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Palermo – Gli impegni sul Passante ferroviario non riescono a placare la tensione

Gaspare Ingargiola

Palermo – Gli impegni sul Passante ferroviario non riescono a placare la tensione

mercoledì 30 Maggio 2018

Le rassicurazioni da parte di Rfi e Governo regionale non hanno convinto i rappresentanti sindacali. Anche il Movimento 5 stelle cittadino all’attacco: “Infrastruttura incompleta” 

PALERMO – Attorno al Passante ferroviario è guerra a colpi di comunicati e scioperi. Per la Regione Siciliana e Rfi la maxi opera da quasi un miliardo sarà completata, per i sindacati e il M5s c’è il rischio di ritrovarsi con una gigantesca incompiuta, o comunque con un progetto realizzato solo in parte. Da settimane Rfi e Sis, il consorzio che nel capoluogo siciliano ha già realizzato il tram, trattano per trovare un accordo ed evitare il licenziamento di oltre 250 operai. Trenitalia vuole che l’opera – ormai pronta per un 90 per cento – sia ovviamente completata, ma per la Sis mancano all’appello un centinaio di milioni di euro di spese aggiuntive impreviste. Giovedì scorso Palazzo d’Orleans parlava in un comunicato di “accordo raggiunto grazie alla mediazione della Regione Siciliana”, sottolineando come, dopo tre mesi di trattative, si palesasse una “soluzione positiva della vertenza”. L’intesa “prevede che entro la fine del mese di giugno verrà completato il collegamento tra la Stazione centrale e l’aeroporto Falcone Borsellino di Punta Raisi, per una piena operatività del servizio ad agosto. Sul resto dei lavori, relativi a opere civili, c’è un’intesa di massima che sarà oggetto di un’ulteriore trattativa”.
 
La riapertura del collegamento tra stazione e aeroporto è stata già annunciata a più riprese. Il governatore Nello Musumeci si è detto “soddisfatto del risultato raggiunto che consente, da un lato, l’entrata in funzione di un servizio essenziale per la città di Palermo, e dall’altro, evita il licenziamento del personale”.
 
Subito dopo però sono intervenuti i sindacati, sostenendo che le procedure di licenziamento non si sarebbero fermate: “È venuto meno un impegno politico – hanno affermato i segretari generali di Feneal, Filca e Fillea Ignazio Baudo, Paolo D’Anca e Francesco Piastra – secondo cui l’azienda avrebbe dovuto acconsentire a una proroga dei termini della procedura di licenziamento. Inoltre, è emersa la volontà dell’azienda di portare avanti i licenziamenti, con una riduzione di 100 posti di lavoro a partire del mese di giugno”. Gli operai hanno sfilato in corteo raggiungendo piazza Indipendenza per chiedere un incontro con Musumeci e Falcone, mettendo in scena la seconda manifestazione di protesta nell’arco di una settimana.
 
Il problema restano sempre i famosi 100 milioni di extracosto: “L’azienda – hanno aggiunto Baudo, D’Anca e Piastra – ci ha ribadito che non è stato definito ancora nessun accordo e che, allo stato delle cose, l’opera non verrà completata dalla Sis”.
 
Venerdì 25 maggio Rfi ha fatto sentire la propria voce, sottolineando innanzitutto che “il completamento delle opere civili del passante ferroviario di Palermo ha ormai raggiunto il 90%. Il contraente generale Sis ha confermato a Rete ferroviaria italiana il cronoprogramma degli interventi, che prevede, entro il mese di giugno, il completamento delle opere necessarie per la riapertura della linea fra Palermo e Punta Raisi. Questo consentirà a Rfi di avviare le procedure tecniche per l’attivazione del collegamento con l’aeroporto e di ripristinare il servizio ferroviario entro l’estate. Il cronoprogramma prevede inoltre che nella seconda metà del 2018 saranno portate a compimento tutte le restanti opere civili, a eccezione dell’attrezzaggio tecnologico dell’infrastruttura, che sarà realizzato direttamente da Rfi, e della fermata Lazio, completata in una fase immediatamente successiva. Proseguono, inoltre, le attività per definire il progetto di sistemazione di Vicolo Bernava. Rete Ferroviaria Italiana conferma, infine, che saranno portate a termine tutte le opere necessarie per il raddoppio completo della linea”.
 
Rassicurazioni che non bastano secondo il gruppo consiliare del M5s: “L’infrastruttura al momento sembra destinata a rimanere con un solo binario dalla stazione d’Orleans a quella Notarbartolo, fino alla fermata San Lorenzo, ma senza completare le stazioni intermedie. C’è un altro aspetto preoccupante che, a parte i disagi portati alla città, possiamo riscontrare: nel tratto che rimarrà incompiuto, figura anche quello del vicolo Bernava, dove gli espropri sono già stati effettuati e una ventina di famiglie ha dovuto abbandonare le proprie case, fatto che ha costretto queste persone a vivere accampate da anni. Si tratterebbe di una doppia beffa per loro che hanno perso la casa e, a questo punto, senza alcuna ragione”.

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