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Governo: Mattarella e l’interesse nazionale

redazione

Governo: Mattarella e l’interesse nazionale

lunedì 28 Maggio 2018

Di Maio parla di impeachment per il presidente per "evitare reazioni della popolazione" ma l'Italia manifesta a favore del Presidente e volano le petizioni on line. Salvini è già in campagna elettorale e autorevoli commentatori parlano di "due capibanda che molto vogliono di potere". Intanto Cottarelli riceve l'incarico. LA DICHIARAZIONE FILMATA

"Il presidente della Repubblica ha difeso il Paese, la Costituzione, l’interesse nazionale. È il garante degli italiani. Per 80 giorni Lega e Cinque Stelle hanno invece portato in modo irresponsabile l’Italia sull’orlo di una crisi senza precedenti. Lega e Cinque Stelle stanno utilizzando parole inaudite e minacce senza precedenti. Noi siamo pronti alla mobilitazione a difesa della democrazia e delle nostre Istituzioni".
 
Lo ha scritto ieri in un tweet Maurizio Martina, reggente del Pd che stasera avrebbe dovuto intervenire a  Catania per un incontro politico e invece rimarrà a Roma visti gli ultimi sviluppi della situazione.
 
Una risposta alle incredibili dichiarazioni di Luigi Di Maio dal palco di Fiumicino in cui il capo grillino ha agitato persino lo spettro della rivolta popolare: "Bisogna mettere in Stato di accusa il Presidente, parlamentarizzare tutto anche per evitare reazioni della popolazione".
 
In realtà i costituzionalisti affermano che l’impeachment in un caso simile non ha alcuna base giuridica e  in tutto il Paese si moltiplicano le manifestazioni pubbliche in favore del Capo dello Stato mentre in rete volano le petizioni per difendere Mattarella, come questa che ha raccolto le prime centomila firme in poche ore.
 
Secondo Di Maio la scelta scellerata di Mattarella sarebbe stata quella di non aver ceduto ai "diktat" pentaleghisti sul nome di Savona all’Economia.
 
In queste ore viviamo insomma il paradosso che alcuni personaggi – Di Maio, Giorgia Meloni e l’avvocato Taormina – parlino di mettere sotto accusa il Presidente per "alto tradimento" quando la sua colpa è stata quella di far rispettare la Costituzione.
 
Quello che Salvini e Di Maio non dicono – ma l’ex presidente incaricato Conte l’aveva fatto chiaramente intendere, prima promettendo di "far ragionare" i pentaleghisti, poi, dopo le dimissioni, ringraziando pubblicamente Mattarella – è che il presidente della Repubblica ha persino proposto per il ministero dell’Economia il nome di Giancarlo Giorgetti, il più alto in grado della Lega dopo Salvini, invece di Savona.
 
Come hanno sottolineato autorevoli commentatori come Marco Damilano dell’Espresso, che parla di "aria fetida di guerraccia da bande" sul Paese, Mattarella fino all’ultimo "Ha puntato a costituzionalizzare i vincitori. Di più non poteva e non doveva fare, se non voleva consegnare l’istituzione presidenza alla prepotenza di due capibanda che poco sanno di euro, Europa, debito, spread, e molto vogliono di potere e di comando".
 
Quanto al colloquio di oggi al Quirinale di Carlo Cottarelli, il direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell’Università Cattolica di Milano ha ricevuto l’incarico di formare il governo dal Presidente.
 
Si tratterà di un governo snello, con pochi ministri, che sarà presentato al Quirinale in tempi strettissimi, entro domani, senza preventive consultazioni. L’economista spiega che si presenterà in Parlamento con un programma che porti l’Italia al voto nel 2019, dopo il sì alla Legge di Bilancio, se avrà la fiducia; o "dopo agosto" se non l’avrà.
 
GUARDA LA DICHIARAZIONE FILMATA
 
 
Giuseppe Conte aveva ieri dimostrato di volare ben più alto di Di Maio e Salvini: "In bocca al lupo a Cottarelli? In bocca al lupo a chiunque. E soprattutto all’Italia"  ha detto.
 
"Ora salviamo il Paese" gli ha fatto eco Paolo Gentiloni, esprimendo solidarietà al Colle.
 
Si è infatti consolidato  il sospetto che i pentaleghisti non volessero davvero un governo, ma soltanto il sogno di un governo da far tramontare scaricando la colpa un capro espiatorio e chiedendo nuove elezioni nel tentativo di ottenere ancora più voti e instaurare una sorta di dittatura della maggioranza.
 
"Salvini non voleva governare – ha scritto Renzi in un tweet -: ha fatto promesse irrealizzabili, ha paura delle sue bugie, altro che Flat Tax e Fornero. E quindi ha usato l’alibi di un ministro per far saltare tutto: vecchio stile leghista. Ma minacciare #Mattarella è indegno. Sulle Istituzioni non si scherza".
 
In una delle tante dirette Facebook ieri sera Salvini era già in pieno clima da campagna elettorale e ha ripescato con forza il tema dell’immigrazione e degli sbarchi, dell’invasione delle italiche sponde e di quel "Prima gli italiani" bocciato anche dalla Corte Costituzionale.

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