Comuni: Comitato d'affari a San Cataldo, 16 ordinanze - QdS

Comuni: Comitato d’affari a San Cataldo, 16 ordinanze

redazione

Comuni: Comitato d’affari a San Cataldo, 16 ordinanze

lunedì 09 Luglio 2018

Riguardano mafiosi, funzionari, imprenditori e anche un carabiniere. Le indagini di Carabinieri e Guardia di Finanza hanno dimostrato l'esistenza di un gruppo "in grado di condizionare pesantemente le più rilevanti gare d'appalto"

Militari del nucleo Pef della Guardia di finanza e del comando provinciale dei Carabinieri di Caltanissetta hanno eseguito ordinanze di misure cautelari personali nei confronti di sedici indagati emessa dal Gip, su richiesta della Dda della Procura Nissena nell’ambito di un’inchiesta su rapporti tra mafia e pubblica amministrazione a San Cataldo.
 
 
Le indagini hanno permesso di far luce su un comitato d’affari composto da appartenenti a Cosa nostra, funzionari comunali ed imprenditori, che, secondo l’accusa, ha condizionato illecitamente gli appalti pubblici gestiti dal Comune di San Cataldo nei settori dei rifiuti e dell’edilizia.
 
Tra i destinatari dei provvedimenti ci sono anche un carabiniere, due dipendenti e un ex dirigente del Comune di San Cataldo, un imprenditore e due liberi professionisti.
 
Il militare dell’Arma è Domenico Terenzio, in servizio nella locale Tenenza, indagato per concorso esterno all’associazione mafiosa e che è stato arrestato.
 
A svelare la sua collaborazione con il comitato d’affari intercettazioni eseguite da personale dell’Arma di Caltanissetta dalle quali emergeva che il loro collega "informava esponenti di vertice del sodalizio mafioso o, in caso di detenzione, i loro congiunti, su attività di indagine un corso e di altri procedimenti".
 
Posti ai domiciliari l’imprenditore Liborio Lipari, della "Ecolgest", e Paolo Iannello ex dirigente dell’ufficio tecnico.
Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Cataldo Medico e Salvatore Schifano, dipendenti del Comune, e per l’ingegnere Davide Francesco Iannello e l’architetto Alfonso Gaetano Ippolito.
 
L’inchiesta Pandora di Guardia di finanza e Carabinieri, coordinata dalla Dda della Procura di Caltanissetta, è partita nel 2016 da indagini sulla concessione dell’appalto dei rifiuti dalle quali, secondo la Procura distrettuale di Caltanissette "emergevano gravi forme di infiltrazione mafiosa al Comune di San Cataldo".
 
 
E già nella prima fase degli accertamenti, eseguiti dai carabinieri di Caltanissetta, emergevano "gravi forme di infiltrazione mafiosa nella gestione del servizio di rimozione dei rifiuti solidi urbani al Comune di San Cataldo".
 
Secondo l’accusa, in particolare, il sodalizio mafioso aveva imposto alla cooperativa "Geo Agriturismo" di San Cataldo che – in Ati con la società "Ecolgest" – si occupava del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani, la continua assunzione di soggetti organici alla famiglia mafiosa o contigui alla stessa i quali, peraltro, spesso percepivano lo stipendio senza lavorare.
 
Ai vertici della famiglia, secondo la ricostruzione della Dda di Caltanissetta ci sarebbero Calogero Maurizio Di Vita, già detenuto, e Gioacchino Chitè, Massimo Scalzo, Raimondo Scalzo e Luigi Vivacqua, che sono stati arrestati.
 
Dalle intercettazioni è emerso che "Paolo Iannello, ex capo dell’Ufficio Tecnico Comunale di San Cataldo, col figlio Davide Francesco, avevano raggiunto accordi corruttivi con Liborio Li Pari, amministratore della Ecolgest, per turbare la regolarità della gara per consentirne l’aggiudicazione, effettivamente avvenuta, alla Multiecoplast di Messina, capofila di Ati con la Ecolgest".
 
Su questo filone si sono innestate indagini della Guardia di finanza di Caltanissetta, partite dall’operazione "Perla nera bis", che nel mese di ottobre 2017 aveva già portato all’arresto del dipendente pubblico Daniele Silvio Baglio e dell’imprenditore Salvatore Ficarra.
 
Si era giunti così, scrive la Procura di Caltanissetta, "a ricostruire l’esistenza in San Cataldo di un comitato d’affari in grado di condizionare pesantemente le più rilevanti gare d’appalto".
 
Contestualmente all’esecuzione dell’ordinanza del Gip, personale della Compagnia carabinieri di San Cataldo e del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria della Guardia di Finanza di Caltanissetta sta effettuando perquisizioni domiciliari e l’acquisizione di documentazione in pubblici uffici, su apposita delega dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura Nissena.
 

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