e il proprio intestino con un impatto negativo sullo stile di vita. Tuttavia – conclude l’autore – con un programma terapeutico adeguato e condiviso con il medico, il paziente può confidare in un netto miglioramento o addirittura alla completa guarigione.
 
“Noi e il nostro intestino” si conclude sottolineando l’importanza dell’alimentazione durante i casi di IBS facendo capire, come afferma Enrico Corazziari, che “Noi siamo quello che mangiamo o più in verità ciò che assorbiamo!”

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