Formazione e personale esterno: la procedura di selezione - QdS

Formazione e personale esterno: la procedura di selezione

Michele Giuliano

Formazione e personale esterno: la procedura di selezione

sabato 18 Agosto 2018

L'assessorato regionale ha impartito le direttive agli enti per reclutare nuova “manodopera”. La ripresa delle attività oramai ad un passo, stabiliti tempi e modi per la selezione

PALERMO – Ancora in attesa dell’elenco definitivo dei corsi di formazione che si svolgeranno a valere sui fondi destinati all’Avviso 2, bando che dovrebbe segnare il momento della rinascita della formazione professionale in Sicilia, l’assessorato regionale al ramo decreta la procedura per la selezione del personale esterno da assumere all’interno degli enti che dovessero averne bisogno.
 
L’atto più atteso, probabilmente, dalle migliaia di operatori che aspettano di sapere se e dove lavoreranno nel prossimo anno. Le indicazioni sono semplici: partendo dall’assunto, previsto all’interno dell’avviso, della necessità di “pubblicizzare attraverso procedure di trasparenza e chiarezza, le modalità di selezione di eventuale personale esterno da impegnare nelle attività previste”, gli enti dovranno pubblicare sul portale informatico disponibile all’indirizzo https://avviso22018.siciliafse1420.it il bando di reclutamento del personale necessario.
 
 
Dal momento dell’inserimento a sistema, il bando è consultabile nella sezione apposita del portale, denominata “ricerca selezione del personale”, all’indirizzo http://catalogo.siciliafse1420.it. E qui cominciano le notizie tanto attese dai lavoratori storici del settore.
 
Il decreto dice testualmente che i bandi devono essere riservati al personale inserito nell’Albo dei formatori, in possesso di assunzione entro il 31 dicembre 2008, oltre ai requisiti generali di accesso, quali la cittadinanza italiana o di uno degli stati membri dell’Unione Europea, il godimento dei diritti civili e politici, l’assenza di condanne penali e la non esclusione dall’elettorato attivo.
 
Per quanto riguarda i formatori, dovranno certificare l’esperienza didattica e professionale richiesti dal bando, in modo da individuare la propria fascia di appartenenza, se A, B o C, in base al numero di anni di attività svolta.
 
La selezione successiva dovrà avvenire a seguito della nomina di una commissione apposita, e gli esiti della stessa andranno comunicati agli uffici dell’amministrazione regionale, indicando la qualifica del personale assunto, la tipologia di contratto applicato, la durata dell’incarico e il progetto e il corso in cui sarà impiegato l’operatore, l’eventuale modulo se si tratta di un formatore, il relativo numero di ore e il compenso totale previsto. Una procedura semplice e trasparente, che dovrebbe garantire a molti degli operatori rimasti a casa negli ultimi due anni abbondanti, un ritorno a lavoro in tempi brevi. E che dovrebbe anche limitare gli abusi e l’inserimento di personale “nuovo”, non iscritto all’albo, come si temeva, come rimarcato da sindacati e parti istituzionali a più riprese in questo periodo di vuoto.
 
Un rientro a lavoro che purtroppo, però, non riguarderà tutti gli 8 mila operatori iscritti all’albo, dei quali una buona metà, molto probabilmente, a guardare i fondi messi a disposizione al momento, rimarranno a bocca asciutta. Se si pensa che, ad una stima approssimativa dell’ultimo anno di attività, due anni fa, sono stati necessari circa 250 milioni di euro, mentre l’attuale bando ne ha a disposizione soltanto 130, i conti sono presto fatti.
 
Quasi la metà di questi lavoratori rimarranno a casa, sulla via del licenziamento, per quelli che non hanno già subito questo passaggio, senza alcuna copertura economica a supporto. Un avvio, questo dell’avviso 2, quindi, che più che una rinascita sembra essere l’avvio di una lenta e per nulla indolore riduzione di un settore, dipinto come assistito e clientelare, ma che, riorganizzato, potrebbe fornire ai giovani siciliani nuove strade e competenze per la propria formazione e successivo inserimento nel mondo del lavoro.

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