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Informazione: autorevolezza contro le fake news dei social

Giuseppe Lazzaro Danzuso

Informazione: autorevolezza contro le fake news dei social

lunedì 23 Luglio 2018

Francesco Pira, coautore di un libro sull'argomento, spiega come le testate possano combattere il fenomeno: investendo sulla qualità e costituendo a poco a poco delle comunità di lettori fedeli. L'appello al mondo del giornalismo, "Formazione per combattere l'emergenza democratica"

"Le bufale sono sempre esistite: la prima fu il cavallo di Troia. Ma oggi fake news hanno un potere enorme, tanto da condizionare le elezioni americane e il referendum sulla Brexit: come ho segnalato in un’intervista a The Guardian, bufale e notizie propagandistiche in particolare sui migranti stanno giocando ancora un ruolo cruciale nella prevalenza dell’estrema destra".
 
 
Il sociologo Francesco Pira, docente di comunicazione dell’Università di Messina e autore con Andrea Altinier di "Giornalismi – La difficile convivenza con Fake News e Misiformation", non ha dubbi: viviamo un’emergenza democratica e la situazione sta peggiorando.
 
DATI ALLARMANTI DAL RAPPORTO INFOSFERA
 
"Nel libro – ha spiegato – riportiamo il dato secondo cui al 56% degli italiani è capitato di considerare vera una notizia letta su internet e poi rivelatasi falsa e il 23% ha condiviso in rete contenuti per scoprire successivamente che erano infondati. Dato tragicamente superato da quello che si evince dal Rapporto Infosfera da voi pubblicato qualche giorno fa: l’82% degli italiani abbocca alle fake news. Occorre porre al più presto rimedio a questa situazione e i giornali e i giornalisti hanno un ruolo fondamentale".
 
FAKE NEWS E FACT CHECKING
 
Se nell’immaginario collettivo i social sono più affidabili dei quotidiani la causa è da ricercare nella sfiducia nelle istituzioni e in una ingiustificata fede nella disintermediazione della rete che produrrebbe l’emancipazione delle comunità. In questo scenario proliferano le fake news come quelle svelate dal debunker David Puente che ha smascherato l’account di Facebook di una sedicente Laura Pedroni che creava bufale virali su Roberto Saviano, Matteo Renzi, Laura Boldrini e altri. E le bufale possono condizionare pesantemente non soltanto la politica ma anche i consumi.
 
Per questo, afferma Pira, è indispensabile che i giornali riacquistino il loro ruolo di "Cani da guardia della democrazia" con un’opera costante di smentita delle fake news.
 
In questa battaglia, sottolinea Pira, "diventa fondamentale il fact checking, il controllo delle fonti un tempo rigorosa regola dei media tradizionali". E cita le dichiarazioni di Wolfgang Blau, direttore delle strategie digitali della testata britannica The Guardian, "Adesso che così tanti cittadini consumano notizie attraverso i social media, compito sociale del giornalista consiste anche nello smontare false voci, una volta che superino una certa soglia di visibilità".


COSTRUIRE UNA COMUNITA’ DI LETTORI


Le testate giornalistiche, secondo il sociologo siciliano, "dovrebbero costruire a poco a poco una propria comunità di lettori individuando, attraverso network di professionisti, temi sensibili per l’opinione pubblica e puntando sulla qualità dei contenuti e l’utilizzo di format innovativi da declinare con diversi strumenti: carta stampata, tv, radio e web".
 
Si tratta ovviamente di un percorso lungo e costoso ma, sottolinea Pira, "Soltanto l’autorevolezza piano piano conquistata può difendere la democrazia dal qualunquismo e dalla propaganda: Recenti ricerche dimostrano che anche se ai membri dei gruppi ‘politici’ sui social spieghi che quella diffusa in rete è una bufala e ne porti le prove, non ci credono e continuano a farla girare e commentarla, come se fosse una verità alternativa".
 
AUTOREVOLEZZA E FIDUCIA

Questo "effetto di alterata informazione" si basa sul fatto che in presenza di molte notizie il lettore, generalmente, non le confronta in maniera critica, ma sceglie o l’ultima in ordine di tempo, o la più semplice o quella che l’ha colpito di più.
 
"Un meccanismo inconsapevole – spiegano Pira e Altinier nel loro libro – che altera i nostri ricordi e che è legato a limiti nel funzionamento dei nostri processi cognitivi, si somma al cosiddetto egosurfing, la tendenza a ricercare nelle notizie la conferma di un’opinione che il lettore ha già".
 
"Così – aggiungono – la mancanza di difese immunitarie del sistema porta alla misinformation, la tendenza a diffondere inconsapevolmente bufale. Un virus dal quale, come spieghiamo nel libro, occorre vaccinarsi con rapidità e reattività utilizzando metodo, organizzazione, strumenti e misurazione dei risultati. Ad agire devono essere le testate giornalistiche investendo sull’autorevolezza e riconquistando così la fiducia dei lettori".


L’APPPELLO AL MONDO DEL GIORNALISMO
 
Francesco Pira ha concluso con un appello al mondo del giornalismo: "Occorre puntare – ha detto – su un’adeguata formazione per combattere il fenomeno delle fake news che finalmente è stato individuato come un’autentica emergenza democratica".

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