Celiachia: occorrono diagnosi più veloci e un'informazione più completa - QdS

Celiachia: occorrono diagnosi più veloci e un’informazione più completa

redazione

Celiachia: occorrono diagnosi più veloci e un’informazione più completa

mercoledì 23 Maggio 2018

Si è conclusa nei giorni scorsi la Settimana nazionale dedicata a questa malattia, che riguarda da vicino 200 mila italiani 

in collaborazione con ITALPRESS
 
ROMA – Corsi di cucina, degustazioni e menù gluten free nelle scuole, per imparare che si può mangiare senza glutine con gusto; screening gratuiti e specialisti a disposizione in varie città, per rispondere alle domande dei pazienti; convegni e incontri con esperti di celiachia su tutto il territorio, per imparare tutti gli aspetti della malattia; festival ed eventi gluten free, manifestazioni sportive, visite culturali, per divertirsi e stare bene. Sono solo alcune delle innumerevoli iniziative che hanno animato la Settimana nazionale della celiachia, che si è conclusa domenica 20 maggio, organizzata dall’Associazione italiana celiachia.
 
Tema della Settimana, sono stati i diritti dei pazienti di oggi e di domani: da quello di ricevere una diagnosi tempestiva a quello di essere seguiti correttamente per evitare complicanze, fino alla sicurezza dei prodotti gluten free.
 
“Nel corso della Settimana della celiachia – ha spiegato Giuseppe Di Fabio, presidente Aic – in tutta Italia si parla di dieta senza glutine per far conoscere la celiachia a tutta la popolazione. Accanto a degustazioni, corsi di cucina, visite ai laboratori artigianali sono stati previsti per esempio menù senza glutine nelle scuole, in trenta località dell’Emilia Romagna e in 44 Comuni Toscani per circa 77.000 bambini coinvolti. Un’iniziativa che si è ripetuta anche in alcune classi del Trentino, della Liguria e della Lombardia: lo scopo è far capire che è possibile mangiare senza glutine e con gusto, per favorire l’integrazione dei bimbi celiaci con i compagni”.
 
La settimana è stata anche l’occasione per fare il punto sui diritti dei pazienti in vista del quarantesimo compleanno di Aic, che si festeggerà nel 2019. Tante le conquiste che stanno migliorando la qualità di vita dei celiaci, come ha evidenziato ancora Di Fabio: “I Lea stabiliscono per esempio che i pazienti affetti da celiachia e dermatite erpetiforme possano accedere, in regime di esenzione, a tutte le prestazioni specialistiche per il monitoraggio della malattia e la prevenzione delle sue complicanze. Inoltre per la celiachia, che è passata lo scorso anno dall’elenco delle malattie rare a quello delle patologie croniche, il Servizio sanitario nazionale garantisce il diritto ad accedere ad alimenti senza glutine, unica cura per i celiaci, nei limiti dei tetti massimi di spesa mensile fissati dal ministero della Salute: una conquista molto importante che, grazie all’Associazione, non è stata messa a repentaglio nonostante le recenti revisioni di spesa”.
 
“Occorre citare – ha aggiunto – anche la Legge quadro 123/2005, frutto della pluriennale attività di sensibilizzazione delle istituzioni che Aic ha condotto evidenziando i bisogni e i punti critici della celiachia: la legge ha stabilito il diritto al pasto senza glutine nelle mense delle strutture scolastiche, ospedaliere e pubbliche e questo, insieme alle numerose attività di formazione e aggiornamento previste per i ristoratori e gli albergatori, sta consentendo a tutti i celiaci un adeguato, equo e sicuro inserimento nelle attività scolastiche, sportive e lavorative”.


La legge prevede anche l’aggiornamento professionale dei medici sulla celiachia, con l’obiettivo di garantire una diagnosi precoce, migliorare le modalità di cura dei celiaci e prevenire le complicanze. “La diagnosi – ha sottolineato Di Fabio – è tuttora il punto di debolezza su cui dobbiamo lavorare di più: in Italia i pazienti diagnosticati sono solo 200.000 a fronte di un numero atteso di 600.000 celiaci, l’1% della popolazione. Per la diagnosi occorrono in media sei anni, un tempo troppo lungo che comporta un enorme spreco di risorse per esami non appropriati e costi sociali elevati dovuti alla salute precaria dei pazienti in attesa di iniziare la terapia con la dieta senza glutine: una celiachia non diagnosticata può portare a fratture spontanee ripetute in uomini e donne, aborti spontanei ripetuti, infertilità, disturbi della gravidanza, carenza di ferro o anemia, fino a complicanze drammatiche tra cui il linfoma intestinale”.
 
“È ancora troppo diffusa – ha concluso – l’ignoranza sulla celiachia e le condizioni glutine correlate, troppe le diete senza glutine prescritte in assenza di diagnosi. Un diritto che non dobbiamo mai dimenticare e su cui non smetteremo mai di impegnarci, quindi, è anche quello a un’informazione corretta per tutti”.
 

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