Migranti: rimorchiatore italiano li riporta in Libia, indagine Onu - QdS

Migranti: rimorchiatore italiano li riporta in Libia, indagine Onu

Pietro Crisafulli

Migranti: rimorchiatore italiano li riporta in Libia, indagine Onu

martedì 31 Luglio 2018

L'Alto commissariato per i rifugiati, sottolineando che la Libia "non è un porto sicuro", ipotizza una violazione del diritto internazionale da parte dell'Italia. Salvini, "fake news delle ong" ed elogia il "salvataggio della Guardia costiera libica di 611 migranti. Fratoianni (Leu), "Grave che il Ministro non sia informato: chi ha dato l'ordine?"

C’è un’indagine dell’Unhcr, l’Alto commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite, sulla vicenda dell’Asso Ventotto, il rimorchiatore italiano che avrebbe riportato in Libia 101 persone soccorse nel Mediterraneo.
 
"Stiamo raccogliendo tutte le informazioni necessarie – scrive su Twitter l’account ufficiale dell’Unhcr – perché la Libia non è un porto sicuro e questo atto potrebbe comportare una violazione del diritto internazionale".
 
Il fatto che la Libia non sia un porto sicuro non viene però riconosciuto dal governo pentaleghista italiano e in particolare dal ministro dell’Interno Matteo Salvini che, con il solito tweet, ha parlato in termini trionfalistici del "salvataggio" di numerosi migranti riportati in Libia.
 
Salvini finge di ignorare le denunce delle associazioni umanitarie internazionali concordi nel definire i campi di concentramento dove, in Libia, vengono rinchiusi i migranti, dei lager simili a quelli nazisti.
 
Così il ministro dell’Interno tweetta: "La Guardia Costiera Libica nelle ultime ore ha salvato e riportato a terra 611 immigrati. Le ong protestano e gli scafisti perdono i loro affari? Bene, noi andiamo avanti così! #portichiusi e #cuoriaperti".
 
Scoppiato però il caso dell’Asso Ventotto, il vicepremier è stato costretto a smentire il sostegno della Guardia Costiera italiana nelle operazioni di salvataggio di centinaia di migranti nel mediterraneo, poi riportati in Libia.
 
"La Guardia Costiera Italiana – ha scritto su Facebook – non ha coordinato e partecipato a nessuna di queste operazioni, come falsamente dichiarato da una Ong straniera e da un parlamentare di sinistra male informato".
 
"L’unico disinformato, ed è molto grave visto il ruolo che ricopre indegnamente, è il ministro Salvini" ha risposto il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni (Leu) che è a bordo della Open Arms.
 
"Abbiamo denunciato – ha aggiunto – un caso di palese violazione delle norme internazionali da parte di una nave mercantile italiana, Asso Ventotto che ha riportato a Tripoli, quindi in un porto non sicuro, 101 migranti (di cui 5 bambini, 5 donne incinte e 91 adulti fra uomini e donne). E di questo abbiamo le prove".
 
"Abbiamo sottolineato – ha detto ancora Fratoianni – che ‘se’ l’equipaggio del rimorchiatore avesse agito su indicazione della Guardia costiera italiana sarebbe stato ancora più grave".
 
"A questo punto – ha concluso l’esponente di Leu – già che ci siamo, Salvini potrebbe chiarire chi ha dato l’indicazione di portare i migranti in un porto non sicuro. Chi ha dato l’ordine, se non è arrivato dalla Guardia costiera italiana?".
 

 
Successivamente Fratoianni ha affermato che l’ordine al rimorchiatore di riportare a Tripoli i migranti soccorsi a bordo di un gommone "è arrivato dalla piattaforma per cui lavora il rimorchiatore, vale a dire dall’Eni". E le autorità italiane erano informate fin dall’inizio dell’intera operazione di soccorso in quanto "la prima segnalazione di un gommone in difficoltà era partita proprio dal Imrcc di Roma".
 
"E’ stato un respingimento collettivo" ha concluso.
 
La società Augusta Offshore di Napoli, armatrice dell’Asso Ventotto, ha da parte sua confermato che "le attività di soccorso si sono svolte sotto il coordinamento della Guardia costiera libica".
 
Il rimorchiatore italiano, dopo aver recuperato 101 migranti in difficoltà, è arrivato ieri sera alle 22 nel porto di Tripoli e li ha trasbordati su un battello della Guardia costiera libica.
 
"Non si sono verificati – è stato precisato – incidenti o proteste da parte dei migranti salvati, anche quando sono stati trasbordati sul battello della Coast Guard libica all’interno del porto".
 
 

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