Vaccini: la rivolta dei medici grillini - QdS

Vaccini: la rivolta dei medici grillini

Pietro Crisafulli

Vaccini: la rivolta dei medici grillini

domenica 05 Agosto 2018

La posizione della ministro Grillo e dei senatori Fattori e Trizzino a favore dell'obbligo vaccinale fa scoppiare le contraddizioni dei pentastellati per le clamorose marce indietro su Articolo 18, Tav, Tap, voucher. E mentre Di Battista bacchetta di Maio ("Ci abbiamo preso i voti"), chissà se prima o poi un economista pentastellato non ammetta che reddito di cittadinanza e flat tax sono inconciliabil

In mancanza di notizie su migranti e razzismo che possano distogliere l’attenzione dei cittadini, ecco che tutte le contraddizioni del governo pentaleghista esplodono immediatamente.
 
Accade, per esempio, con la rivolta dei medici grillini contro l’emendamento al decreto Milleproroghe che fa slittare di un anno l’obbligo vaccinale.
 
 
La prima a esprimersi contro il no-vax era stata proprio la ministro Giulia Grillo, la quale nelle scorse settimane, annunciando di essere in attesa di un figlio, aveva dichiarato che lo avrebbe fatto vaccinare.
 
Dopo il milleproroghe era intervenuta la senatrice Elena Fattori, biologa, che oltre a criticare il no-vax aveva affrontato quello della mancanza di democrazia nel M5s puntando il dito sull’uso propagandistico del web e sul ruolo non chiaro di Davide Casaleggio (che aveva parlato di obsolescenza del Parlamento visto che tanto c’era la Rete).
 
Ieri, un’altra botta: il senatore palermitano pentastellato Giorgio Trizzino, anche lui medico e direttore sanitario dell’ospedale dei Bambini, ha pubblicato (e poi rimosso, e poi ripubblicato) su Facebook, un post inequivocabile.
 
"Prima di qualsiasi vincolo sociale – ha scritto Trizzino – bisogna che venga rispettato l’obbligo alla tutela della salute propria e altrui. Quindi non si ritenga che per garantire l’accesso agli asili nido e alle scuole materne si possa immaginare qualsiasi forma di deroga sull’obbligo a vaccinare i bambini. O che si ritengano inutili le vaccinazioni in età neonatale. O che con la scusa di una ‘corretta informazione’ sia ipotizzabile una qualsiasi forma di deroga sul tema dell’obbligo vaccinale".
 
Poi, Trizzino, è stato ancor più chiaro: "Ho visto bambini morire a causa di morbillo, meningite ecc, ma non ho mai visto bambini perdere la vita a causa di complicanze post vacciniche". E il presidente dell’Ordine dei medici di Palermo, Toti Amato, lo ha sostenuto: "La salute pubblica si basa sulle evidenze scientifiche e i vaccini sono un passo importante del progresso della medicina che oggi si continua a volere rimettere in discussione in nome di una libertà di scelta indiscriminata".
 
Ma non solo sui vaccini sono scoppiate le tensioni interne ai pentastellati riguardo alle ultime scelte dei grillini in ambiti "strategici" e con le clamorose marce indietro su Articolo 18, Tav, Tap, voucher.

Fa capolino da Facebook con una diretta che semina il panico tra molti militanti Alessandro Di Battista, che, lodandolo, bacchetta Di Maio e il suo atteggiamento neodemocristiano: "Il Movimento deve fare il Movimento".
 
E ricorda le promesse della campagna elettorale sulle tematiche con cui "abbiamo preso i voti" e i "no" strategici non mantenuti, come quelli "contro il Tap e contro il Tav".
 
Non sta bene, al Dibba, che il gasdotto, durante l’incontro tra Donald Trump e il premier grillino Giuseppe Conte, sia stato definito da quest’ultimo "un’opera strategica", né che Salvini continui ad assicurare che il governo pentaleghista è favorevole all’Alta Velocità.
 
Di Maio, continua a sfoderare lo stesso sorriso beffardo unica risposta all’affermazione di Vittorio Sgarbi di fare una politica di destra.
 
E, messo alle strette, ammette: "Noi abbiamo due grandi problemi ed emergenze in Italia: il livello di tassazione sulle imprese e quindi la flat tax, che bisogna farla e, numero due, ma non per ordine di importanza, i livelli di povertà: cinque milioni di persone in povertà assoluta".
 
Così torna a parlare di quel reddito di cittadinanza definito "un’emergenza che dobbiamo assolutamente portare avanti perché realizzarlo significa sia combattere la povertà, sia dare nuovi posti di lavoro, sia rilanciare i consumi per le piccole e medie imprese italiane”.
 
Il Berlusconi del milione di posti di lavoro e del nuovo miracolo italiano non avrebbe saputo fare di meglio.
 
E chissà se prima o poi, dopo la rivolta dei medici sui vaccini, un economista pentastellato, in un rigurgito di dignità, non ammetta pubblicamente che reddito di cittadinanza e flat tax sono inconciliabili.

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