Mafia: ventun miliardi di beni sequestrati a boss - QdS

Mafia: ventun miliardi di beni sequestrati a boss

redazione

Mafia: ventun miliardi di beni sequestrati a boss

sabato 14 Luglio 2018

Da parte della Guardia di Finanza di Palermo, su delega della Procura, a Pietro Formoso, recentemente arrestato per associazione mafiosa e a suoi prestanome. Sigilli a tre imprese, 66 immobili, 19 auto, 36 conti bancari. Soldi riciclati attraverso aziende leader nel commercio delle carni

I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo, su delega della Procura, hanno sequestrato tre imprese, oltre che 66 immobili (fra cui una villa con piscina, appartamenti e terreni), 19 auto, 36 rapporti bancari e 5 polizze vita, per un valore di quasi 21 milioni di euro.
 
Destinatario del sequestro è Pietro Formoso, sorvegliato speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno e con precedenti penali per reati contro il patrimonio e la persona.
 
Più collaboratori di giustizia lo hanno indicato come uomo d’onore della famiglia mafiosa di Misilmeri (Palermo), legato da stretti vincoli di amicizia all’ex capo del mandamento Benedetto Spera.
 
Avrebbe accumulato una fortuna grazie al traffico di droga.
 
Formoso, fratello di due boss coinvolti dall’attentato di cosa nostra a Milano del 1993, è stato arrestato per mafia nell’aprile scorso nell’operazione “Gioielli di Famiglia”, che ha portato all’arresto di sei persone, ed è seguita alle indagini coordinate dalla Dda di Palermo ed eseguite dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo, del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria, nonché dai Carabinieri di Palermo e Bagheria.
 
In quell’occasione era emerso che Formoso – già condannato con numerose sentenze per traffico di sostanze stupefacenti e considerato il referente per il traffico internazionale con Spagna e Colombia- avrebbe piazzato la carne di una ditta amica nei supermercati di Palermo e provincia, a un prezzo più caro del solito.
 
Queste nuove indagini patrimoniali condotte dalla Guardia di Finanza nei confronti di Formoso hanno accertato che l’uomo si era servito di prestanomi a cui ha intestato le aziende che si occupano di commercio all’ingrosso di carne e un’impresa attiva nel comparto delle vendite di fabbricati e terreni, oltre che un vastissimo patrimonio immobiliare e finanziario.
 
Le aziende sequestrate nel settore delle carni sono la ditta "Zar carni" e la "Zar carni S.r.l.", divenute leader nel commercio all’ingrosso, intestate formalmente a Stefano Zarcone, ritenuto prestanome di Formoso.
 
Quest’ultimo ha esercitato la propria influenza sulle dinamiche imprenditoriali anche attraverso il figlio Antonio, assunto come dipendente con mansioni di contabile.
 
Le analisi effettuate durante le indagini hanno, in particolare, permesso di collegare temporalmente le fortune economiche delle aziende alle iniezioni di capitali freschi provenienti dai presunti traffici illeciti di Formoso ed all’inserimento delle stesse, che sembravano essere piccole realtà economiche ormai in grave crisi, nell’ambito delle imprese vicine a Cosa nostra.
 
Sul versante immobiliare è stata sequestrata la "Arcuri Immobiliare S.r.l.", formalmente intestata a Davide Arcuri.
 
Le tre società sottoposte a sequestro sono state già affidate a un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Palermo.
 
 

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