Chi non comunica, sembra spenda meno - QdS

Chi non comunica, sembra spenda meno

Maria Francesca Fisichella

Chi non comunica, sembra spenda meno

venerdì 29 Gennaio 2010

La classifica delle regioni in base alla spesa pro-capite per consulenze e incarichi esterni negli enti locali e regionali. Ma il ministro Brunetta ha deciso di inviare già a 100 amministrazioni un ispettore ministeriale

PALERMO – Si direbbe a prima vista che Calabria, Campania, Puglia, Abruzzo e Sicilia siano le regioni campionesse di risparmio in consulenze e collaborazioni esterne per il 2008. Però, se si analizza la “lista nera degli inadempienti”, cioè di quelle amministrazioni pubbliche che non hanno fatto la dovuta comunicazione all’Anagrafe delle Prestazioni, e pubblicata sul sito web del ministero della Pubblica amministrazione e l’Innovazione (dati aggiornati al 12 gennaio 2010), si vedrà che queste stesse regioni affollano diverse pagine e la classifica (v. tabella) non può tener conto della spesa non dichiarata per omessa comunicazione dell’incarico!
Un esempio poco confortante ce lo ha già dato la Sicilia che in realtà comunica le consulenze di soli due assessorati regionali, e cioè il dipartimento regionale del Personale dei servizi gen. Quiescenza, previdenza, assistenza personale e l’assessorato regionale Agricoltura e Foreste, ma si sa che, in realtà, sono stati affidati diversi incarichi per “consulenti esperti in materie giuridiche, economiche e sociali” da tutti gli assessorati regionali per il 2008, per una spesa complessiva risultante dal consuntivo 2008, di 1,2 milioni di euro… come riportato nell’art. pubblicato sul “QdS” del 22 gennaio 2010.
Dal commento alle tabelle di sintesi sugli incarichi, pubblicate dal Ministero, emerge che la Calabria, la Puglia, la Campania e la Sicilia sono tra le regioni che però si sono impegnate di più, nel senso che hanno comunicato più incarichi nel 2008 rispetto al 2007. La Calabria, ad esempio, ha comunicato il 79,72 per cento di incarichi in più nel 2008 rispetto al 2007, ma annovera anche numerose amministrazioni inadempienti: l’Afam- Istituzioni di alta formazione artistica e musicale con l’Accademia di Belle Arti Catanzaro e l’Istituto musicale pareggiato P.I. Tchaikovsky di Nocera Terinese -Cz; otto Asl; tre aziende ospedaliere; 340 Comuni fra le province di Vibo Valentia, Reggio Calabria; Crotone, Cosenza, Catanzaro; una Provincia; otto membri dell’Unione dei Comuni e l’Università per stranieri di Reggio Calabria (sette pagine).
Ed ora la Sicilia, che tra gli inadempienti annovera ben 250 Comuni divisi tra le nove province, l’Afam- Istituzioni di alta formazione artistica e musicale con l’Accademia di Belle Arti Palermo, il Conservatorio di Musica Vincenzo Bellini – Palermo, il Conservatorio di Musica Antonio Scontrino – Trapani, l’Istituto Musicale Pareggiato Vincenzo Bellini di Caltanissetta e l’Istituto Musicale Pareggiato Arturo Toscanini di Ribera, l’Arpa, l’agenzia regionale di protezione dell’Ambiente, due Asl – Agrigento e Ragusa -; cinque aziende ospedaliere (A.O. “Ospedali civili riuniti” di Sciacca, l’azienda ospedaliera universitaria di Palermo, l’Azienda ospedaliera S. Giovanni di Dio di Agrigento, l’Azienda ospedaliera universitaria di Messina e l’Az. Osp. “Umberto I” di Siracusa; le Cciaa di Caltanissetta, Catania, Enna, Messina, Palermo, Ragusa e Siracusa e 25 membri dell’Unione dei Comuni (sei pagine).
Per quanto riguarda le tipologie di consulenze richieste dalle varie amministrazioni si trova, con più frequenza, la consulenza legale, tecnica, contabile e finanziaria, l’attività di ricerca, il collaudo, le docenze e le prestazioni mediche (curiosamente… quest’ultima anche in un ente Provincia siciliano), ed ancora assistenza sociale, docenza, attività di comunicazione. Intanto dal Ministero fanno sapere che, per la priva volta, sono state avviate le procedure ispettive su un campione di circa 100 amministrazioni che non hanno comunicato alcun dato.

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