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Messina – Cateno De Luca guiderà la Città dello Stretto

Lina Bruno

Messina – Cateno De Luca guiderà la Città dello Stretto

martedì 26 Giugno 2018

Il deputato Ars (che adesso dovrà dimettersi dalla Regione) ha sconfitto Bramanti al secondo turno. Ieri una prima riunione informale del nuovo esecutivo nella Sala Giunta di Palazzo Zanca 

MESSINA – I sondaggi della vigilia lo avevano preannunciato e alla fine le urne hanno decretato Cateno De Luca nuovo sindaco di Messina. Schiacciante il vantaggio: 65,28% contro 34,72% dell’avversario Dino Bramanti, rappresentante del centrodestra, che nella città dello Stretto mostra, ancora una volta, tutte le sue contraddizioni.
 
Un dato che fa riflettere è quello della partecipazione al voto, diminuita rispetto al primo turno, attestandosi al 39,23% degli aventi diritto, con oltre 77 mila votanti, contro il 64,9% del 10 giugno. Al ballottaggio delle scorse amministrative, quelle che portarono all’elezione di Renato Accorinti, votò il 45% dell’elettorato.
 
De Luca, 46 anni, laureato in Giurisprudenza, parlamentare regionale per tre legislature, più volte sindaco di Fiumedinisi e Santa Teresa Riva, si è presentato con le sue sei liste civiche come indipendente da gruppi e partiti e fuori dagli apparati, anche se annovera nel suo curriculum circa 30 anni di esperienza politica iniziata nelle fila della Dc. All’Ars è stato eletto alle ultime regionali nell’Udc, ma in seguito è passato al gruppo misto.
 
De Luca lascerà la carica di parlamentare per fare a tempo pieno il sindaco del Comune peloritano e della Città Metropolitana. “È una grande vittoria – ha detto – contro la casta, le consorterie e le lobby politiche che hanno governato negli ultimi 30 anni. Inizia ora una nuova stagione politico-amministrativa”.
 
Tra le prime cose in programma, come annunciato, c’è un monitoraggio della situazione finanziaria e quindi punterà la riorganizzazione della macchina amministrativa. Sarà interessante vedere chi nominerà alla segreteria e alla direzione generale del Comune, se dividerà le due funzioni o le manterrà accorpate, come ha fatto il suo predecessore (con Antonio Le Donne).
 
Intanto De Luca ha pronta la sua squadra di assessori che già ieri mattina ha voluto riunire, in modo informale, nella sala Giunta di Palazzo Zanca. Significativo il fatto che manterrà lui importanti deleghe come Risorse umane e Polizia municipale, Finanze, Patrimonio, Partecipate e Programmazione economica, Riorganizzazione assetto amministrativo e Servizi municipali, Ponte sullo Stretto di Messina, Antichi mestieri e tradizioni popolari, Casinò dei Peloritani.
 
Vuole partire subito, De Luca, per attuare quanto promesso, anche quello che ha suscitato più perplessità, come la liquidazione delle partecipate e l’accorpamento del personale al Comune, lo smantellamento del servizio tramviario per far posto a uno più avveniristico e il trasferimento degli uffici comunali dalla sede storica di Palazzo Zanca a una periferica.
 
Anche se il neo sindaco è già all’opera, ci sono delle procedure da completare con la riunione di questa mattina dell’Ufficio centrale elettorale per la verifica dei voti, quindi seguirà la proclamazione e l’insediamento a Palazzo Zanca.
 
De Luca non avrà nessun consigliere comunale eletto dalle sue liste, nessuna delle quali ha raggiunto il 5%, ma ha ribadito che questo non sarà un problema perché ha già contattato 15 consiglieri, che presto potrebbero essere 18, che hanno accettato di aderire a una sorta di “contratto per la città” da lui proposto. Sarà interessante capire i prossimi movimenti, ma per il momento il Consiglio comunale resta così composto: 13 seggi al centrosinistra – tra cui 5 al Pd, 4 “Libera Me” e 4 Sicilia futura – 7 al M5s, per la prima volta in Aula a Messina, 12 al centrodestra 4 “Ora Me”, 4 “Bramanti sindaco”, 3 FI e uno per lo stesso candidato sconfitto, Dino Bramanti, che però ha dichiarato che tornerà alla sua attività di direttore scientifico al Centro Neurolesi.
 
Non ha nascosto l’amarezza Bramanti, che ha parlato di “accordi trasversali” che hanno determinato una defezione di voti, dal primo al secondo turno, verso De Luca la cui vittoria ha portato in Aula consiglieri altrimenti esclusi.

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