Incompiute, la Sicilia riesce a migliorare il record - QdS

Incompiute, la Sicilia riesce a migliorare il record

Rosario Battiato

Incompiute, la Sicilia riesce a migliorare il record

venerdì 10 Agosto 2018

Mit: mentre in tutta Italia nel 2017 si è registrata una diminuzione delle opere da completare la Sicilia nuota controcorrente: sono aumentate da 159 a 162 (+1,9 per cento). Nella nostra regione un quarto del totale nazionale, uno spreco da quasi mezzo miliardo di euro 

PALERMO – Sulle incompiute la Sicilia non arretra di un passo. L’Isola, infatti, amplia il divario col resto d’Italia dove, al contrario della tendenza isolana, si è verificata “una ripresa a completamento delle opere, già registrata lo scorso anno”, sostiene una nota del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Quelle complessivamente registrate, col dato aggiornato al 2017, sono 162 soltanto in Sicilia, un quarto del totale nazionale, per un importo complessivo da circa mezzo miliardo di euro spesi e inutilizzati. Questi numeri record a livello italiano arrivano dall’anagrafe delle opere incompiute in seguito all’inserimento dei dati delle amministrazioni titolari dei procedimenti sull’apposito sito tramite il Simoi (Sistema informatico di monitoraggio delle opere incompiute). L’elenco è stato definito dagli uffici dell’assessorato regionale delle Infrastrutture e caricate sull’anagrafe delle opere incompiute gestita dal Mit.
 
 
Per l’Isola si tratta di un piccolo passo avanti, dalle 159 del 2016 alle 162 dello scorso anno, che però pesa tantissimo, soprattutto considerando che si tratta della realtà col maggior numero di incompiute (25% del totale nazionale, un quarto) e che risulta in controtendenza (+1,9% nei due anni di riferimento) rispetto alla contrazione nazionale (da 752 a 647, -14%). I valori registrati nelle altre regioni sono tutti negativi, ad eccezione dell’Umbria, che ha presentato un valore inalterato, e delle Marche (+6,7%), del Friuli Venezia Giulia (+25%) e della Campania (+57,7%).
 
Per comprendere il ruolo dell’Isola nei numeri nazionali, è sufficiente svelare che la seconda classificata è la Sardegna che si ferma a un dato dimezzato rispetto al risultato isolano (86). L’ultima a salire sul podio è la Puglia con 54.
 
E tante opere inutilizzate equivalgono a uno spreco inenarrabile di soldi pubblici. La spesa per gli interventi nell’Isola, aggiornata al 2017, equivale a 488 milioni di euro, in leggera contrazione (-2,6%) rispetto all’anno precedente, quando aveva raggiunto 501 milioni di euro. La Sicilia accumula complessivamente circa il 12% del totale italiano, su cui però incidono in maniera determinante le incompiute di interesse nazionale che sono state mappate del ministero (1,8 miliardi). Considerando soltanto la distribuzione di incompiute che grava sulle regioni (circa 2,1 miliardi), scopriamo che la percentuale isolana si spinge fino a circa 25%, cioè un quarto dello spreco di denaro pubblico per le incompiute di tutta Italia.
 
Ma quali sono queste incompiute? L’identikit è molto variegato e presenta anche opere che registrano lavori eseguiti al 100%. Si tratta di cinque interventi – distribuiti tra Milazzo, Camporeale, Vita, Pantelleria e Santo Stefano Quisquina – che riassumono molti dei nodi irrisolti del sistema siciliano. C’è un impianto di depurazione reflui della fognatura comunale, dal valore di 881 mila euro, in una terra dove la depurazione è al entro di diverse procedure di infrazione Ue, ma anche un progetto per la costruzione di una scuola materna a tre sezioni. Non mancano l’edilizia sportiva e nemmeno i lavori di costruzione di cura saunistica.
 
Ampliando il raggio d’azione, e considerando anche quegli interventi che presentano percentuali statistiche di completamento più basse (dal 30 al 99%), rintracciamo la presenza di infrastrutture idriche (invaso Pietrarossa, 75 milioni di euro), arterie viarie (strada comunale a Castiglione di Sicilia, 22 milioni di euro), opere culturali (restauro ex convento e chiostro S. Francesco a Sant’Angelo di Brolo, 1,2 milioni di euro), edilizia popolare (costruzione di 24 alloggi nel comune di Montallegro, 3,2 milioni di euro).


L’intervento più costoso in assoluto vale 59 milioni di euro ed è la “costruzione del Serbatoio Piano del Campo sul fiume Belice destro e condotta di allacciamento al torrente Corleone con funzioni di adduttore irriguo” che attualmente si trova al 14% di completamento.
 
Il blocco delle opere deriva da una serie di ritardi che possono essere riassunti nell’interruzione dei lavori oltre il termine contrattualmente previsto per l’ultimazione, oppure nell’interruzione entro il termine contrattualmente previsto per l’ultimazione, ma non avendo attualmente le condizioni di “riavvio degli stessi”.
 
Ultimo caso possibile riguarda i lavori di realizzazione che sono definiti “ultimati” ma che “non sono stati collaudati nel termine previsto in quanto l’opera non risulta rispondente a tutti i requisiti previsti dal capitolato e dal relativo progetto esecutivo, come accertato nel corso delle operazioni di collaudo”.
 
Il bilancio nazionale resta positivo. Per il Mit, i dati evidenziano che, rispetto al 2016 c’è stata una “contrazione del numero delle opere incompiute, ridotte da 752 a 647 (- 105 opere, pari a – 14%)”.
 
Inoltre, spiegano dal ministero, l’azione “sinergica intercorsa tra il Mit, le Regioni e le Provincie autonome, con la fattiva collaborazione istituzionale di Itace (Istituto per l’innovazione e trasparenza degli appalti e la compatibilità ambienta, ndr), ha peraltro prodotto risultati ancor più significativi sotto il profilo dell’accuratezza dell’indagine prodromica alla pubblicazione dell’elenco-anagrafe”.
 

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