La Corte dei Conti richiama 17 Comuni - QdS

La Corte dei Conti richiama 17 Comuni

Silvia Scardino

La Corte dei Conti richiama 17 Comuni

venerdì 01 Maggio 2009

Il Comune di Messina e 16 Comuni minori, di cui due in provincia di Enna, tre in quella di Catania, sette Messina, tre Agrigento e uno Siracusa. Tra le violazioni la mancata adozione di provvedimenti per il contenimento delle spese per il personale

PALERMO – Affollata adunanza lo scorso 29 aprile davanti alla Sezione di Controllo della Corte dei Conti per la Regione Siciliana che ha convocato 18 amministrazioni comunali (compresa Catania che ha chiesto un rinvio), per discutere del rendiconto 2007, ai sensi dell’articolo 1 comma 168 della legge regionale 266 del 2005 (Finanziaria 2006).
A presiedere l’adunanza pubblica è stato Luigi Mario Ribaudo affiancato dai magistrati Ignazio Faso, Francesco Targia, Giuseppa Cernigliaro e Licia Centro.

Convocati il Comune di Messina e poi quelli di: Agira (En), Pietraperzia (En), Mineo (Ct), Calatabiano (Ct), Fiumefreddo di Sicilia (Ct), Furci Siculo (Me), Brolo (Me), Forza D’Agrò (Me), Graniti (Me), Capo D’Orlando (Me), Oliveri (Me), Fiumedinisi (Me), Grotte (Ag), Cammarata (Ag), San Giovanni Gemini (Ag) e Rosolini (Sr). In generale sono state contestate varie irregolarità, relative per la maggior parte all’inosservanza del Patto di Stabilità Interno, al non adeguato utilizzo dei proventi vincolati derivanti dalle infrazioni al codice della strada, alla mancata adozione di provvedimenti per il contenimento delle spese per il personale (secondo i dettami del comma 557 dell’articolo 1 della legge 296 del 2006), ed inoltre, sono stati posti in evidenza: eccessivi ricorsi ad anticipazioni di tesoreria, disavanzi di gestione, ed organismi partecipati in perdita.
I rappresentanti degli enti (assenti quelli di Calatabiano e di Brolo), hanno esposto verbalmente le loro repliche e in quasi tutti i casi hanno presentato delle memorie che sono state acquisite dalla Corte.

Per quanto riguarda Messina (che proviene da due lunghi periodi di commissariamento), erano presenti: Filippo Ribaudo direttore e segretario generale; Ferdinando Coglitore responsabile dell’area di coordinamento economico-finanziaria; Giovanni Di Leo del dipartimento programmazione e bilancio; Calogero Ferlisi comandante della polizia municipale e Antonio Cama dirigente del dipartimento rapporti con le aziende. Sui ritardi nella riscossione dei tributi, i rappresentanti della città dello Stretto hanno detto che si sta creando, tramite asta, una società ad hoc a maggioranza pubblica. Il Comune si sta anche muovendo per risolvere il problema di Messina-Ambiente ed Ato che, in buona sostanza, si trovano a svolgere le medesime mansioni. Sulle obiezioni fatte dalla Corte sulla finanza derivata, è stato spiegato che è stato dato incarico ad una società specialistica, la Ifa Consulting di Verona, di rivedere tutti i contratti stipulati e per, ad esempio, eventualmente ridurre i tassi d’interesse.


Il comune di Catania non si è presentato, rinvio al 5 maggio alle 11

Palermo – I rappresentanti dell’amministrazione comunale di Catania non si sono presentati davanti alla Sezione di Controllo della Corte dei Conti per la Regione Siciliana, dalla quale erano stati convocati il 29 aprile, per rispondere circa le misure correttive da adottare in conseguenza della deliberazione pubblicata nel novembre del 2008. Nel documento, redatto dopo l’adunanza pubblica di ottobre, erano sottolineate varie inadempienze in merito al rispetto degli obiettivi annuali del Patto di Stabilità interno, all’osservanza del vincolo all’indebitamento ex art. 119 Cost., alla conformità delle limitazioni previste in materia di spese per il personale e, più in generale, a comportamenti difformi dalla corretta gestione finanziaria dell’ente. Contestata dai magistrati contabili pure la mancata adozione del piano triennale.
La Corte avrebbe anche voluto chiedere ai rappresentanti dell’amministrazione come si stiano usando i 140 milioni di euro che il Cipe (Comitato Interministeriale di Programmazione Economica) ha stabilito di concedere per ripianare il disavanzo, nel contesto del Fas, il Fondo Aree Sottoutilizzate. Mediante l’articolo 5 del dl n. 154 del 7 ottobre 2008, è stata inoltre attribuita al Comune la facoltà di destinare la predetta somma al ripianamento dei disavanzi, anche di parte corrente. Tuttavia tale finanziamento straordinario non pare sia sufficiente a garantire il superamento della grave crisi finanziaria dell’amministrazione, in considerazione delle ulteriori notevoli esposizioni debitorie da ripianare. A riguardo, il Comune ha segnalato che intendeva procedere all’adozione di un piano di valorizzazione e alienazione del patrimonio e alla realizzazione dell’originario piano di risanamento nella misura concretamente attuabile. Ma alla Corte, presieduta da Luigi Mario Ribaudo, e composta dai magistrati Ignazio Faso, Francesco Targia, Giuseppa Cernigliaro e Licia Centro, è stato chiesto il rinvio della discussione, fissata per il 5 maggio alle 11.
Ribaudo, subentrato a Maurizio Meloni all’inizio di aprile, dovrà lasciare l’incarico per raggiunti limiti di età il 9 maggio. Secondo indiscrezioni la carica dovrebbe essere ricoperta da Rita Arrigoni, già consigliere per gli aspetti nazionali del rispetto del Patto di Stabilità e Crescita. La nomina però ancora non è stata ufficializzata.(ss)

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