Time: Salvini, Trump, Conte e Di Maio - QdS

Time: Salvini, Trump, Conte e Di Maio

Pietro Crisafulli

Time: Salvini, Trump, Conte e Di Maio

venerdì 14 Settembre 2018

Il capo della Lega è, per la rivista americana, "Il volto nuovo dell'Europa", con la "missione" di farla fallire. I punti di contatto con Trump, la prevalenza sull'altro vicepremier, Di Maio e il murale del bacio tra i due

"Il volto nuovo dell’Europa", per il settimanale americano Time, sarebbe quello di Matteo Salvini, per via delle politiche non dissimili da quelle di Sebastian Kurz, Viktor Orban e Manfred Weber, che puntano a una deriva conservatrice del Ppe in vista delle prossime elezioni.
 
"Matteo Salvini, lo zar italiano dell’immigrazione, in missione per far fallire l’Unione Europea" è il sottotitolo del giornale e, in sottofondo, l’impressione è quella che un’America antieuropea cerchi sponda in Europa e trovandola proprio in Matteo Salvini, il Trump italiano: uno chiude i porti, l’altro costruisce muri, entrambi utilizzano i social in maniera spregiudicata, considerano ostile l’informazione e favoriscono i colossi del web, predicano una politica economica radicale – che però in America funziona, in Italia no – e si dipingono come i difensori della tradizione conservatrice e della religione.
 
Ma Trump non viene invitato ai funerali dell’altro esponente di punta repubblicano, Mc Cain, il quale chiede invece, prima di morire, che l’elogio funebre venga affidato all’ex presidente democratico Barak Obama.
 
E la Chiesa italiana, nonostante Salvini dichiari persino di tenere sempre un rosario in tasca, non perde occasione di bacchettare il capo della Lega per le sue posizioni nei confronti dei migranti.
 
Arriva, la Chiesa, ad accogliere i cento della Diciotti per poi confessare candidamente che sono andati via, perché – sono costretti ad ammettere a denti stretti i sottosegretari all’Interno, la legge lo consente.
 
E quarantadue di questi migranti, tutti profughi eritrei, sono adesso pronti a costituirsi parte civile in un eventuale processo contro Matteo Salvini: "Siamo alle comiche" commenta quest’ultimo alla notizia che "Su ordine della Procura di Palermo la Polizia di Ventimiglia sta cercando decine di clandestini scomparsi perché possano denunciare per sequestro di persona il Ministro dell’Interno".
 
Un pasticcio istituzionale e costituzionale quello della Diciotti, un ginepraio nel quale Salvini si è cacciato a forza convinto – come in altre occasioni ha fatto Trump – che "il popolo" lo avrebbe sostenuto.
 
Ma, nonostante i proclami, i consensi alla sua Lega sono ancora "soltanto" al 31% – quindi c’è un 69% degli italiani che la pensa diversamente – sulla vicenda Diciotti persino Di Maio e Bonafede sono costretti a mollare Salvini, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella gli ricorda che "nessuno è al di sopra della legge" e il commissario europeo Moscovici parla di "piccoli Mussolini".
 
Anche sui pasticci dovuti ad atteggiamenti quasi dittatoriali ci sono punti di contatto con Donald Trump: uno dei giornalisti che fecero dimettere Nixon con il Watergate, Bob Woodward, in un suo libro appena uscito traccia un ritratto impietoso di un presidente incapace e di una Casa Bianca definita "folle", in cui i funzionari fanno rete per evitare disastri alla nazione.
 
Non giova a Salvini l’ostinazione a non restituire i 49 milioni di euro di rimborsi elettorali truffati dalla Lega. "Prima agli italiani", il suo slogan, gli è stato rivoltato contro, in rete: "Prima agli italiani restituite i soldi!".
 
E sulla copertina di Time di qualche settimana fa si mostrava Donald Trump sott’acqua nello Studio Ovale della Casa Bianca in riferimento alla condanna per reati finanziari del manager della sua campagna elettorale e la confessione dell’ex avvocato del presidente che ha ammesso di aver pagato due pornostar per tacere su presunte relazioni.
 
Di certo, infine, l’esser finito sulla copertina di Time pone Salvini su un livello superiore a quello degli altri politici italiani.
 
In particolare del capo del governo, Giuseppe Conte, che infatti Salvini si è permesso di sbugiardare sulla vicenda dei fondi per le periferie sottratti ai Comuni.
 
E il presidente dell’Anci Decaro è stato costretto a chiedersi: "Vale più il Presidente del Consiglio o il suo vice".
 
E’ quel che si domandano anche gli italiani, a cominciare dall’altro vicepremier, Luigi Di Maio.
 
Ricorderete che all’indomani delle elezioni uno street artist palermitano disegnò a Roma un murale – subito cancellato – che mostrava un bacio tra i populisti Salvini e Di Maio.
 
Qualcuno profetizzò che sarebbe stato un bacio mortale per il capo dei grillini.
 
La copertina di Time sembra dargli ragione.
 
 

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