Acquacoltura nelle aree interne della Sicilia - QdS

Acquacoltura nelle aree interne della Sicilia

Roberto Pelos

Acquacoltura nelle aree interne della Sicilia

venerdì 10 Agosto 2018

Dal Feamp importanti opportunità per le imprese rurali intenzionate a intraprendere un allevamento di pesce 

PALERMO – Costruire opportunità per le imprese rurali intenzionate a intraprendere un allevamento di pesce nelle aree interne, che rappresentano potenziali siti per avviare start-up. Ne hanno discusso, presso la sede del Parco delle Madonie, gli assessori per l’Agricoltura e la Pesca Mediterranea, Edy Bandiera e l’Ambiente Totò Cordaro e il dirigente generale del Dipartimento della Pesca Mediterranea, Dario Cartabellotta.
 
A tal proposito, il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (Feamp), su iniziativa della Regione Siciliana, ha stanziato sette milioni da investire per lo sviluppo dell’acquacoltura in Sicilia mediante investimenti e attività di ricerca e innovazione finalizzati al miglioramento della sostenibilità ambientale, del risparmio energetico e della sicurezza alimentare e ha stabilito quattro misure in tal senso.
 
Lo scopo è anche quello di sviluppare un’economia legata anche agli aspetti turistici (acquacoltura rurale), ovvero in mare mediante un’acquacoltura sostenibile (offshore). Una grande opportunità dunque per la nostra regione e per la crescita di vari comparti.
 


L’assessore Edy Bandiera ha messo in evidenza l’importanza dell’iniziativa, utile allo sviluppo economico della Sicilia anche per un settore fondamentale come quello turistico. L’assessore all’Agricoltura e alla Pesca Mediterranea ha posto inoltre l’accento sulla necessità di sostenere coloro che sono intenzionati ad intraprendere queste attività imprenditoriali. “In una Sicilia ricca di biodiversità queste misure non possono che trovare terreno fertile per l’animazione del territorio, legato anche agli aspetti economici, occupazionali e turistico ricreativi che per molte aziende agricole potranno rappresentare una importante integrazione al reddito. – ha affermato Edy Bandiera – L’Italia importa 4 miliardi di euro di pesce da acquacoltura a fronte della Sicilia che ne fattura 12 milioni. Questo sta a testimoniare – prosegue l’assessore all’Agricoltura e alla Pesca Mediterranea – che c’è una potenziale opportunità, che è sconfinata, e per la quale occorre, oltre ai finanziamenti, mettere in campo tutto il capitale umano e le conoscenze necessarie, a supporto di chi deve cimentarsi e scommettere su iniziative come questa, che rappresentano una straordinaria possibilità di incremento del reddito degli agricoltori”.


Totò Cordaro, ha sottolineato la sinergia venutasi a creare tra gli Assessorati alla Pesca e all’Ambiente, indispensabile per andare incontro alle esigenze degli imprenditori eliminando tra l’altro intoppi di carattere burocratico. “Abbiamo di recente siglato un protocollo d’intesa tra i due Assessorati perché le tematiche ambientali siano all’interno dei progetti dell’agricoltura e viceversa, al fine di evitare situazioni di distonia tra coloro che vogliono investire e creare impresa con le certificazioni di carattere autorizzativo che sono in capo all’Assessorato Territorio e Ambiente – ha dichiarato l’assessore all’Ambiente della regione Siciliana – Questo faciliterà non soltanto gli iter amministrativi ma eliminerà tutti quei passaggi che possono creare lungaggini burocratiche e incertezza per beneficiari e potenziali investitori”.
 
Nelle prossime settimane verranno emesse le Manifestazioni d’interesse per la selezione dei soggetti pubblici attuatori, dei partner scientifici e dei partner privati (imprese acquicole che ospiteranno gli impianti pilota) per definire i protocolli e i modelli di produzione, quindi il knowhow da trasferire alle imprese.

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