Grimaldi: "Extra-Ue solo il 15% dei nostri marittimi" - QdS

Grimaldi: “Extra-Ue solo il 15% dei nostri marittimi”

Giovanna Naccari

Grimaldi: “Extra-Ue solo il 15% dei nostri marittimi”

sabato 14 Luglio 2018

La compagnia di navigazione, in attività dal 1947, risponde alle accuse su una presunta “delocalizzazione” di armatori italiani. Negli anni la società ha creato una rete internazionale di circa 20 terminal, tra i quali quelli di Palermo e Catania

 
PALERMO – Un impegno che dura da quasi un secolo, dedicato al trasporto marittimo con l’obiettivo della sicurezza, dell’efficienza ed economicità per merci e passeggeri e della sostenibilità ambientale. è la lunga esperienza del Gruppo Grimaldi, in attività dal 1947. La multinazionale opera nella logistica ed è specializzata nelle operazioni di navi roll-on/roll-off, car carrier e traghetti.
 
Sulle proprie rotte marittime, il Gruppo trasporta auto e, tra queste, quelle dei principali produttori di veicoli; diverse tipologie di merci rotabili; container, merce pallettizzata e passeggeri. Negli anni la società ha creato una rete internazionale di circa 20 terminal, tra i quali quelli di Palermo e Catania, per la movimentazione di carichi rotabili, container e carichi generici, di cui la maggior parte sono vere e proprie piattaforme logistiche, munite di sistemi di Pre-Delivery Inspection (Pdi), officine e magazzini.
 
Nel porto di Catania è stato aperto recentemente un terminal che si inserisce nella strategia di integrazione delle attività portuali nella catena logistica door to door. Da molti anni la società è impegnata anche nella promozione della digitalizzazione e della decarbonizzazione per un trasporto sostenibile globale e regionale.
 
La lunga esperienza del gruppo Grimaldi e lo sguardo sempre orientato al futuro sono stati i fattori di successo che hanno reso il nome della Compagnia leader nel settore.
 
Un comparto, quello del trasporto marittimo, che deve fare i conti con la competitività e, come spesso accade in altri settori, si deve scontrare anche nel campo delle regole di trasparenza e di concorrenza. E non sempre fila tutto liscio. Per esempio, come riportato dall’Ansa nel marzo scorso, “L’Autorità Antitrust ha sanzionato Moby spa e Compagnia italiana di navigazione (Cin) spa, società del gruppo Onorato, con una ammenda pecuniaria di 29 milioni di euro per aver abusato della propria posizione dominante in tre direttrici di trasporto marittimo di merci tra la Sardegna e la Penisola (Nord Sardegna-Nord Italia, Nord Sardegna-Centro Italia, Sud Sardegna-Centro Italia), in violazione dell’articolo 102 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea”.
 
L’intervento è partito dalle segnalazioni di alcune società di logistica, e di una compagnia di trasporto marittimo, la Grimaldi Euromed spa. Per l’Autorità, Moby e Cin “hanno posto in essere una composita e aggressiva condotta anticoncorrenziale volta a ostacolare la crescita dei propri concorrenti”. Il gruppo sanzionato ha annunciato un ricorso al Tar. Intanto Moby, ha pubblicato i dati finanziari del periodo gennaio-marzo rivelando che, su un fatturato di 89,2 milioni di euro – in calo del 5,7 per cento sullo stesso periodo del 2017 – ha perso 40,7 milioni.
 
L’altro fronte incandescente è quello del lavoro. In riferimento a notizie apparse negli ultimi giorni sui media su una presunta “delocalizzazione” di armatori italiani, tra cui anche il Gruppo Grimaldi, il gruppo partenopeo ha fatto alcune precisazioni: “Dal proprio Report di Sostenibilità per il 2017, i cui dati sono stati soggetti ad ‘assurance’ da un ente revisore esterno, il Gruppo Grimaldi, multinazionale operante su scala globale, è profondamente radicato in Italia e nel resto dell’Europa – si legge in una nota stampa – Su circa 14.800 dipendenti impiegati dal gruppo a livello mondiale, i marittimi originari da paesi extra-Ue sono solo 2.200, il 14,86% del totale (rispetto al 15,60% del 2016). La loro presenza a bordo è necessaria, dovendo loro solitamente coprire posizioni rifiutate da italiani ed altri europei”.
 
Inoltre, sottolinea il gruppo partenopeo: “il numero di italiani ed altri cittadini europei imbarcati sulle oltre 120 navi Grimaldi, la maggior parte delle quali impiegate su tratte internazionali, è di gran lunga superiore a quanto richiesto dalle vigenti normative nazionali ed internazionali”.
 
Per quanto riguarda le spese totali del Gruppo Grimaldi nel 2017, “il 91% sono state effettuate con fornitori la cui sede legale è ubicata in paesi europei, con al primo posto l’Italia (39%) ed al secondo la Finlandia (22%)”, comunica la Società che ribadisce per il 2018: “Le tariffe passeggeri offerte su tutte le tratte tra Continente e Sardegna sono rimaste mediamente immutate rispetto all’anno scorso”.
 
Grimaldi annuncia: “È evidente che la disinformazione circa le attività del Gruppo Grimaldi, alimentata da alcuni isolati mezzi di informazione, ha il solito suggeritore il cui obiettivo è quello di orchestrare una campagna diffamatoria contro il gruppo partenopeo il quale agirà legalmente per difendere i propri interessi lesi”.

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