Palermo - Come sprecare 66 milioni di euro per dare alla città servizi scadenti - QdS

Palermo – Come sprecare 66 milioni di euro per dare alla città servizi scadenti

Luca Insalaco

Palermo – Come sprecare 66 milioni di euro per dare alla città servizi scadenti

sabato 23 Gennaio 2010

Il benchmarcking evidenzia le differenze fra i due Comuni. L’efficienza, in Sicilia, è lontana anni luce. Palermo-Genova: il confronto sulle spese per il personale dei due capoluoghi

PALERMO – Per migliorare organizzazione ed efficienza le aziende si misurano di continuo con la concorrenza, mentre i destinatari-clienti si giovano di tale confronto per chiedere un miglioramento della qualità dei servizi. Il benchmarking è un “parametro di riferimento” e definisce lo standard con cui rapportarsi. Uno strumento che può essere facilmente applicato anche alla Pubblica amministrazione.
Al Comune di Palermo può tornare utile in tal senso un confronto con il Comune di Genova, città gemella tenendo in considerazione il numero di abitanti. Ebbene, il capoluogo ligure, a fronte di 610.897 residenti impiega 6.528 dipendenti, con una spesa pari a 251 milioni di euro. Il capoluogo siciliano su una popolazione di 663.173 residenti annovera un totale di 6.913 dipendenti, (9 mila con i precari) che costano complessivamente 317 milioni di euro. La differenza si può configurare come uno “spreco” che in questo caso è di ben 66 milioni di euro.
Questo raffronto è fatto sui dati estrapolati dal consuntivo 2008, mentre per quanto riguarda il preventivo 2009, Palermo ha già aumentato le spese per il personale portandole a 342 milioni di euro. Il personale assorbe dunque il 40,24 per cento delle spese correnti di Palazzo delle Aquile (850.988.841,03 euro), con un costo medio di 49 mila 536,88 euro ed costo pro capite di 516,38 euro.
Rendere inoltre partecipi del benchmarking i membri dell’organizzazione stimolerebbe l’entusiasmo del personale. Cosa che non traspare da Palazzo delle Aquile.
“Da tempo i lavoratori chiedono la riorganizzazione del lavoro e invece si trovano stretti nelle maglie di un nuovo contratto che sancisce vecchi privilegi e non mira all’efficienza della macchina comunale né tantomeno al merito dei singoli”, ha detto il capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Davide Faraone, a proposito del nuovo contratto dei comunali.
“Non viene introdotta – ha spiegato – nessuna reale modifica all’attuale organizzazione del lavoro, al contrario, basandosi su un sistema di valutazione già iniquo e arbitrario, si decide di avviare una progressione orizzontale che avvantaggerà soltanto il 25% dei dipendenti a danno di tutti gli altri, aumentando il malcontento già forte negli uffici”.
Il capoluogo – com’è già emerso da un’inchiesta del QdS sul raffronto dei rendiconti consuntivi del 2008 – esce malconcio dal confronto anche sulla capacità di reperire risorse dalle entrate extratributarie, voce che a Genova assegna 154 milioni di euro, meno della metà di Palermo, che incassa appena 66 mln di euro. Non regge neanche la scusa che i trasferimenti statali e regionali siano più cospicui al Nord: Genova riceve 388 milioni di euro, Palermo 490 mln di euro.

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